Oreste Pollicino* e Pietro Dunn, in “Intelligenza artificiale e democrazia” (Egea), esplorano l’impatto dell’intelligenza artificiale…
Anche le app più comuni possono diventare strumenti di stalking
(Via ANSA)
Lo smartphone, il computer e persino l’automobile possono diventare, se non ci si protegge, mezzi per essere spiati, spesso anche dal proprio partner. Lo sottolinea un report del Citizen Lab dell’università di Toronto, intitolato “Il predatore nella tua tasca”, secondo cui la tecnologia è ormai parte integrante delle violenze domestiche.
Diversi studi, riportano gli esperti canadesi, hanno legato lo stalking ai software spia, che vengono appunto chiamati “stalkerware”, e che spesso vengono pubblicizzati per applicazioni “buone”, come il controllo dei figli o dei dipendenti. Una ricerca in Canada ad esempio ha trovato che il 98% dei colpevoli di violenza nei confronti del partner aveva usato la tecnologia per intimidire o minacciare la vittima e il 72% aveva hackerato le email e gli account dei social delle donne.
“Il fenomeno ha un’ampia diffusione anche da noi – commenta Nicola Bernardi, direttore di Federprivacy – per difendersi ci sono gli antivirus, ma serve anche un cambiamento culturale, bisogna valutare attentamente le conseguenze di tutto ciò che si installa”.
I metodi per spiare sono diversi, sottolinea Bernardi. Ci sono decine di app semplicemente scaricabili dagli store. Chi ha dimestichezza con il deep web può invece trovarne di più sofisticate. “Ma al giorno d’oggi tutto può diventare un mezzo per spiare – sottolinea l’esperto – si pensi alle app per trovare la propria auto, o lo smartphone”.
Fonte: ANSA