La Commissione europea ha recentemente pubblicato i primi progetti ai quali è stato assegnato il…
Stati Generali dell’Innovazione: un weekend creativo tra Bevagna e Foligno
di Fulvio Ananasso, Presidente di Stati Generali dell’Innovazione
Stati Generali dell’Innovazione (SGI), Associazione attiva in vari settori della Trasformazione Digitale del Paese – infrastrutture a banda ultralarga e geospaziali, competenze digitali, co-creazione e valorizzazione di monumenti ed eredità culturali digitali, sviluppo sostenibile, inclusione e cittadinanza digitale, intelligenza artificiale / big data, mentoring / formazione, … – ha organizzato un incontro pubblico a Bevagna-Foligno (PG) dal 6 all’8 luglio per una tre giorni di full-immersion tra riflessioni generative nel verde agrituristico di Bevagna e confronti con iniziative e progetti tecnologici presso il Centro Studi Città di Foligno. A distanza di un semestre dall’insediamento dei nuovi vertici, l’obiettivo consisteva nello scambiarsi idee e generarne insieme di nuove, aggiornarsi su nuove opportunità e tecnologie, ragionare sulle prospettive dell’Associazione in un ambiente rilassante e pieno di entusiasmo partecipativo.
Una delle prime riflessioni (venerdì 6 luglio) ha riguardato l’interpretazione corretta del processo di Trasformazione Digitale, partendo dai concetti di “digitale” e “dato spaziale”. In generale si tendono a ridurre le potenzialità della Trasformazione Digitale ad un processo di digitalizzazione concepito come “digi-copiatura” di oggetti e processi materiali in termini di informazioni gestibili al computer, con tendenza a operare su due mondi separati – ciò crea grossi problemi, ad esempio nella gestione delle relazioni con le generazioni più giovani, che non percepiscono assolutamente tale separazione. Questo fenomeno è stato ben evidenziato e discusso durante il recente Symposium “Connecting the Dots: Young People, Social Inclusion and Digitalisation”, organizzato dalla Youth Partnership between Council of Europe and European Union. Simili difficoltà si incontrano nel caso del patrimonio culturale, dove il digitale viene definito dal Consiglio d’Europa come una ‘terza categoria’ a fianco di quello tangibile e intangibile, creando difficoltà a livello di pensiero e di linguaggio.
La discussione ha riconosciuto la natura assolutamente materiale del digitale in quanto energia, resa manipolabile dalla tecnologia in modo tale da consentire la creazione dei più disparati modelli di rappresentazione per via numerica. Non c’è differenza dal punto di vista logico nel processo di creazione di una immagine dipinta ad olio o raffigurata attraverso i pixel di uno schermo. Si crea significato per la mente umana manipolando nel primo caso la massa dei colori, nel secondo l’energia richiesta per generare la codifica numerica voluta.
La Trasformazione Digitale necessita che il concetto di “virtualizzazione” sostituisca quello più limitato di “digitalizzazione”, come individuazione e descrizione algoritmica della “vis” ovvero dell’essenza dei processi che osserviamo intorno a noi. Tanto più ove si dedichi attenzione ad un particolare aspetto della trasformazione digitale, la cosiddetta Geospatial Revolution, il fenomeno evolutivo della cultura geografica che accompagna la trasformazione digitale della società contemporanea. Esplorando a ritroso le condizioni che hanno favorito la nascita dell’Homo Geographicus, abbiamo immaginato in una sorta di flashback che l’individuo delle prossime generazioni – l’Homo Virtualis – sarà intrinsecamente localizzato e permanentemente connesso nel multi-spazio analogico (Biosfera) + digitale (Rete). In ragione di sollecitazioni evolutive, la sua mente avrà ampliato le capacità della propria intelligenza spaziale, acquisendo competenze nell’uso del pensiero spaziale adeguate per vivere consapevolmente in tale multi-spazio, traendone vantaggi per se stesso e per i suoi rapporti sociali, ma sapendo anche interpretare con equilibrio le problematiche psicologiche ed etiche indotte da questa trasformazione antropologica. L’Homo Virtualis sarà anche Homo Geographicus.
