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Il sistema di giustizia sportiva in Giappone: verso le Olimpiadi del 2020

 

L’introduzione del presidente del Coni, Giovanni Malagò

da sinistra: il prof. Giorgio Resta, Masabumi Suzuki Dean della Nagoya University Graduate School of Law, Giorgio Fabio Colombo, Professore Associato di diritto comparato presso la Nagoya University Graduate School of Law, Dai Yokomizo, Professore Ordinario di diritto privato internazionale presso la Nagoya University Graduate School of Law, i direttori scientifici Alberto Gambino e Giulio Napolitano, Luigi Fumagalli e Giacomo Rojas Elgueta

L’attento uditorio dei direttori e redattori della Rivista di diritto sportivo

ll direttore scientifico della Rivista prof. Alberto Gambino con il capo Gabinetto del Coni Avv. Francesco Soro

LA GIUSTIZIA SPORTIVA IN GIAPPONE

di

Dai Yokomizo e Giorgio Fabio Colombo

Il presente saggio intende illustrare la struttura generale della giustizia sportiva in Giappone. Allo stato attuale, sono individuabili tre principali opzioni per la risoluzione delle controversie sportive: rivolgersi alla Japan Sports Arbitration Agency (JSAA), ai tribunali ordinari dello Stato, oppure agli organi di autodisciplina all’interno delle associazioni sportive individuali.

Lo scopo di questa trattazione è quello di fornire una spiegazione di base per quanto attiene all’interazione fra le tre alternative di risoluzione delle controversie sportive e, allo stesso tempo, di offrire alcune considerazioni comparative rispetto al diritto italiano. Per l’osservatore italiano il panorama giapponese risulta in qualche modo complesso da comprendere, soprattutto a causa della non semplice interconnessione fra i vari meccanismi di risoluzione delle controversie in materia di sport.

Il Giappone non fa eccezione al fenomeno globale della crescente importanza riconosciuta alle controversie sportive e della loro specializzazione; tuttavia, il sistema si trova ancora in una fase embrionale rispetto ad altri paesi, dove la struttura della giustizia sportiva è ben più complessa (ad esempio, appunto, l’Italia). Nel 2003 è stata istituita la JSAA proprio con lo scopo di gestire le dispute in materia di sport.

La prima parte della presente trattazione presenterà il sistema di arbitrato sportivo della JSAA, sottolineandone le peculiarità legate al contesto nazionale. Come detto, per affrontare una controversia in ambito sportivo, vi sono altre opzioni, ossia i tribunali ordinari e gli organi di autodisciplina all’interno delle associazioni sportive: la seconda parte di questo saggio descriverà brevemente il loro funzionamento.

Infine, verranno offerte alcune considerazioni conclusive e di comparazione con l’ordinamento italiano. Il diritto giapponese conosce una certa frizione fra il sistema dei tribunali e la JSAA a causa del fatto che la clausola compromissoria con cui un atleta (o una società sportiva) si impegna a risolvere eventuali controversie tramite l’arbitrato della JSAA ha generato dubbi relativamente alla problematica dell’accesso alla giustizia: la questione è nota anche ad altri ordinamenti ed è stata ampiamente dibattuta a livello internazionale 2. Tuttavia, nel contesto giapponese vi è una questione peculiare legata al fatto che, in base a una nota interpretazione della legge sull’ordinamento giudiziario, le controversie sportive non sarebbero considerate «controversie legali» in senso stretto e,come tali, dovrebbero essere sottratte dalla giurisdizione dei tribunali ordinari. Volendo accogliere questa interpretazione, la JSAA e gli organi di autodisciplina delle associazioni sportive costituirebbero l’unica alternativa possibile e, dunque, non vi dovrebbe essere alcun conflitto di attribuzione giurisdizionale con i tribunali dello Stato . Tuttavia, a giudizio di chi scrive, questa interpretazione è quantomeno discutibile, per le ragioni che esamineremo infra. 

