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I nuovi compiti del giurista tecnologico. Il convegno all’Università Europea di Roma

“Le tecnologie che cambieranno la società e le professioni: intelligenza artificiale, internet delle cose, blockchain, e 5G” è stato il tema del convegno svoltosi presso all’Università Europea di Roma per iniziativa del Corso di laurea magistrale in Giurisprudenza e del suo laboratorio InnoLawLab.

Esperti a confronto per proporre una riflessione economica, politica e giuridica su un mondo del lavoro in continua evoluzione e strettamente legato all’evoluzione tecnologica.

Lo scorso settembre, l’Italia ha aderito alla European Blockchain Partnership Initiative, promossa dalla Commissione Ue con l’intento di creare una piattaforma europea basata sulla tecnologia blockchain per lo sviluppo di servizi pubblici digitali, mentre il ministero per lo Sviluppo economico ha istituito due gruppi di lavoro di esperti su intelligenza artificiale (AI) e blockchain con l’obiettivo di elaborare una strategia nazionale.

“L’Università Europea di Roma con il Corso di studi in giurisprudenza, il profilo in diritto e gestione delle nuove tecnologie e il laboratorio InnoLawLab –  spiega il prorettore Alberto Gambino – ha accettato la sfida del futuro e prova ad anticipare il fabbisogno formativo legato all’industria 4.0: le aziende cambiano, l’economia cambia solo se anche il sistema della formazione cambia e anticipa i tempi”. 

“Le tecnologie di Machine Learning si stanno progressivamente sviluppando nel mercato dei servizi legali”, spiega Marilù Capparelli, legal director di Google, secondo la quale: “il profilo professionale dei legali nel futuro sarà molto diverso da oggi. Parleremo di come comprendere la tecnologia, i nuovi compiti dei legali e di come le relazioni tra uomo e macchina siano essenziali per garantire un futuro prospero alle nuove generazioni di giuristi”. 

La Capparelli si è soffermata anche sulla portata generale dell’IA, sui riflessi e benefici connessi allo sviluppo ed alla applicazione dell’Intelligenza Artificiale, il cui potenziale di migliorare la vita delle  persone è profondo e segnerà in maniera decisiva gli anni a venire.

Un sfida cruciale per il futuro, quella tratteggiata dalla Capparelli, che non riguarda la pur costante ricerca per il miglioramento dei prodotti e dei servizi offerti da Google, ma che concerne e interpellea la società nel suo complesso, in tutte le sue articolazioni, anche per i delicati profili di carattere etico che essa implica.

Esempi possono essere i sensori basati sull’intelligenza aritificiale ideati da due studenti per prevedere il rischio di incendio boschivo o le importanti applicazioni nel campo della medicina per diagnosticare il cancro o prevenire la cecità.  Un impegno da perseguire con grande responsabilità, nei confronti del quale Google intende investire con decisione sulla ricerca e sullo sviluppo dell’IA, rendendola disponibile erga omnes.

Per far questo, occorre agire con ponderazione, mettendo nero su bianco delle chiare linee guida che informino non solo gli aspetti di ricerca teorica sull’AI, ma anche l’azione concreta che ispirerà i prossimi anni.  Google ha annunciato infatti – ha ricordato ancora la Capparelli – i sette principi che guideranno l’azione nel futuro tra i quali essere socialmente utili, elevati standard di sicurezza per quanto concerne sia la privacy che l’eccellenza scientifica.

Ma per essere all’altezza dei principi, tra le iniziative e gli impegni, Google promuove corsi di formazione basati sul progetto “Ethics in Technology Practice” sviluppato presso il Markkula Center for Applied Ethics presso l’Università di Santa Clara e ha costituito team di  ricercatori, utenti, scienziati sociali, esperti di etica, specialisti in diritti umani, consulenti politici, sulla privacy ed esperti legali sia a tempo pieno che part-time, che permettono di valutare costantemente e in maniera multidisciplinare l’impatto dell’AI sulla vita delle persone.

I panel dell’importante convegno hanno visto avvicendarsi anche altri giuristi e rappresentati delle aziende più innovative, in un confronto pieno di spunti: come regolare le piattaforme; come riconoscerne la peculiarità; come tutelare il dato personale, come attivare le difese.

“Oggi la sfida è fare tesoro delle potenzialità dell’intelligenza artificiale senza dimenticare la nostra, di intelligenza” ha affermato con una battuta Massimiliano Dona, presidente Unione nazionale consumatori e membro del Gruppo di esperti del Mise per l’elaborazione della strategia nazionale per l’intelligenza artificiale, mentre Laura Bononcini (Public Policy Director Southern Europe Facebook ) ha spiazzato la platea augurandosi che una normativa che regolamenti l’attività della piattaforma arrivi presto ma che sia “corrispondente alle peculiarità di una società che non è né una media company; né una tech company”.

“Noi siamo nati – ha detto ancora Bononcini – per consentire a tutti di postare un contenuto. Non siamo un social network, ma qualcosa di mezzo tra un media company e una piattaforma digitale. Il giurista tecnologico – prosegue – dovrà riconoscere la nostra specificità bilanciando diversi diritti: sicurezza e privacy, libertà di espressione e hate speech”. “Attraverso l’intelligenza artificiale – conclude – abbiamo la possibilità di individuare e bloccare il 99% dei contenuti legati a terrorismo e pedopornografia e di intercettare atteggiamenti a rischio suicido e autolesionismo”.