Al riguardo, vale la pena sottolineare come, anche in riconoscimento del contributo fornito da SGI nell’ambito delle attività del Gruppo di Lavoro istituito per redigere la norma UNI relativa ai profili professionali per il settore della Geo-ICT, l’Assemblea dei Soci UNINFO del 19 aprile u.s. ha deliberato di ammettere Stati Generali dell’Innovazione come Socio Onorario UNINFO. Inoltre, Fulvio Ananasso (Presidente SGI), Sergio Farruggia (Vice Presidente SGI e Segretario AMFM GIS Italia) e Monica Sebillo (Presidentessa di AMFM GIS Italia) hanno messo in cantiere una rubrica divulgativa mensile su TechEconomy, cercando di approfondire i temi principali della “Rivoluzione Geo-digitale” tenendo presente i 17 Sustainable Development Goals (SDG) stabiliti dall’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, ed evidenziando (se e) come gli argomenti trattati contribuiscano – o possano contribuire – al raggiungimento degli obiettivi 2030 – e al miglioramento del contesto della nostra vita. Le uscite sin qui disponibili dallo scorso novembre riguardano: 1. La rivoluzione Geo-Digitale; 2. Informazione geografica: quali profili professionali? 3. Uno sguardo al mercato globale del settore geospaziale; 4. Il mercato del settore geospaziale: quale il ruolo dell’Italia? 5. Geo-spatial revolution: opportunità, mercato e prospettive di sviluppo; 6. Tecnologie e applicazioni GIS per smart communities; 7. GeoDigital Transformation: e l’Italia? 8. Rapporto GeoBuiz: il mercato globale del settore geospaziale; 9. Geospatial Digital Transformation: verso la Società 5.0.
La mattina di sabato 7 luglio è stata dedicata al tema dello sviluppo delle competenze digitali, da sempre caro a SGI. I lavori sono stati aperti da Peter Palvolgyi, Direttore di All Digital, ONG europea per la promozione delle competenze e dei lavori digitali, che ha introdotto il tema DigComp (“A Framework for Developing and Understanding Digital Competence in Europe”), quadro di riferimento comune per le competenze digitali. Dopo aver presentato alcuni sistemi di sviluppo delle competenze, si è passati ad una sessione di peer review dei risultati della prima fase del progetto “DCDS – Digital Competence Development System”, volta ad individuare le categorie di adulti più adatte come beneficiarie e sperimentatrici della piattaforma in sviluppo.
Nel pomeriggio del 7 luglio è stata effettuata una attività di approfondimento e mentoring dei team in gara e valutazione in itinere dei progetti di co-creazione digitale nella fase “open doors” della maratona digitale Social Hackathon Umbria (#SHU2018) del Centro Studi Città di Foligno, in collaborazione con 7 progetti europei gestiti da agenzie e scuole della Regione. Si tratta di uno dei più rilevanti eventi nel suo genere a livello nazionale, giunto alla sua terza edizione. Mondo del lavoro, competenze digitali, spirito di iniziativa e imprenditorialità sono stati i temi della sfida #SHU2018, che insieme ad una serie di eventi collaterali hanno portato in città esperti e appassionati di tecnologia e innovazione provenienti da tutta Europa.
Oltre 250 persone hanno partecipato a #SHU2018, tra cui 30 stranieri provenienti da 8 Paesi Europei (Belgio, Francia, Grecia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Svizzera), in un positivo processo di ibridazione culturale che ha ricevuto il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. All’evento erano presenti anche 20 giovani provenienti da tutta l’Umbria che avevano preso parte a percorsi formativi gratuiti su competenze digitali avanzate, 10 rappresentanti della cooperazione giovanile provenienti da diverse realtà italiane e 30 rifugiati che sono stati formati come volontari di facilitazione digitale in collaborazione con Caritas e ARCI.
Oltre 70 hacker, provenienti da varie parti d’Italia e d’Europa, al lavoro su sei progetti digitali, suddivisi in tre sfide: B-Kids, B-Youths e B-Work. 48 le ore a loro disposizione per ideare, sviluppare e presentare soluzioni digitali innovative, due notti e due giorni di lavoro ininterrotto che li hanno portati a consegnare il prodotto definitivo. Per le sei squadre una vera full immersion di programmazione, codice informatico, grafica, design e organizzazione dei contenuti. Le squadre si sono focalizzate su una web-app a supporto della gestione partecipativa dei compiti nelle comunità ‘eco-village’, un servizio online di orientamento e prima assistenza ai migranti che devono interagire con le Istituzioni pubbliche, un sistema di creazione e gestione di attività di ‘edu-tainment’ nelle scuole di ogni ordine e grado, un marketplace per l’incontro tra la domanda di assistenza per l’entrata nel mondo del lavoro e l’offerta di supporto volontaria, una app per la creazione partecipativa di una guida ai punti di interesse culturali (con particolare attenzione a quelli significativi per le etnie ospiti in un paese) e un ambiente di gioco in 3D per lo sviluppo della consapevolezza su temi ambientali.
