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Indice Desi 2019, l’Italia migliora nella digitalizzazione ma resta indietro
(Via Confindustria)
L’Italia resta fra gli ultimi Paesi (24esima su 28) rispetto ai 5 parametri registrati dall’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Digital Economy and Society Index – DESI), ossia connettività capitale umano, uso dei sevizi internet, integrazione delle tecnologia digitali nelle imprese, sevizi pubblici digitali. E’ quanto risulta dal Rapporto DESI 2019, appena rilasciato dalla Commissione. L’indice monitora le prestazioni digitali globali dell’Europa e misura i progressi compiuti dai paesi dell’UE in termini di competitività digitale. Sono stati anche rilasciati i dati relativi all’approfondimento sul divario di genere digitale (WIS), seconda edizione.
Le maggiori rilevanze. L’83% degli europei naviga su Internet almeno una volta alla settimana (erano il 75% nel 2014). Per contro, solo l’11% della popolazione dell’UE non ha mai usato Internet (rispetto al 18% del 2014).
Ad aumentare in misura maggiore sono stati i servizi di videochiamate e video su richiesta, disponibili su vari programmi informatici e applicazioni per smartphone.
Le imprese sono sempre più digitali ma il commercio elettronico progredisce lentamente. Si registra in particolare una stagnazione del numero di PMI che vendono beni e servizi online (17%).
Un numero crescente di imprese fa ricorso a servizi cloud (il 18% rispetto all’11% del 2014) o ai social media (il 21% contro il 15% del 2013) per dialogare con i clienti e altri partner.
Nel settore dei servizi pubblici digitali, in cui esiste una regolamentazione dell’UE, si registra una tendenza alla convergenza tra gli Stati membri nel periodo 2014-2019.Il 64% degli internauti che trasmettono moduli alla pubblica amministrazione utilizza ora i canali online (erano il 57% nel 2014).
Fattori core di sviluppo. Il report individua tra i fattori cruciali per la progressione della digitalizzazione:
- connettività ultraveloce, lo dimostra la rapida crescita della domanda e degli utilizzi: il 60% delle famiglie UE ha accesso alla connettività ultraveloce di almeno 100 megabit per secondo (Mbps) e il numero di abbonamenti alla banda larga è in aumento. Il 20% delle famiglie utilizza la banda larga ultraveloce, un numero quattro volte superiore rispetto al 2014. Riguardo alla connettività l’Italia risulta al 19esimo posto, in progressione rispetto al monitoraggio 2018 (26esima) più performante rispetto alla media europea per copertura e utilizzi di banda larga mobile, meno per banda larga veloce e banda ultralarga.
- competenze digitali di base: benché la maggior parte dei posti di lavoro richieda almeno competenze digitali di base, più di un terzo della forza lavoro attiva in Europa non le possiede e solo il 31% della forza lavoro possiede competenze avanzate nell’uso di Internet. In questo ambito il punteggio italiano è molto deficitario, 26sima posizione: solo il 44% degli italiani tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base (57% la media UE). Il gap si registra anche nelle professioni e lauree legati alle tlc
L’Italia è in buona posizione, sebbene ancora al di sotto della media dell’UE, in materia di connettività e servizi pubblici digitali. I servizi pubblici online e open data sono prontamente disponibili e la diffusione dei servizi medici digitali è ben consolidata. La copertura a banda larga veloce e la diffusione del suo utilizzo sono in crescita (pur se quest’ultima rimane sotto la media), mentre sono ancora molto lenti i progressi nella connettività superveloce. L’Italia è a buon punto per quanto riguarda l’assegnazione dello spettro 5G.
Tuttavia tre persone su dieci non utilizzano ancora Internet abitualmente e più della metà della popolazione non possiede competenze digitali di base. Tale carenza nelle competenze digitali si riflette anche in un minore utilizzo dei servizi online, dove si registrano ben pochi progressi. La scarsa domanda influenza l’offerta e questo comporta una bassa attività di vendita online da parte delle PMI italiane rispetto a quelle europee. Le imprese italiane presentano tuttavia un punteggio migliore per quanto riguarda l’utilizzo di software per lo scambio di informazioni elettroniche e social media.
L’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) si basa prevalentemente sulla base dati Eurostat, e misura i progressi compiuti dagli Stati membri dell’UE verso un’economia e una società digitali per aiutarli a programmare investimenti e interventi. L’indice comprende anche un’analisi dettagliata delle politiche digitali nazionali e comprende per ogni Paese un capitolo dedicato alle telecomunicazioni.
Fonte: Confindustria
Per approfondire: Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) 2019; Domande e risposte