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Il governo Uk chiede maggiore regolamentazione del web​

Dopo l’ultimo attacco terroristico che ha colpito Londra, il primo ministro Theresa May ha richiesto una regolamentazione di Internet più ferrea.
L’inquilina del n.10 di Downing Street ha ribadito la necessità di un nuovo approccio per affrontare il jihadismo, compresi dei cambiamenti radicali che neghino ai terroristi e simpatizzanti estremisti l’uso di strumenti digitali, in particolar modo di messaggistica crittografata, per comunicare tra loro e pianificare gli attacchi.

“Non possiamo garantire a questa ideologia lo spazio sicuro di cui ha bisogno per diffondersi”, ha detto il primo ministro. “Eppure è proprio ciò che fornisce internet e le grandi aziende che forniscono servizi digitali”, ha aggiunto, chiedendo anche una maggiore collaborazione dei colossi del tech.

“Dobbiamo lavorare con i governi democratici alleati per raggiungere accordi internazionali che regolino il cyber spazio per impedire la diffusione della pianificazione estremista e del terrorismo”, ha proseguito la May. “Dobbiamo fare tutto il possibile a livello nazionale per ridurre i rischi connessi all’estremismo online”.
Tuttavia non tutti sono convinti che maggiori restrizioni sarebbero efficaci.

Peter Neumann, professore che studia violenza politica e fenomeni di radicalizzazione al King’s College di Londra, ha dichiarato secondo la Cnn che dare la colpa al social media è “politicamente conveniente, ma intellettualmente pigro”.

Neumann ha affermato infatti che sono pochi gli individui radicalizzati esclusivamente online. E gli sforzi delle grandi società di social media per contrastare gli account degli estremisti hanno spinto questi soggetti ad abbandonare i siti pubblici e le piattaforme di messaggistica crittografate per le loro conversazioni a scopo criminale.
“Questo non ha risolto il problema, lo ha solo reso diverso”, ha twittato Neumann.

Un altro problema è come i giganti tecnologici, come Twitter o Facebook, si comportano nei confronti della diffusione i messaggi d’odio e di violenza diffusi sui propri social.
Nel Regno Unito, la relazione di un comitato parlamentare pubblicata il mese scorso, ha affermato che le compagnie del web hanno privilegiato il profitto piuttosto che la sicurezza degli utenti, continuando ad ospitare contenuti illegali. Il rapporto ha anche chiesto “sanzioni significative” se le aziende non risolvono la questione rapidamente.
“Le aziende di social media più importanti e più ricche sono veramente lontane dall’adozione di azioni sufficienti per affrontare contenuti illegali e pericolosi”, ha detto il rapporto. “Data la loro dimensione immensa, le risorse e la portata globale, è assolutamente irresponsabile da parte loro non rispettare la legge”.

(Fonte Cyber Affairs)

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