Per competere efficacemente a livello globale, osserva Lisa Di Feliciantonio (Head of Media Relations & Public Affairs Fastweb), il 5G svolgerà un ruolo chiave “in quanto abilitatore di queste innovazioni. Il 5G realizzerà una connettività iper performante e ubiqua, con velocità di connessioni enormi e latenza minima, rendendo possibile la trasformazione digitale a tutti i livelli delle catene del valore.

“L’ambiente tecnologico in cui siamo immersi ci offre infiniti servizi e possibilità ma potrebbe esser usato per governarci, e in qualche modo già lo fa”, sostiene Giuseppe Busia, segretario generale Garante privacy. “Dobbiamo noi imparare a mettere il sistema a servizio della persona e non il contrario. Per chi oggi costruisce la propria formazione giuridica, diventa essenziale dedicarsi allo studio del diritto e della tutela dei dati personali, altrimenti non si riuscirà ad esercitare pienamente la propria funzione di giurista ed anche di cittadino”. 

Luisa Crisigiovanni (Segretario Generale Altroconsumo) ha evidenziato l’importanza di preservare il diritto dei cittadini/consumatori di scegliere consapevolmente e dunque di riorganizzare una politica di tutela del consumatore che compari e confronti piattaforme e app.

“Nonostante siamo passati dall’era della società industriale all’era della società digitale, in Italia abbiamo un analfabetismo digitale impressionante”,ha esordito Claudio Cominardi, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Riflettendo su rivoluzione tecnologica e futuro del lavoro, il sottosegretario richiama i magazzinieri robotizzati – “veri droni a terra”, li definisce – impiegati da Amazon, “che fanno il lavoro di 30 magazzinieri umani lavorando h24”. “Bisogna prendere il treno delle tecnologie per non restare indietro rispetto ai competitor internazionali”, avverte richiamando il pool di esperti istituito dal Mise per approfondire le potenzialità di queste tecnologie ed elaborare una strategia nazionale per l’intelligenza artificiale.

“Formare giuristi che, accanto ad una solida conoscenza del diritto, abbiano competenze di leadership strategica e nozioni tecniche per cogliere e sfruttare le opportunità offerte dalla tecnologia all’interno dell’impresa”. Questa la mission del corso di laurea in giurisprudenza dell’Università europea di Roma che attraverso il laboratorio InnoLawLab ha promosso il convegno “Le tecnologie che cambieranno la società e le professioni: intelligenza artificiale, internet delle cose, blockchain e 5G”. Lo spiega Mario Scialdone, professore di InnoLaw Lab, richiamando la comunicazione del 25 aprile 2018 dal titolo “L’intelligenza artificiale per l’Europa”, con la quale la Commissione Ue ha affermato l’importanza di “sostenere l’interdisciplinarità mediante la promozione delle lauree miste, ad esempio in legge o psicologia e intelligenza artificiale”.

“Parlare di privacy nel 2019 non è più una questione di mero adempimento burocratico” e “non significa nemmeno occuparsi di mera sicurezza dei dati e dei sistemi. Il diritto dei dati personali è cambiato: le tecnologie sono avanzate in modo imprevedibile e smisurato, e con esse sono cresciute esponenzialmente le minacce per la libertà e la dignità delle persone”. Questa la premessa di Luca Bolognini, presidente dell’Istituto italiano privacy, intervenuto al convegno su “Le tecnologie che cambieranno la società e le professioni: intelligenza artificiale, internet delle cose, blockchain e 5G” in corso all’Università europea di Roma.

Guido Scorza (responsabile regolazione del digital team) ha ricordato che la digital transformation nella pubblica amministrazione ha faticosamente iniziato un percorso comprendendo che il rapporto pubblico – cittadino è destinato ad essere “intermediato” da app e piattaforme più che da “sportelli aperti al pubblico”. 

Sull’importanza delle blockchain si sofferma Stefano Da Empoli, presidente Istituto per la competitività, al convegno “Le tecnologie che cambieranno la società e le professioni: intelligenza artificiale, internet delle cose, blockchain e 5G” in corso a Roma. Parlando di questa sottofamiglia di tecnologie in cui il registro è strutturato come una catena di blocchi contenenti le transazioni e la cui validazione è affidata a un meccanismo di consenso, distribuito su tutti i nodi della rete, ne sottolinea le principali caratteristiche: “immutabilità del registro, tracciabilità delle transazioni e a sicurezza basata su tecniche crittografiche”.

Andrea Pontecorvo, Presidente Camera Civile Roma e neo consigliere del Coa, ha ricordato il ruolo delle tecnologie anche nella comunicazione dell’avvocato.

 

 

 

Consulta anche: 

Il video del convegno

Intelligenza artificiale: Cominardi (sottosegretario Lavoro), “un miliardo per sostenere le imprese nella transizione digitale”

Intelligenza artificiale: Bolognini (Ist. italiano privacy), “proteggerci da sensori e oggetti non umani, poco tracciabili e ‘responsabilizzabili’”

Intelligenza artificiale: Scialdone (docente), “tecnologie emergenti hanno creato nuovi profili occupazionali”

Intelligenza artificiale: Da Empoli (I-com), “con blockchain trasparenza, tracciabilità e sicurezza transazioni”

Intelligenza artificiale: Busia (segretario Garante privacy), “difesa dati personali rende possibile esercizio di tutte le altre libertà”

Intelligenza artificiale: Dona (Gruppo Mise), “fare tesoro delle sue possibilità senza dimenticare la nostra”

Intelligenza artificiale: Bononcini (Facebook), “giurista tecnologico dovrà bilanciare diritti”. Di Feliciantonio (Fastweb), “bisogno di professionisti in grado di interagire con macchine”

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I nuovi compiti del giurista telematico via www.altalex.com

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