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Considerazioni di etica e governance per il contact tracing in pandemia

Il CT, Contact Tracing, è uno degli strumenti per la prevenzione ed il controllo della diffusione di malattie, strumento fondamentale per la sanità pubblica. Tramite Bluetooth e GPS, il CT  può limitare i contatti personali tra operatori sanitari e cittadini. Questo è possibile grazie all’utilizzo di tecnologie digitali che monitorano i contatti, come le applicazioni scaricabili su smartphone.
Un argomento molto sensibile è quello dei problemi di etica sollevati dal tracciamento dei dati personali. Sono problematiche che toccano diversi macro insiemi sociali, come: l’organizzazione dei servizi sanitari, la sanità pubblica, la medicina clinica, la medicina sociale, l’epidemiologia, la tecnologia, il diritto e numerose altre aree.
Nello specifico, le domande di etica coinvolgono aspetti come: la proporzionalità delle informazioni raccolte, la volontarietà dell’uso, il consenso, l’informazione, le regole di gestione, la trasparenza del codice e dei risultati della sua diffusione, i criteri di cancellazione dei dati, la disponibilità gratuita di assistenza tecnica e sanitaria, l’anonimato, e numerosi altri.
Il Gruppo di Lavoro Bioetica COVID-19 dell’Istituto Superiore di Sanità, di cui fa parte il direttore scientifico di DIMT il Prof. Avv. Alberto Gambino, ha pubblicato un rapporto nel quale vengono messe a disposizione le informazioni necessarie per poter affrontare questi temi di etica.
Il rapporto ha messo in luce alcuni aspetti chiave del profilo etico della questione, come la valutazione dell’efficacia, la separazione dei dati personali dai dati relativi alla salute pubblica, la trasparenza, l’informazione, la dimensione solidaristica che deve improntare ogni azione di sanità pubblica.
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