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Come il coronavirus ha eliminato le ultime resistenze alla rivoluzione digitale

Non è la fine del mondo. È la fine del mondo che conosciamo. Quando la crisi sanitaria, addirittura umanitaria in alcune zone della Lombardia, diventerà gestibile e saremo costretti ad affrontare le macerie sociali causate dal virus, ci accorgeremo che la corona economy non sarà una semplice evoluzione dell’esistente, ma un cambiamento epocale della nostra società.

Dopo il virus, non solo cambieremo abitudini e consumi, ma diventeremo un popolo pienamente digitale. Il New York Times e il Wall Street Journal in questi giorni avvertono i lettori che nessun essere umano ha toccato la copia fisica del quotidiano che viene consegnato davanti alla porta degli americani, tranne il delivery boy obbligato a indossare guanti e maschera.

Amazon e i servizi che portano a casa il cibo hanno modificato le interfacce delle loro app per inserire le istruzioni per la consegna dei pacchi, con il divieto per i fattorini di suonare il campanello o il citofono salvo espressa richiesta del destinatario. Ci sarà un repentino abbandono di chiavi e maniglie a favore delle aperture delle porte con il riconoscimento facciale o via smartphone.

Improvvisamente tutte quelle assurdità sulla consegna della spesa o della posta con i droni sembrano argomenti sensati. Perché far entrare in casa un estraneo a fare le pulizie quando i robot già comunemente in vendita aspirano la polvere e lavano i pavimenti?

Continua a leggere l’editoriale di Christian Rocca su Linkiesta.

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