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Intelligenza artificiale, la strategia del governo per l’Italia

(Via CorCom)

“Proposte per una strategia italiana per l’Intelligenza artificiale”: si intitola così il paper da oltre 80 pagine realizzato dal gruppo di 30 esperti sull’Ai a cui ha dato vita il Mise a inizio anno con il compito di elaborare una strategia nazionale e contribuire al Piano Coordinato promosso dalla Commissione europea. La versione del documento che pubblichiamo in anteprima per i nostri lettori (scarica qui il documento integrale) è datata 10 maggio ossia a pochi giorni dal 23 maggio, giorno, in cui il team lo ha consegnato ufficialmente al Mise. Al netto dunque di revisioni dell’ultim’ora è questo il paper a firma degli esperti del Gruppo che farà da base per la discussione in sede Ue e anche per l’eventuale realizzazione di provvedimenti di tipo normativo.

L’intelligenza artificiale si legge nell’Introduzione è considerata “un’opportunità senza precedenti per incrementare la produttività del lavoro e per consentire progressi straordinari verso lo sviluppo sostenibile” e al punto da “costituire, per l’Italia, l’inizio di una rinascita” una “ReinAissance”. Gli esperti però non nascondono i rischi derivanti dall’uso “incauto” sul fronte in particolare della democrazia e per l’ordine globale. Tre le parti in cui è stato strutturato il documento: la Parte I è dedicata all’analisi del mercato globale, europeo e nazionale dell’AI (Capitolo 1), della strategia Europea in corso di definizione (Capitolo 2) e la visione italiana, antropocentrica e orientata verso lo sviluppo sostenibile (Capitolo 3). La Parte II descrive gli elementi fondamentali della strategia qui proposta: l’AI per l’Uomo (Capitolo 4), l’AI per un ecosistema affidabile e produttivo (Capitolo 5), e l’AI per lo Sviluppo Sostenibile (Capitolo 6). La Parte III descrive la governance proposta per l’AI italiana e propone alcune raccomandazioni per l’implementazione, il monitoraggio e la comunicazione della strategia nazionale in tema di Intelligenza Artificiale.

Oltre ad avere un ruolo di primo piano nell’ambito della discussione in sede Ue gli esperti suggeriscono al governo di “far sentire la sua voce anche a livello internazionale e in particolare nell’ambito del G7. In questo contesto, la recente iniziativa franco-canadese sulla creazione di un panel internazionale per l‘intelligenza artificiale (IPAI) sembra destinata a incontrare la resistenza o addirittura il boicottaggio di soggetti come gli Stati Uniti e la Cina”, si legge nel parte del documento dedicata alle Raccomandazioni. E si raccomanda in particolare al governo “di posizionare l’Italia come protagonista dell’agenda europea sull’AI for good, evitando di accelerare il dialogo internazionale prima di aver definito una posizione comune con gli altri Stati Membri. Ciò implica anche che il nostro paese privilegi iniziative europee alle attuali iniziative franco-tedesche come Jedi”.

Fondamentale poi la creazione di una “governance nazionale per la scienza e la tecnica” con l’obiettivo di “coordinare gli investimenti con un disegno unitario e sinergico”. Secondo il team “questa potrebbe dipendere direttamente dalla Presidenza del Consiglio in supporto alle diverse amministrazioni, sul modello di un Cto Office aziendale”. Una governance unitaria nazionale – suggeriscono gli esperti – “consentirebbe al Governo italiano di utilizzare tutto il technology stack – e di conseguenza l’AI – per dotarsi di competenze, procedure e strumenti per poter meglio monitorare gli impatti delle politiche pubbliche, analizzandone gli effetti ex ante, ricorrendo sistematicamente alla consultazione pubblica, monitorando e valutando ex post gli impatti sul benessere sociale, la crescita e soprattutto lo sviluppo sostenibile”.

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