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Realtà virtuale, in uno smartphone la didattica del futuro

Smartphone: da “demoni” produttori di endorfine social a potenti strumenti didattici per una scuola digitale. È il cambio di paradigma che può realizzare la realtà virtuale: lo dimostra il lavoro attuato da un team di creativi. Vediamo come avviarne il passaggio.

Gli attuali smartphone sono dotati di potenti strumenti tecnologici. Fotocamere, sensori di movimento, biometrici, microfoni, giroscopi, bussole che consentono di produrre filmati di buona qualità con possibilità di “esperienze” immersive. L’utente viene proiettato in unmondo virtuale, ma reale.

Possiamo utilizzare le nuove tecnologie per aumentare le nostre capacità cognitive, come veri cyborg? È azzardato affermare che tutti noi, in qualche modo, siamo diversamente abili in qualcosa e che, grazie ai nuovi dispositivi interattivi, possiamo essere accompagnati a superare alcune nostre difficoltà quotidiane? Siamo all’alba di una nuova era?

Un gruppo di giovani creativi, riunito in una associazione culturale, ha incominciato a sperimentare questo nuovo approccio: un ingegnere, un artista ed un archeologo, hanno ragionato sull’utilizzo innovativo della tecnologia e dare risposta a queste domande. Si è cercato di sperimentare direttamente sul campo come si può cambiare punto di vista (shift paradigm) utilizzando le nuove tecnologie, che ormai ci circondano, realizzando laboratori sperimentali e gruppi di studio. L’associazione ha realizzato esperienze prototipali di sviluppo, mediante laboratori nei quali diversi “team” con competenze eterogenee e trasversali, hanno cominciato a sviluppare, a fini didattici, microprogetti di video immersivi a 360° e ad alta risoluzione stereoscopici.

 

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