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Corte di Giustizia dell’Unione Europea: le banche possono perdere il diritto agli interessi se violano l’obbligo di informazione

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha esaminato un caso sollevato dalla società polacca Lexitor, specializzata in recupero crediti, contro una banca accusata di non aver rispettato l’obbligo di informazione in un contratto di credito. La controversia riguarda il tasso annuo effettivo globale (TAEG) e la mancata trasparenza sulle modalità di modifica delle spese connesse al contratto.
La Lexitor sostiene che:
- Il TAEG fosse sovrastimato a causa di una clausola abusiva, che non dovrebbe essere vincolante per il consumatore.
- Il contratto non spiegasse in modo chiaro le modalità di variazione delle spese, impedendo al consumatore di comprendere pienamente i propri obblighi finanziari.
Di fronte a queste accuse, il giudice polacco ha chiesto alla Corte di Giustizia se la banca avesse effettivamente violato il diritto dell’Unione e se la perdita del diritto agli interessi e alle spese fosse una sanzione appropriata.
La Corte ha chiarito che:
- TAEG sovrastimato: Non costituisce automaticamente una violazione dell’obbligo di informazione, a meno che il calcolo errato derivi da una mancanza di trasparenza iniziale.
- Modifica delle spese: Se un contratto prevede variazioni dei costi basate su criteri difficili da verificare per il consumatore, potrebbe configurarsi una violazione dell’obbligo di informazione.
- Sanzioni per le banche: Se l’inosservanza dell’obbligo di informazione compromette la capacità del consumatore di valutare il proprio impegno finanziario, la banca può essere privata del diritto agli interessi e alle spese.
Sarà ora il giudice nazionale a verificare l’effettiva violazione e l’eventuale applicazione di queste sanzioni.
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