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Massimiliano Dona (Unione Nazionale Consumatori): “Il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo rappresenta una tappa fondamentale”

di Eduardo Meligrana Oltre a una stretta sui contratti a termine e multe a chi delocalizza le aziende, il Decreto Dignità prevede un titolo, il terzo (“Misure per il contrasto alla ludopatia”) composto da un solo articolo, che presenta una novità di grande rilievo.

La novità è rappresentata dal divieto totale, senza limiti orari e senza differenziare fra i media, della pubblicità del gioco d’azzardo. Novità costituita anche dall’aver posto un tetto anche per i contratti di sponsorizzazione in essere.

Abbiamo chiesto ad un esperto, l’avvocato Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, la prima associazione consumerista in Italia, che da anni si batte su questi temi, di commentare questo aspetto qualificante del “Decreto Dignità”, trattengiando un quadro dei rischi connessi al gioco d’azzardo ed alla ludopatia e delle iniziative di contrasto.

Avv. Dona, il Decreto dignità è legge e prevede tra l’altro il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo, un tema controverso. Quale è il suo commento?

Credo che ci sia da festeggiare: per chi come noi dell’Unione Nazionale Consumatori si è sempre battuto per un efficace contrasto dei fenomeni legati alla crescente diffusione del gioco d’azzardo, il divieto assoluto di pubblicità rappresenta una tappa fondamentale.

Tengo a precisare che è soltanto l’ultimo approdo di un lungo percorso che ha visto negli anni rafforzare lo strumentario di tutela dell’utenza, riducendo via via l’invadenza della pubblicità e, d’altra parte, rafforzando gli obblighi informativi a carico degli operatori.

Su quest’ultimo versante alcuni importanti tasselli erano stati già realizzati e penso, ad esempio, all’obbligo di indicare le probabilità di vincita di alcuni giochi.

 E’ evidente, però, che nel tempo queste norme hanno parzialmente deluso le loro aspettative e ciò per colpa della sbrigativa applicazione che ne hanno fatto gli operatori dell’azzardo: mi riferisco in particolare al rimando sul sito internet per reperire le informazione relative a percentuali di vincita, che, invece, se correttamente esplicitate, dobbiamo ritenere avrebbero ridotto la “passione” degli italiani per i servizi legati al gioco.

Con l’Unione Nazione Consumatori di cui è presidente si batte da anni contro la dipendenza da gioco d’azzardo e l’invadenza degli spot quali sono i campanelli d’allarme e i rimedi anche di protezione giuridica a disposizione dei consumatori?

Sul versante della pubblicità, credo che questo divieto, seppur a qualcuno possa apparire draconiano, sia l’unico rimedio possibile.

Un po’ per quanto dicevo pocanzi rispetto alle pratiche commerciali attuate dagli operatori,  ma soprattutto per la ormai incontrollabile pervasività della pubblicità in molte forme: dai banner che appaiono durante la navigazione su Internet alle sovraimpressioni che accompagnano la visione di una partita in televisione fino a tecniche ancora più subdole per le quali imputo una responsabilità ai mezzi di informazione e mi riferisco ai servizi televisivi con informazioni sulle quote, prima e durante, le partite di calcio alla televisione, per non dire dei box  sulla carta stampata contenenti ancora una volta le quote delle partite accanto alle informazione sulle squadre, quasi a confondere le informazioni sul gioco con delle notizie.

Atteggiamenti gravissimi ripetutamente denunciati dall’Unione Nazionale Consumatori e che oggi dovrebbero essere fermati grazie al “Decreto Dignità”.

Con la campagna lanciata in collaborazione con Udicon, l’Unione Nazione Consumatori è in giro in tutta Italia (hashtag #VincoSeSmetto), quale  il  messaggio che volete trasmettere?

La campagna #Vincosesmetto che abbiamo recentemente lanciato insieme ai colleghi di un’altra associazione di consumatori, Udicon, si focalizza invece su un aspetto apparentemente puntuale del fenomeno ludopatia e mi riferisco all’annunciata diffusione dei bancomat per i prelievi di denaro contante presso le tabaccherie.

Anche se questo fenomeno, almeno in linea teorica, potrebbe potenziare il servizio bancario al quale noi stessi abbiamo tante volte rimproverato la chiusura di filiali e quindi una minore ramificazione territoriale, esso stesso porta con sé un rischio sul versante della ludopatia e mi riferisco in particolare alla facilità di accesso ai prelievi da parte dei giocatori proprio in quei luoghi dove possono giocare alle slot o acquistare biglietti delle  lotterie istantanee “gratta e vinci”.

E’ chiaro che non c’è un nesso immediato, ma il solo accostamento della possibilità di prelevare denaro in quegli stessi luoghi che oggi vediamo essere i rivenditori privilegiati, i luoghi privilegiati, dove il giocatore si intrattiene desta la nostra preoccupazione.

 Ed è per questo che con questa campagna che prevede una raccolta firme anche online (sul nostro sito www.consumatori.it, è facile aderire in pochi secondi) vogliamo dare un ulteriore messaggio contro la facilità di accesso al gioco.

Confidiamo di portare a termine il nostro progetto, raccogliendo il maggior numero di firme che consegneremo nelle mai del mani del ministro Di Maio al quale riconosciamo di aver scelto tra i primi temi della sua agenda quello del contrasto alla ludopatia: una sfida sociale alla quale nessuno di noi può sottrarsi per l’integrità direi della nostra stessa società.

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