skip to Main Content

Laboratorio di Comunicazione sull’Heritage. Intervista alla Prof.ssa Renata Salvarani

 

 

La Professoressa Renata Salvarani è attualmente professore ordinario di Storia del Cristianesimo, Università Europea di Roma, e direttore del Centro Studi Heritage e Territorio.

Il Centro Studi ha come oggetto il patrimonio culturale generato in Italia e nell’area euro mediterranea, nella sua specificità e nella sua interazione con le società e con i sistemi di idee a cui appartiene e con cui interagisce.

 

 

Come nasce, a quali esigenze risponde e in cosa consiste il Laboratorio permanente di Comunicazione del Centro Studi su Heritage e Territorio dell’Università Europea di Roma?

La pandemia che stiamo vivendo sta cambiando in profondità la comunicazione scientifica. Da una parte l’emergenza sanitaria è stata accompagnata da uno tsunami di informazioni, alcune essenziali, altre utili, altre ancora fuorvianti e pericolose. E’ evidente che dalla tempestività dell’informazione scientifica e dalla sua organizzazione dipende la possibilità di salvare vite umane e di superare la crisi: straordinari progressi sono stati compiuti anche grazie all’uso dei social media e al massiccio ricorso al networking on line e della condivisione di banche dati da parte della comunità scientifica.

Dall’altra parte, le restrizioni messe in atto in Europa e nel resto del mondo hanno cancellato o spostato on line la quasi totalità dei congressi scientifici e delle occasioni di confronto e di scambio. Le attività tradizionali delle istituzioni culturali sono state pressoché azzerate.  Al contempo però sono state sviluppate numerosissime, diversificate e innovative iniziative on line. Da questo deriva la necessità di monitorare una fioritura senza precedenti di innovazioni nella comunicazione, di evidenziare good and best practises e di tratteggiare linee guida e strategie operative per il futuro.

 

 

Potrebbe parlarci di questa idea e di come verrebbe implementata per apportare il suo contributo alla comunità scientifica ed accademica?

Prima di tutto si tratta di raccogliere in modo sistematico esperienze di comunicazione realizzate da istituzioni di ricerca, reti europee, singoli progetti, musei, biblioteche e di analizzarle per trarne modelli operativi. Il Laboratorio si pone poi come interfaccia tra la comunità accademica e i focus sulla comunicazione che sono stati attivati nell’ultimo anno all’interno di programmi europei, come Horizon o il COST. Dati, spunti innovativi ed esperienze saranno condivisi per mezzo di forum on line ed incontri con progettisti, operatori, valutatori. Gradualmente saranno messi a punto strumenti operativi, linee guida, un tool kit mirato alla comunicazione scientifica da mettere a disposizione di professori e ricercatori impegnati in progetti di ricerca in ambito nazionale ed europeo. Questi strumenti saranno di grande utilità sia nella fase di impostazione e candidatura di nuovi progetti, in vista della loro valutazione, sia durante il loro sviluppo e nella valorizzazione dei risultati finali. Attualmente, in generale, punti critici sono proprio il follow up dei progetti di ricerca, la disseminazione e le applicazioni dei risultati, il collegamento con il territorio e con la “terza missione” delle Università, in altre parole, le premesse per sviluppare  processi di innovazione radicati nella società e nel tessuto economico.

 

 

Si è tenuto recentemente, in data 1 marzo 2021, l’evento “Communicating the Heritage”. Un tech talk online dove sono intervenuti ricercatori europei di 28 paesi diversi per discutere di quanto  è stato fatto nelle varie aree della comunicazione online.

L’idea del Laboratorio permanente sulla Comunicazione si è concretizzata in quella occasione, a partire da un input del prorettore dell’Università Europea di Roma, Alberto Gambino. Il meeting è stato organizzato all’interno del progetto COST “Underground Built Heritage as catalyzer for Community Value” per fare il punto sulle strategie di comunicazione adottate in questa contingenza. Hanno partecipato i ricercatori impegnati in questo progetto e i componenti di altri networks europei. Ne è emerso un quadro complesso, un work in progress in cui ciascuno è coinvolto in una sfida operativa che è anche metodologica e, aggiungerei, ermeneutica.

A fronte di una grande vitalità della comunicazione scientifica in forme nuove,. l’Heritage si pone come catalizzatore di una molteplicità di esperienze realizzate negli ultimi dodici mesi e tutt’ora in atto, tanto che l’Unesco ha lanciato il programma Memory of the World, un database aperto per la raccolta di iniziative di documentazione e comunicazione del patrimonio culturale on line realizzate durante la pandemia.  L’UNWTO, con la campagna “Share culture today to travel tomorrow”, guarda oltre e punta a promuovere il turismo di domani diffondendo la conoscenza di mete e territori, favorendo la creazione di nuove partnerships on line, promuovendo forme di governance del territorio basate sulla condivisione delle informazioni con tecnologie informatiche. La rete Europeana, una grande vetrina digitale continuamente aggiornata per valorizzare i risultati della ricerca in ambito culturale, ha creato un programma specifico per il digital engagement nell’età del Covid-19: vengono premiate e promosse le idee più innovative finalizzate a mantenere in vita la fruizione di musei, collezioni, singoli capolavori, nonché a creare grazie all’Heritage forme di sviluppo sociale, coesione e innovazione durante l’emergenza. In Italia, il portale Matera Hub punta sugli eventi on line e sulla promozione della grande risorsa per fare ripartire turismo e cultura sostenibili: i percorsi a piedi lungo la penisola, alla ricerca di storia e paesaggi da conoscere in lentezza, da soli o a piccoli gruppi.

 

 

Potrebbe spiegarci quale rilievo viene dato dentro il Laboratorio alle applicazioni informatiche e multimediali, alle tecniche di catalogazione informatica ed ai modelli di mappatura online? Quale importanza e valore ha la dimensione di sviluppo digitale dentro questo progetto?

Sono il cuore del Laboratorio. La pandemia sta inducendo un’accelerazione di tendenze già in atto e di indirizzi molto chiari impressi anche dall’Unione Europea, marca un  punto di non ritorno nel processo di diffusione capillare e massiva delle ICT. Lungo questo percorso la comunicazione legata all’Heritage svolge un ruolo specifico, che apre la speculazione teorica ad implicazioni sociali. Dal punto di vista scientifico ed accademico la sfida è l’elaborazione di nuove metodologie per l’utilizzo di questi strumenti. Dobbiamo chiederci come passare dalla gestione dell’emergenza a nuove strategie di comunicazione scientifica. Che cosa resterà delle sperimentazioni di questo anno? Che cosa sta cambiando e si è già trasformato in modo irreversibile? Quali innovazioni sono destinate a durare? Ad oggi queste domande sono aperte: ecco perché richiedono indagini e studi sistematici.

 

Back To Top