Continua la lettura del saggio del Prof. Dai Yokomizo e del Giorgio Fabio Colombo al seguente link:

http://www.rivistadirittosportivo.coni.it/images/rivistadirittosportivo/dottrina/10_Yokomizo_Colombo_141-156.pdf

C’è da scommettere che si tratterà di giochi olimpici futuristici, in perfetto stile nipponico. Già dalla cerimonia conclusiva delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, con lo spettacolare video del Primo Ministro Shinzo Abe trasformato in SuperMario Bros per l’occasione,  si è intuito quanto i Giapponesi si stiano impegnando per l’evento che li vedrà al centro del pianeta dal 24 luglio al 9 agosto del 2020.

Nuovi centri sportivi, stazioni ferroviarie (ancora) più efficienti e gli aeroporti che si avvicineranno sempre più, idealmente, al centro città.  Tokyo, ad esempio, che si prepara ad ospitare i Giochi della XXXII Olimpiade è una città in grande fermento, dove il livello già incredibile delle sue strutture pubbliche sarà ulteriormente innalzato per favorire i milioni di spettatori e gli oltre 12.000 atleti che giungeranno da tutto il mondo per le Olimpiadi, rendendola capitale sportiva del mondo in uno scenario che prevederà la costruzione di undici nuovi complessi, tra i quali lo Stadio Olimpico, su un totale di 33 strutture che ospiteranno ben 324 gare, in rappresentanza di 33 discipline sportive. Di straordinario impatto scenico saranno le gare di ciclismo su strada, che si terranno nei Giardini del Palazzo Imperiale, un parco ampio oltre 3 chilometri quadrati che circonda l’antichissima residenza dell’Imperatore del Giappone.

In questo quadro di grande attesa, partecipazione e fermento, si inquadra Il sistema di giustizia sportiva in Giappone: verso le Olimpiadi del 2020, svoltosi nella sala giunta del Coni, promosso dall’Università Europea di Roma, il Coni e l’Università Roma Tre che hanno accolto, di fronte ad una attenta platea  di giovani professionisti e redattori della Rivista di Diritto Sportivo, una delegazione di giuristi giapponesi che si è confrontati con quelli italiani sul sistema della Giustizia Sportiva tra Italia e Giappone in vista delle prossime Olimpiadi.

Oltre al Presidente del Coni, Giovanni Malagò, presso la Sala Giunta del Coni sono intervenuti il Alberto Gambino – Condirettore Scientifico della Rivista di Diritto Sportivo, Prorettore ed Ordinario di diritto privato presso l’Università Europea di Roma, Il Prof. Giulio Napolitano, Condirettore della Rivista di Diritto Sportivo e Ordinario di Diritto Amministrativo presso Roma Tre, l’avv. Francesco Soro, Capo di Gabinetto del Coni, Masabumi Suzuki – Preside della Nagoya University Graduate School of Law, Giorgio Fabio Colombo – Professore Associato di diritto comparato presso la Nagoya University Graduate School of La, Dai Yokomizo – Professore Ordinario di diritto internazionale privato presso la Nagoya University Graduate School of Law, Giorgio Resta – Professore Ordinario di diritto comparato presso l’Università degli studi di Roma Tre, il Prof. Luigi Fumagalli,  Ordinario di Diritto Internazionale, Università degli Studi di Milano e il Prof. Giacomo Rojas Elgueta.  

I video degli interventi: 

Il saluto del di Giovanni Malagò Presidente del Coni

L’intervento del Prof. Alberto Gambino 

L’intervento del Prof. Dai Yokomizo

L’intervento del Prof. Giorgio Fabio Colombo (Domande del Prof. Giulio Napolitano e Dai Yokomizo)

L’intervento del Prof. Giorgio Resta

L’intervento Prof. Giacomo Rojas Elgueta

l’intervento del Prof. Luigi Fumagalli

L’intervento del Prof. Giulio Napolitano

 

 

 

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