Nei due giorni di lavoro degli hacker si sono svolti vari eventi collaterali, tra cui l’incontro “StartUp Grind Foligno”, coordinato dalla software house locale Lucky Seven, la presentazione delle iniziative EPALE Italia organizzata da INDIRE e tour “muse-atrali” alla scoperta dei fantasmi digitali della Quintana 4D — visite guidata delle Sale del Museo 4D della Quintana. Una vera e propria avventura, trasportati all’interno del mondo virtuale della Giostra della Quintana di Foligno, provando in prima persona l’emozione di attivare un contenuto digitale in realtà aumentata o vivendo un’esperienza virtuale immersi in un video a 360°.
La manifestazione #SHU2018 si è conclusa domenica 8 luglio con la presentazione dei progetti e la proclamazione dei vincitori. Per la categoria B-Kids è stato premiato il progetto B-TEaCH, un gioco digitale interattivo per sviluppare l’orientamento dei ragazzi, uno strumento che i docenti di ogni ordine e grado potranno personalizzare e utilizzare nei processi di apprendimento. Team manager della squadra vincitrice: Filippo Zordan e un gruppo di insegnanti provenienti dall’organizzazione slovena Simbioza. Per la categoria B-Youths si è aggiudicato la vittoria il progetto Click’n’chat, una app che consentirà ai giovani in cerca di lavoro di connettersi con volontari in grado di supportarli. La squadra è stata capitanata da Thomas Vandriessche (WeTechCare, Francia) e Giuseppe Arrigo. Per la categoria B-Work, ad aggiudicarsi il premio è stato il team di ecOpp, un’applicazione per facilitare la comunicazione e lo scambio economico e sociale negli eco-villaggi. Team manager della squadra vincitrice lo sviluppatore folignate Alberto Fecchi e l’ideatrice del progetto, Leonor Afonso dell’organizzazione svizzera Ynternet.org. Inoltre Davide Ceccarelli è stato premiato con “Best 3D Storytelling”, Marcello Perrone come “Best Coding Project”, mentre Andrea Emili e Nicola Pioli si sono aggiudicati il premio “Best Graphic Design Project”.
Durante la premiazione Mario Margasini, presidente dell’Associazione Centro Studi Città di Foligno, ha ringraziato tutti i partecipanti, in particolare per “il valore reale e concreto dei prodotti realizzati in questi giorni”. “Un evento di livello nazionale ed europeo che vuole mantenere accesa l’attenzione sui temi legati ai giovani e al loro l’attenzione sui temi legati ai giovani e al loro inserimento nel mondo del lavoro, accrescendo le loro competenze nel campo digitale”. A sottolineare il successo della manifestazione Altheo Valentini (Tesoriere SGI), ideatore e realizzatore dell’Evento con i suoi giovani ed entusiasti collaboratori di Egina Srl: “Un’esperienza straordinaria partecipata non solo dai ragazzi di Foligno, ma che ha suscitato l’interesse da molte parti d’Europa e che ha prodotto sei progetti di grandissimo livello che dobbiamo assolutamente valorizzare”.
Domenica 8 luglio è stata dedicata ad approfondimenti dialogici su Blockchain, Etica dei dati e piattaforme e iniziative per l’Innovazione nella Città Metropolitana di Roma.
