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L’Europa chiede più tutele contro le decisioni degli algoritmi

Avete mai avuto la sensazione che il vostro biglietto aereo costasse di più se acquistato nel weekend e meno se prenotato il mercoledì mattina? O che magari il costo cambiasse se a comprarlo fosse un vostro amico? Da anni c’è il dubbio che certi beni e servizi siano venduti a prezzi diversi a seconda di chi li acquisti, quando e dove.

Con l’intelligenza artificiale che ogni giorno migliora la sua capacità di analisi e profilazione, prendendo decisioni in modo automatizzato a nostre spese, questo problema potrebbe acuirsi, specialmente se portato alle estreme conseguenze come in quei Paesi dove esiste il cosiddetto social score.

Pochi giorni fa il parlamento europeo ha approvato una risoluzione per garantire una maggior protezione dei consumatori nei confronti di aziende che sfruttano la profilazione per adottare decisioni automatiche nei loro confronti quando offrono i loro servizi.

Benché le risoluzioni non siano documenti vincolanti in quanto si tratta di mere raccomandazioni, sono comunque un messaggio chiaro per la Commissione Europea e il Consiglio: è necessario vigilare sull’applicazione delle norme esistenti alla luce dei cambiamenti tecnologici in atto. Già esistono infatti norme per la tutela dei consumatori, della protezione dei dati personali (GDPR), così come sulla sicurezza dei prodotti e sulla vigilanza del mercato.

Secondo il Parlamento bisogna garantire che i consumatori siano in grado di capire quali processi si nascondano dietro le offerte loro proposte, come funzionano gli algoritmi che le generano per poter prendere decisioni informate ed eventualmente optare per altri servizi.

Benché l’Europa riconosca l’utilità e il valore di soluzioni come chatbot e assistenti virtuali per offrire migliori servizi ai consumatori, insiste sulla necessità che questi siano a conoscenza di come funzionino visto che avranno un impatto sempre maggiore sulle loro scelte.

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