skip to Main Content

Il Decreto Semplificazioni, intervista al Avv. Angelo Lucio Lacerenza, Avv. Alberto Fantini e Avv. Stefano De Marinis


 

Avv. Alberto Fantini, Partner dello Studio Legale Tonucci&Partners. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche e consulente nel settore della gestione dei servizi pubblici e delle concessioni autostradali e aeroportuali.

Avv. Angelo Lucio Lacerenza, specializzato in appalti pubblici e consulente legislativo per singoli parlamentari e Gruppi Parlamentari. È docente di corsi di formazione e master universitari e autore per riviste specializzate nel settore dei contratti pubblici.

Avv. Stefano De Marinis, Of Counsel dello Studio legale Piselli & Partners, e  Vicepresidente FIEC (European Construction Industry Federation). È autore di diversi studi e pubblicazioni scientifiche in materia di contratti pubblici.

 

Lo scorso 7 Luglio 2020 è stato approvato, dal Consiglio dei Ministri, il Decreto Semplificazione che prevede l’introduzione di urgenti strumenti per l’innovazione e l’agevolazione digitale. Il nuovo decreto-legge interverrà per semplificare quattro ambiti specifici:

  • In materia di attività di impresa, ambiente e green economy
  • In materia di contratti pubblici ed edilizia
  • Semplificazioni procedimentali e di responsabilità
  • Misure volte al sostegno ed alla diffusione dell’amministrazione digitale

 

 

Il Decreto Semplificazioni introdurrà strumenti, procedure e presidi innovativi, quali a titolo esemplificativo: l’autocertificazione tramite “AppIO” (app dei servizi pubblici già in uso per la richiesta dei bonus vacanze) e il cd. “Spid”(Sistema Pubblico di Identità Digital). Esso, inoltre, favorirà il ricorso allo smartworking, la progettazione di sistemi e servizi fruibili in forma digitale, la GreenNewDeal e la GreenEconomy nonché l’utilizzo della Pec (Posta Elettronica Certificata) e del Domicilio Digitale.

Come, in un simile contesto, continua a essere garantita la legalità e la trasparenza delle procedure? Ritiene necessario o utile introdurre a tale scopo nuove misure? 

 

Avv. Alberto Fantini : La diffusione di istituti e strumenti innovativi, quali quelli indicati, ferma la loro diversa natura, rafforza a mio avviso la legalità e la trasparenza del sistema. Un uso sempre più diffuso della tecnologia riduce lo spazio di interventi manipolativi sulle procedure peraltro, il nostro sistema prevede una tutela rafforzata sul trattamento e la circolazione dei dati personali. Legalità e trasparenza presuppongono in ogni caso che i cittadini e le imprese abbiano accesso ai servizi tecnologici senza limitazioni o aggravamento dei costi (non sarebbe concepibile un nuovo digital divide). A mio avviso, comunque, il Decreto, non è che sia particolarmente innovativo in quanto gli istituti e strumenti indicati sono già previsti e operativi, quello che invece preoccupa è che nonostante il CAD sia risalente non si sia ancora attuata una completa digitalizzazione della P.A.. Apprezzabile è la previsione di un codice di “condotta tecnologica” che la P.A. dovrà rispettare.

 

Avv. Lucio Lacerenza: La digitalizzazione potrebbe favorire la trasparenza negli appalti, tuttavia manca una integrale e veloce interconnessione tra le amministrazioni dello Stato. Nonostante, infatti, vi sia la possibilità di impiegare strumenti telematici, sussistono aree di mancata “circolarizzazione” delle informazioni tra segmenti della pp.aa: penso alla difficolta’ di svolgere controlli perchè il certificato dei carichi pendenti penali, a differenza del casellario giudiziale, ha valore locale in quanto riporta solo i procedimenti in corso nel distretto nel quale è richiesto, oppure ai tempi di attesa per una stazione appaltante per ottenere l’informativa antimafia delle imprese. L’obiettivo della digitalizzazione è proclamato all’art. 44 del Codice degli appalti, ma manca ancora la normativa di attuazione. Molto è stato fatto – penso ai soddisfacenti risultati del mercato elettronico MEPA – ma è di tutta evidenza come la digitalizzazione delle procedure di gara sia una costola del piu’ ampio ed organico processo di digitalizzazione della pp.aa., che costituisce un investimento necessario ed indifferibile per dare slancio al Paese.

 

Avv. Stefano De Marinis : si tratta di  innovazioni senz’altro auspicabili per far evolvere il “sistema paese” verso obiettivi più in linea con i tempi, e con gli standard operativi dei propri competitor. Per poter competere ed attirare investimenti, in luogo di respingerli, occorre infatti avere un’amministrazione efficiente e tempestiva nelle modalità di reazione, con risparmio di costi e maggiori possibilità di procedere a controlli, anche successivi all’adozione del provvedimento di volta in volta richiesto/ottenuto, ciò che si rende possibile attraverso gli strumenti indicati ed il ricorso all’Innovation Technology in genere. In questo senso la legalità viene maggiormente garantita ad esempio attraverso l’utilizzo di strumenti di notarizzazione informatica com i quali ottenere la certezza e l’immodificabilità dei dati di volta in volta immessi, oltre alla loro accessibilità solo da parte di chi vi ha titolo, superando molte delle obiezioni fin qui insorte in tema di tutela della privacy. Una misura aggiuntiva assolutamente necessaria in questo contesto riguarda la gestione operativa dei bonus fiscali ai quali il Governo ha fatto, per altro giustamente, ricorso, onde stimolare la ripresa produttiva, soprattutto nel settore dell’edilizia privata (c.d. Superbonus – artt. 119- 121 D.L. 34).  

