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Nessuno può opporsi all’AI ma servono regole a tutela dei diritti fondamentali

Estratto dal libro “Intelligenza artificiale. Quali regole?” (Il Mulino), di Giusella Finocchiaro: una riflessione sui tanti interrogativi – ai quali non è semplice dare una risposta – posti dallo sviluppo di questa tecnologia.

 

L’intelligenza artificiale è ormai entrata a far parte delle conversazioni quotidiane. Ma come possiamo conviverci? Come sono protetti i dati personali di cui si nutre? Quali sono le regole davvero necessarie? Giusella Finocchiaro – insegnante di Diritto privato e Diritto di internet all’Università di Bologna, avvocato cassazionista e fondatrice e partner di DigitalMediaLaws, boutique legale specializzata in diritto delle nuove tecnologie, socia fondatrice di IAIC – riflette su questi e altri interrogativi nel suo libro “Intelligenza artificiale. Quali regole?”. Ne pubblichiamo un estratto tratto dall’introduzione:

Di intelligenza artificiale si parla ormai quotidianamente: dall’industria al commercio e ai mercati azionari, dalla medicina alla robotica, dai mezzi di trasporto ai sistemi dell’informazione e della comunicazione, sono molteplici gli ambiti nei quali i sistemi informatici intelligenti trovano sempre più applicazione. Molto spesso si invocano nuove regole per disciplinare un tema che solleva problemi etici oltre che teorici e pratici. Ma quali regole? E soprattutto, con quali obiettivi? E quali sono le regole davvero necessarie?

Questo volume si propone di individuare alcune direttrici lungo le quali ordinare il discorso. Si rivolge a tutti: dunque non esclusivamente a un pubblico di giuristi o di informatici, che sarebbero i naturali destinatari di una riflessione sulle regole dell’intelligenza artificiale. Infatti, la questione coinvolge un numero crescente di persone in svariati aspetti della loro vita quotidiana. Basti pensare ai modelli GPT, attraverso i quali è possibile generare testi e contenuti assai simili a quelli prodotti dagli umani. Per questo ho cercato di scrivere con un linguaggio atecnico, per quanto possibile, e di utilizzare uno stile diverso da quello tecnico-giuridico, per esempio limitando al massimo le note. In alcuni casi ho preso spunto da alcune riflessioni che avevo già pubblicato, in diverse sedi, che ho adattato allo spirito di questo libro.

Quali siano le regole veramente necessarie per l’intelligenza artificiale è un interrogativo che, a diversi livelli, coinvolge tutti. Entusiasmo e paura, si sa, condizionano lo sguardo nella vita quotidiana, come negli ambiti specialistici a cui l’intelligenza artificiale si può applicare. Si sta diffondendo la consapevolezza che siamo di fronte non a un fenomeno qualsiasi, ma a un’autentica rivoluzione culturale, a una serie di processi concatenati fra loro che modificheranno profondamente e in maniera irreversibile le nostre società.

 

L’articolo completo su IAIC 

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