Sandro Fontana, information security architect, ha effettuato una approfondita analisi della “blockchain” (BC), tecnologia trasparente e aperta che implementa un libro mastro condiviso, affidabile e sicuro, senza un’autorità centrale fiduciaria, che impedisce ogni forma di censura. Chiunque può connettersi a questo tipo di sistema e diventare un validatore, disponendo – in qualità di partecipante – di una copia completa di tutte transazioni effettuate. Siamo peraltro convinti di trovarci al periodo Cambriano delle Blockchain. Non dobbiamo quindi cercare a tutti i costi di utilizzare una soluzione, per risolvere problemi che ancora non abbiamo trovato. Sono stati trattati i concetti base della crittografia e tecnologie abilitanti, blockchain e criptovalute, principali aree di possibile applicazione, miti, realtà e limiti; …
A conclusione dell’intervento, Fulvio Ananasso (Presidente SGI) ha enfatizzato per completezza di esposizione i limiti attuali e le opportunità future (peraltro significative e da monitorare, “the next big thing”), come le applicazioni BC-based permissionless (e.g. smart contracts) non siano al momento real time, a meno di approcci permissioned – gruppi chiusi, più Distributed Ledger Technology (DLT) che BC -; costi tuttora imprecisati e non insignificanti; consumi – i sistemi permissionless implicano competizione tra miners, al momento basata sulla complessità degli algoritmi per il proof of work (PoW), che consumano enormi quantità di energia -; poche transazioni al minuto per applicazioni business, ogni blocco con poche transazioni e tempi di caricamento dell’ordine dei 10’; realistica certezza di transazione a buon fine dopo almeno 3-4 blocchi (> 30’); ecc.
Fulvio Ananasso ha poi presentato alcune considerazioni su “Etica e Responsabilità Sociale nell’Economia Digitale”, una linea di monitoraggio di Stati Generali Innovazione nel settore dell’Etica dei Dati, Algoritmi e Piattaforme con lo scopo di promuovere lo sviluppo e la conoscenza di internet / ICT, assicurandosi che il miglioramento della qualità della vita e lo sviluppo economico stimolati dal progresso tecnologico non facciano dimenticare la necessità che “etica” e “bene comune” siano al centro di tutte le attività collegate alla Società della Rete.
Su tali argomenti di estrema rilevanza si tornerà in maniera più approfondita in successive comunicazioni. Basti sottolineare in questa sede come occorra incoraggiare l’assunzione delle responsabilità sociali di tutti gli stakeholder (Società Civile, Imprese, Finanza, Istituzioni, …), la gestione di persone e risorse finalizzata a migliorare la qualità della vita, identificando e sostenendo politiche atte a proteggere la dignità degli utenti e delle persone influenzate dai sistemi e dalle relative tecnologie — (nuovi) lavori “digitali”, riservatezza, protezione dei dati personali, trasparenza, ecc. Le soluzioni big data, cognitive computing, intelligenza artificiale, … (con conseguenti associate possibilità di user profiling) pongono nuove sfide etiche che richiedono un processo di maturazione ed evoluzione dei criteri di valutazione, sia per i professionisti che lavorano nel settore che per coloro che devono definire policy e regole di comportamento e gestione.
Fino agli anni ’60, il progresso tecnologico è stato infatti funzionale alla ricostruzione del dopoguerra. Il trentennio successivo ha visto un prorompente sviluppo dell’ICT / telematica, che ha dato impulso a nuove forme di interazione sempre più diffusa delle persone con le tecnologie emergenti, culminato alla fine del secolo scorso con la messa a disposizione di tutti di reti e servizi internet. Successivamente, con l’avvento della scienza dei dati e relative implicazioni (profilatura, sistemi predittivi / prescrittivi, intelligenza artificiale, … ), il valore delle informazioni non risiede più esclusivamente nel loro scopo primario ma anche (e soprattutto) negli utilizzi secondari.
Il mondo sta cambiando così rapidamente che si sente l’esigenza di un afflato filosofico-umanistico piuttosto che ingegneristico. Occorre fermarsi a riflettere, e rispolverare aspetti e competenze sociologiche, filosofiche, matematiche, statistiche, … più che (soltanto) strettamente tecnologico-ingegneristiche. C’è anche troppa “tecnologia”, con il rischio di venirne stritolati…
I temi in questione sono altresì trattati nell’ambito dei rapporti sempre più stretti con l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) per il presidio dei 17 Sustainable Development Goals (SDG) dell’Agenda ONU 2030, del Forum delle Diseguaglianze e Diversità, nella preparazione dell’Internet Governance Forum Italia 2018 – dopo IGF Italia 2017 (Bologna, 20-21 novembre 2017) dove SGI è intervenuta in vari contributi sull’argomento -, a vari seminari e Alternanze Scuola Lavoro, convegni, workshop, ecc. per dare visibilità ai temi di Etica nell’Innovazione. E’ in corso il consolidamento di SGI nel network EthosIT, e il presidio dei temi legati allo sviluppo professionale / nuovi “lavori” digitali riguardo ai temi dell’Etica e Responsabilità Sociale – di Impresa (Corporate Social Responsibility, CSR) e tutti gli stakeholder.