 

 

 

Il Decreto introduce in via transitoria, fino al 31 luglio 2021, una nuova disciplina degli affidamenti di lavori, servizi e forniture. 

Esso prevede i. l’affidamento diretto o in amministrazione diretta per lavori, servizi e forniture di importo inferiore a centocinquantamila Euro; ii. l’applicabilità di una procedura negoziata, senza bando, per i lavori, servizi e forniture di importo pari e superiore a centocinquantamila Euro o inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria.

Ritiene che questi strumenti possano effettivamente contribuire alla ripresa economica del Paese?

 

Avv. Alberto Fantini:  La normativa contenuta nel decreto, che amplia le possibilità di ricorrere a modalità di affidamento diretto ovvero l’applicabilità della procedura negoziata per gli appalti di lavori, servizi e forniture, risente evidentemente del periodo emergenziale dove la Protezione Civile e il Commissario Straordinario per l’Emergenza hanno fatto ricorso a procedure d’urgenza o negoziate senza bando. La stessa comunque interviene sulla disciplina del Codice dei Contratti Pubblici molto più farraginosa rispetto alle previsioni della stessa normativa europea. Rispondendo alla domanda, ritengo che la disciplina peraltro transitoria, non possa come tale contribuire alla ripresa economica del Paese dal momento che a questa, può semmai contribuire lo sblocco di opere pubbliche strategiche rilevanti di cui anche il decreto tiene conto. Inoltre, c’è da dire che ogni riforma,anche minima, della materia degli appalti deve calarsi nella realtà di Amministrazioni pubbliche la cui struttura e organizzazione andrebbero rigenerate al pari della disciplina giuridica.

 

 

Avv. Lucio Lacerenza:  Le misure adottate potrebbero concorrere a dare una spinta al Paese, fortemente colpito dall’emergenza Covid. L’Italia ha tuttavia bisogno di una crescita strutturale e soprattutto diffusa in tutto il territorio. Gli appalti possono contribuire a questo processo e a governare l’ottimale impiego delle risorse pubbliche, ma a condizione di rivedere l’impostazione dell’intero Codice, che ha mostrato più fragilità a partire dal suo varo nel 2016. È necessario innanzitutto semplificare la normativa ed adottare un testo unico degli appalti. In questa cornice occorre poi agire su alcune priorità: professionalizzazione delle stazioni appaltanti, come richiesto dalla UE, e tutela legale del personale, a partire dal RUP, che svolge mansioni in materia di gare; programmazione degli appalti e controlli in fase di esecuzione dei contratti per assicurare efficienza all’azione amministrativa; appalti innovativi per soddisfare i bisogni reali delle stazioni appalti e conseguire risparmi di spesa; promozione delle buone prassi mediante l’adozione da parte di ANAC di bandi-tipo ma soprattutto capitolato-tipo, coinvolgendo gli stakeholders interessati (amministrazioni, associazioni rappresentative di interessi, camere di commercio); semplificazione degli adempimenti anticorruzione anche per agevolare i controlli da parte delle autorità competenti; revisione del sistema di centralizzazione degli acquisti per rendere effettiva la partecipazione agli appalti da parte delle PMI, come richiesto dalla UE; contrasto delle distorsioni della concorrenza dovute alle false cooperative, consorzi di comodo e mercato degli avvalimenti.

 

Avv. Stefano De Marinis:

Quelle indicate sono senz’altro misure, peraltro temporalmente definite, in grado di imprimere una spinta importante all’attività contrattuale della PA, indispensabile per cercare di riequilibrare il -10% di PIL che gli organismi internazionali accreditano al nostro paese per il 2020. Trattasi peraltro di opzioni in linea con le indicazioni rese dall’UE con la Comunicazione (2020/C 108 I/01) del 16 aprile 2020. In effetti, attualmente in sede UE, proprio per l’eccezionalità della situazione conseguente alla pandemia da COVID 19, una serie di presidi in genere destinati a favorire il mercato sembrano attenuati, se non sospesi, proprio per favorire la ripresa. Ciò che al momento va realmente presidiato in tale contesto è la legalità, da intendersi come idoneità anche soggettiva dell’affidatario che dovrebbe essere sempre munito, per qualsiasi importo di affidamento, della certificazione antimafia. Anche in questo senso centralizzazione delle banche dati e ricorso al l’Innovation Technology può essere di grande utilità nella gestione dei dati in grado di presidiare tale profilo.

 

 

 

Back To Top