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Digitale, cosa dice il piano Colao su 5G, startup e fintech
Rispolverare e aggiornare il programma Industria 4.0. Aumentare i limiti elettromagnetici del 5G. Rafforzare cloud pubblico e sicurezza informatica di Stato. Innalzare le detrazioni per startup e pagamenti elettronici. Investire sulle discipline Stem. Abbonda il lessico dell’innovazione tecnologica nella bibbia che l’ex amministratore delegato di Vodafone Vittorio Colao e gli esperti della sua task force lasciano in eredità al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che prima ha voluto avvalersi della consulenza del gruppo di tecnici e ora, riferiscono fonti ben informate a Palazzo Chigi, ha deciso di mandarlo in pensione in tutta fretta.
Nelle 121 schede del programma di iniziative per il rilancio Italia 2020-22, che Wired ha potuto consultare, si insiste sugli investimenti in innovazione per sostenere la ripartenza di imprese, lavoro, infrastrutture, ambiente, turismo, cultura, pubblica amministrazione, scuola, ricerca e famiglie dopo l’emergenza coronavirus. Tra la rispolverata di vecchi progetti, mandati in soffitta dall’alternarsi degli esecutivi, ritornelli usurati, idee di buon senso e l’indicazione di nuove direttrici, sono otto le aree di investimento in digitale del programma. Che ora, però, potrebbe rimanere lettera morta, perché Conte ha deciso di organizzare gli stati generali dell’economia per farsi consigliare su come uscire dalle secche della crisi legata al Covid-19. Ma cosa consiglia il piano Colao?
1. Smart working e lavoro
Durante le settimane di lockdown Cgil e Fondazione Vittorio hanno calcolato che circa 8 milioni di italiani hanno lavorato da remoto. Più un home working che uno smart working vero e proprio. Tuttavia le aziende hanno preso confidenza con una nuova organizzazione delle proprie risorse umane e, secondo la task force Colao, è il momento di mettere a reddito questo balzo in avanti forzato (erano circa 570mila gli smart worker nel 2019, stando al Politecnico di Milano).
Due le misure, da mettere in atto subito: fissare “una disciplina legislativa dello smart working per tutti i settori, le attività e i ruoli”, con una corsia preferenziale per i genitori con figli fino a 14 anni; adottare nel pubblico e nel privato “un codice etico”. Con quali obiettivi? “Massimizzare la flessibilità del lavoro individuale”, concordare i “momenti di lavoro “collettivo”” e “adottare sistemi trasparenti di valutazione degli obiettivi e della produttività”.
Per il comitato di esperti occorre anche allentare i vincoli di durata e rinnovi dei contratti a termine, specie per quelli che si chiuderanno entro l’anno o all’inizio del 2021. Il timore degli esperti è che a causa degli steccati del Decreto dignità, varato dal precedente esecutivo Conte e ispirato dal Movimento 5 Stelle, e dell’incertezza legata al coronavirus, molti lavoratori a termine restino a piedi. La proposta è di consentire un aumento delle proroghe per valicare il 31 dicembre 2020 e neutralizzare il computo dei 24 mesi di contratto nel periodo che va dall’inizio del lockdown a fine anno.