Nel corso della successiva conversazione “Innovare è Semplice?” con Flavia Marzano, Assessora a Roma Semplice, sono stati trattati temi relativi alla formazione / mentoring, ad iniziare dai Punti Roma Facile (PRoF) istituiti dal suo Assessorato, che hanno visto una partecipazione attiva di Stati Generali dell’Innovazione nelle docenze (Municipi III e XIV di Roma). L’Associazione ha altresì effettuato attività di mentoring di progetti innovativi / startup presso la “Palestra dell’Innovazione” (Phyrtual Factory) della Fondazione Mondo Digitale di Roma, e testimonianze sui principi di Internet e relative infrastrutture di comunicazione elettronica, principali servizi online, social network, tracciamento e profilatura degli utenti, nuovi lavori nell’Economia digitale, Etica e innovazione responsabile per uno sviluppo sostenibile; open data, big data, internet of things (IoT), Intelligenza Artificiale, Realtà Aumentata e Virtuale, … Tali testimonianze hanno riguardato sia i citati Punti Roma Facile che alcune giornate di Alternanza Scuola Lavoro – ad esempio presso l’Università LUMSA con il Liceo Classico Pilo Albertelli di Roma. Stiamo ragionando con LUMSA e il Club dei Dirigenti delle Tecnologie dell’Informazione (CDTI) per istituzionalizzare / ampliare tali attività di mentoring a partire dal prossimo anno, estendendole ad altri studenti sia liceali che Universitari.
Relativamente al Forum Innovazione del Comune di Roma, SGI è attivamente impegnata – oltre che nel settore competenze digitali – nel presidio e monitoraggio delle attività operative ed iniziative Istituzionali nel settore della banda ultra larga (BUL), net neutrality, 5G, … relativamente ai temi legati al continuo aumento di traffico IP e la conseguente necessità di realizzare reti di nuova generazione sempre più veloci e performanti — NG(A)N, next generation (access) network. La Strategia Italiana per la banda ultra-larga prevede entro il 2020 la disponibilità di 30 Mbps per tutti, e di 100 Mbps ad almeno l’85% della popolazione (in modo da avere almeno il 50% di abbonati all’ultra broadband). L’avvento del 5G, standard tecnologico operativo entro il 2020÷2022 (in base ai Paesi), richiederà verosimilmente una completa rivisitazione dell’intero tema della «neutralità» (rete, servizi, piattaforme, ecc.) come sin qui declinata, rappresentando un nuovo paradigma fisso-mobile in grado di abilitare una serie di nuovi servizi personalizzati – applicazioni internet of things (IoT), driverless cars, droni, … -, con velocità 50-100 volte maggiore del 4G, latenza <5 msec, ingenti volumi di dati scambiabili in mobilità, ecc. Addirittura, l’Università di Oulu (Finlandia) inizierà la ricerca sulle reti mobili 6G prima ancora che le reti 5G abbiano avviato le operazioni commerciali! In tale framework si inserisce la partecipazione SGI al Tavolo “Smart City” del Forum Innovazione del Comune di Roma Capitale per la sperimentazione 5G con Ericsson-Fastweb-ZTE (2018-2019), relativamente ad applicazioni di realtà virtuale immersiva per la valorizzazione dei beni culturali, smart mobility e sicurezza / telesorveglianza.
Infine, SGI ha attivato contatti preliminari con vari Enti (All Digital, CNR, Comuni Piemontesi, LUMSA, Università di Roma, …) per iniziare a discutere possibili alleanze e collaborazioni su progetti concreti di innovazione sociale, anche prendendo spunto dalla presenza autorevole SGI nella rete DiCultHer (Digital Cultural Heritage, Arts and Humanities School).
Il weekend di ‘contaminazione’ si è concluso nel pomeriggio di domenica 8 luglio con il mandato di approfondire i temi citati sopra (infrastrutturazione, virtualizzazione / Geo-ICT, Blockchain, Etica e Innovazione,…), di organizzare in autunno-inverno un workshop teorico-applicativo su Blockchain (con un’ottica realistica e pragmatica) preso il Comune di Roma, un convegno con l’Università di Tor Vergata l’8 ottobre p.v. su 5G e satellite, ecc., oltre a webinar a cadenza mensile o bimestrale su questi ed altri argomenti di interesse della comunità, onde contribuire attivamente all’Agenda dell’Innovazione del Paese.