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Progetto Dottorale “Spazio Digitale” Alta Formazione in Scienze Giuridiche dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Intervista alla curatrice: la Prof.ssa Carmelita Camardi.

 

In occasione del Progetto Dottorale di Alta Formazione in Scienze Giuridiche curato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, la redazione di DIMT ha intervistato la Prof.ssa Carmelita Camardi, la quale è ordinario di Diritto privato nel Dipartimento di Economia dell’Università Ca’ Foscari, dove insegna anche Diritto dell’Internet. Coordina il Dottorato di ricerca in Diritto, mercato e persona, e il Progetto Dottorale di Alta Formazione in Scienze giuridiche, condiviso insieme con altri Atenei italiani e stranieri.

 

 

Il Progetto Dottorale di Alta Formazione che si svolge nel Dipartimento di Economia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, analizzerà a livello giuridico tutte le tematiche inerenti allo “spazio digitale”. Un grande obiettivo data la velocità dell’evoluzione del tema e le implicazioni estremamente attuali. Può parlarci meglio di quali saranno i settori che toccherà il progetto?

Tendenzialmente tutti quelli coinvolti dal “digitale”, come forma dominante dei rapporti economici, sociali e politici. Il Progetto, che nasce da una Convenzione tra Ca’ Foscari e altri otto Atenei italiani e stranieri stipulata diversi anni fa, unisce queste diverse competenze ed esperienze allo scopo di offrire ai dottorandi una formazione interdisciplinare ad ampio raggio. Negli ultimi due anni, il programma formativo ha inteso evidenziare la molteplicità degli aspetti che la trasformazione digitale assume nei diversi settori di relazioni sociali. A partire dalla grande distinzione tra diritto privato e diritto pubblico, per toccare le specificità tematiche dell’uno e dell’altro. Dal diritto contrattuale (toccato dalla contrattazione algoritmica), al regime d’uso delle (nuove) risorse digitali, alla responsabilità da robot, fino alle vaste problematiche dell’elaborazione dei dati personali e dei biga data. Ed ancora, nel diritto pubblico, dai temi della democrazia e della libertà di opinione, a quelli dell’amministrazione digitale, della giustizia predittiva, come dell’impatto dell’economia digitale sulla concorrenza e sulla regolazione dei mercati. Il Progetto prende in analisi la complessa disciplina elaborata dall’Unione Europea, quella degli Stati membri, e quella risultante dalle fonti informali e dalle prassi, specie in quegli ambiti nei quali la regolazione privata corre più veloce di quella ufficiale.

 

Quali saranno gli obiettivi del Progetto di Alta Formazione?

Abituare i giovani ricercatori ad elaborare modelli di conoscenza generali e particolari, utili con riguardo anche a fenomeni specifici, nei quali il diritto non sia assunto soltanto come un insieme di norme, ma come un “oggetto” dal quale ricavare strumenti teorici di comprensione dei processi storico-evolutivi. Questo è un punto piuttosto delicato del programma formativo. Per un verso bisogna conservare la metodologia didattica tradizionale, che insiste sull’acquisizione scientifica degli strumenti interpretativi richiesti dagli ordinamenti multilivello attuali, come pure dalla incessante evoluzione dei fatti. Per altro verso, occorre stimolare la capacità di lettura sistematica dei processi normativi e politici, ed anche abituare i giovani studiosi ad una visione “critica” del diritto, che sia capace di farli riflettere sull’importanza generale, sistemica, delle scelte compiute e sulle alternative possibili. Ad esempio, se si affronta il tema della regolazione del mercato delle piattaforme, occorre spiegare come si combinano il principio della libertà di stabilimento e di organizzazione con i principi di trasparenza e correttezza nei rapporti contrattuali con i vari partners. Ed ancora, se si illustrano i meccanismi degli algoritmi predittivi applicati alla giustizia, occorre evidenziare la doppiezza di questi strumenti e insegnare a bilanciare il principio dell’efficienza dei procedimenti con quelli che assistono la tutela della persona e il carattere garantista della disciplina processuale.

 

Il Progetto prevede incontri dedicati ai diritti della persona, all’evoluzione digitale tramite Intelligenza Artificiale, attività delle piattaforme, strumenti algoritmici per l’elaborazione delle decisioni giudiziarie. Quale sarà nello specifico la formazione in questi ambiti offerta dal Progetto? Si potranno trovare risposte a interrogativi riguardanti le tutele dei diritti delle persone in questi ambiti?

Come dicevo, il modello di formazione include lo studio delle normative ufficiali, ma anche delle prassi ancora non formalizzate dai regolatori. In questo contesto, il nostro obiettivo è senz’altro quello di ricostruire gli strumenti di tutela dei diritti della persona, come singolo e come attore interessato nei processi che lo riguardano: da quelli amministrativi o giurisdizionali a quelli concernenti i suoi rapporti sociali. Il Progetto persegue un doppio binario di analisi e di riflessione. Quello che mette a tema la trasformazione digitale dal punto di vista dei modelli di rapporti sociali e istituzionali creati attraverso le  nuove tecnologie organizzative (dalle piattaforme di intermediazione e/o di lavoro, ai portali on line per la raccolta dei capitali, alle piattaforme utilizzate dalle amministrazioni locali per i rapporti con i cittadini). E quello che ricostruisce la posizione individuale del singolo, della persona, all’interno di queste nuove relazioni digitali.  E anche qui, vengono in rilievo diversi profili: quelli attinenti ai diritti individuali fondamentali; e quelli attinenti ai diritti specifici indotti dalla singola relazione: i diritti contrattuali, i diritti al risarcimento del danno, i diritti specifici al controllo dei propri dati personali. Dunque, la persona nella sua complessità: come titolare di diritti non negoziabili, e come attore giuridico dei processi sociali nei quali si trova coinvolto.

 

 

 

Per maggiori approfondimenti, rimandiamo di seguito al link dell’evento:

Progetto Dottorale di Alta Formazione in Scienze Giuridiche

 

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