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La vendita dei dati personali in ambito giudiziario: le conclusioni dell’Avvocato Generale Priit Pikamä della Corte europea di giustizia
Secondo l’avvocato generale Priit Pikamäe, una banca di dati personali può essere venduta, a determinate condizioni, nell’ambito di un procedimento di esecuzione forzata, anche se le persone interessate da tali dati non vi hanno acconsentito. Ciò avviene se il trattamento di dati connesso a una tale vendita è necessario e proporzionato in una società democratica per salvaguardare l’esecuzione di un’azione civile.
Il caso preso in considerazione riguarda una controversia tra una società e un membro del consiglio di amministrazione di un’altra società specializzata nella vendita online. La prima vanta un credito nei confronti della seconda, e nel caso in cui quest’ultima non abbia attivi sufficienti per saldare il debito, potrebbe sorgere la responsabilità patrimoniale del membro del consiglio di amministrazione. Tuttavia, il membro del consiglio di amministrazione ritiene che ciò non sia possibile, poiché la società debitrice possiede due banche dati di utenti della piattaforma online da essa creata, contenenti dati personali di centinaia di migliaia di persone che non hanno acconsentito alla loro vendita a terzi al di fuori di tale piattaforma.
Il giudice polacco, nutrendo dubbi sulla questione, si è rivolto alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Nelle sue conclusioni, l’avvocato generale Priit Pikamäe propone alla Corte di rispondere in senso affermativo. Egli sostiene che le operazioni svolte dall’ufficiale giudiziario per valutare il valore delle banche dati e venderle all’asta rientrano nell’ambito di applicazione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (RGPD). Tali operazioni costituiscono un trattamento dei dati personali ai sensi del RGPD, e l’ufficiale giudiziario deve essere considerato titolare di tale trattamento.
Inoltre, l’avvocato generale ritiene che il trattamento dei dati sia lecito quando è necessario per svolgere un compito nell’esercizio dei pubblici poteri di cui l’ufficiale giudiziario è investito. Infine, per essere compatibile con il RGPD, il trattamento dei dati deve essere necessario e proporzionato per conseguire uno degli obiettivi di interesse generale previsti dal regolamento.
Secondo l’avvocato generale, tra tali obiettivi, quello relativo all’esecuzione delle azioni civili può giustificare il trattamento dei dati in questione. Egli sottolinea che l’esame della proporzionalità spetta al giudice polacco, che deve ponderare tra il diritto di proprietà della società creditrice e il diritto alla protezione dei dati personali degli utenti della piattaforma di vendita online considerata.