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Enzo Mazza (FIMI) su musica in streaming: “Youtube rischia di creare una distorsione con sua imposizione a etichette indipendenti”

Ascolta Il Podcast Della Puntata Di Domenica 8 2014

Il presidente della Federazione Industria Musicale Italiana è intervenuto nella trasmissione di Radio Radicale “Presi per il Web”: “Si vuole sfruttare una posizione di forza nel settore video per imporre condizioni nell’ingresso in un altro mercato”. Ospiti della trasmissione anche il direttore di Key4Biz Raffaele Barberio, l’esperto di sicurezza informatica Corrado Giustozzi e Sebastiano Scròfina di Dropis

Ascolta il podcast della puntata di domenica 8 2014
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“Da Youtube, nel rapporto con le etichette indipendenti, ci aspetteremmo un atteggiamento molto diverso”. Così il presidente della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI), Enzo Mazza, nella puntata dell’8 giugno di “Presi per il Web“, trasmissione di Radio Radicale condotta da Marco Perduca, Marco Scialdone e Fulvio Sarzana con la collaborazione di Marco Ciaffone e Sara Sbaffi. Una posizione che, espressa pochi giorni sull’Huffington Post, è stata ribadita senza mezze misure in trasmissione. “Il tema è molto delicato – ha spiegato Mazza – Il settore dello streaming è uno dei più interessanti in cui nuovi player si sono fatti avanti e altri come Youtube lo faranno a breve. In premessa occorre dire che Youtube è un grande partner per l’industria musicale, da sempre e fonte di ricavi non indifferente. Major ed etichette indipendenti hanno come larga parte dei loro ricavi la monetizzazione dei clip che passano su Youtube. Quello che ha un po’ preoccupato, e non riguarda solo le indipendenti, è l’approccio con il quale un operatore che si considera leader di mercato, se non monopolista assoluto nel mercato dei video online, si è riferito nei rapporti contrattuali con altri soggetti”. “Il problema che è sorto – ha proseguito – è l’utilizzo anche strumentale del fatto che nel momento in cui si presenta un modello nuovo, cioè che nel momento in cui si propone un accordo che riguarda una piattaforma per lo streaming musicale, si mettano sul piatto della bilancia anche le condizioni legate al supported model di Youtube nell’ambito video e arrivando a minacciare il blocco delle clip delle indipendenti. È una dinamica che non può essere accettata come strategia commerciale nell’ambito di fornitori di contenuti perché poi porterà a inevitabili conseguenze ed è chiaro che le indipendenti si ritroveranno in grossa difficoltà a trattare con chi le mette di fronte ad un aut aut, perché se in complessivo hanno sempre fornito contenuti di ottima qualità al mercato, singolarmente non hanno un catalogo e un portafoglio di artisti tali da potersi confrontare coi grandi distributori senza subirne le imposizioni penalizzanti”. “Io ho sempre sostenuto che Youtube non fosse una piattaforma terza ma una sorta di operatore televisivo di seconda generazione, quindi come tale oggi si va concretizzando il suo comportamento. Le etichette indipendenti negli anni ’90 – ha chiosato il presidente di FIMI – hanno dovuto scontare le pressioni da parte di un canale come MTv, che diceva che certi tipi di videoclip o certi artisti non erano consoni alla strategia del canale, mettendo in difficoltà le major nei confronti degli artisti stessi. Oggi ci troviamo di fronte ad una riproposizione, su altro mezzo, di una dinamica simile. Quello che colpisce è che comunque Youtube è un player essenziale per lo sviluppo della musica digitale, dal quale ci si aspetterebbe un comportamento diverso e più in linea anche a ciò che stanno facendo anche altri operatori sul mercato. Credo che Youtube abbia dimostrato un certo nervosismo anche rispetto alla posizione di altri competitor che stanno aggredendo il suo mercato”. “La posizione dell’industria discografica nei confronti delle nuove piattaforme è cambiata nel tempo, soprattutto per quello che attiene all’User Generated Content; dopo una prima fase in cui si tendeva a far rimuovere si è passati alla monetizzazione dei contenuti. Pensiamo inoltre alla join venutre che riguarda Vevo. Ecco, ora siamo di fronte alla terza rivoluzione del mercato della musica. La progressiva concentrazione del mercato è effettivamente un tema che può dare origine a situazioni anticompetitive sulle quali occorre valutare con molta attenzione; ci sono degli Over the Top sempre più forti e sempre più essenziali per la distribuzione del contenuto e sono loro che arrivano a negoziare con le compagnie di telecomunicazione stabilendo dei fee per il traffico più veloce, perché quello in cui ci saranno due velocità di trasmissione online è uno scenario inevitabile”. “Youtube – ha concluso Mazza – utilizza una posizione sicuramente dominante sul mercato dei video online per negoziare in un altro settore in cui c’è invece una più alta densità di popolazione, quello della musica in streaming, dove ci sono Spotify, Deezer, Cubomusica, tra poco anche la Apple. Ed è una dinamica che non può non rischiare di creare una distorsione”. LEGGIIndustria musicale, la quota dei ricavi dai canali digitali arriva al 39%. FIMI: ‘Il fatturato è tornato a crescere’ ” Ospiti della trasmissione anche il direttore di Key4Biz Raffaele Barberio, l’esperto di sicurezza informatica Corrado Giustozzi e Sebastiano Scròfina, cofounder e CEO di Dropis. Quest’ultimo ha esposto i dettagli di “Bitcoin in Italia: quali opportunità per le ‘monete matematiche’ nel nostro paese?”, evento che avrà luogo nel pomeriggio dell’11 giugno presso la Camera dei Deputati e durante il quale verranno analizzati lo stato attuale e le prospettive future della criptomoneta, anche al fine di capire come inquadrare il fenomeno nell’ordinamento italiano. Barberio è invece tornato sui temi affrontati nella “Lettera aperta al presidente Renzi” pubblicata sul giornale da lui diretto pochi giorni fa. Immagine in home page: Webnews.it 9 giugno 2014

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