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Valanghe e responsabilità. Il pericolo di un diritto “incerto”
*Ha registrato un successo di pubblico il convegno che si è tenuto a Pinzolo (TN) lo scorso 16 marzo nell’ambito della 52^ edizione dei Campionati Italiani di Sci Avvocati e Magistrati, manifestazione sportiva gestita, quest’anno, dall’Ordine Forense di Rovereto, in collaborazione con l’Associazione Ski Lex Italia e l’Azienda per il Turismo di Madonna di Campiglio – Pinzolo – Val Rendena.
L’incontro, che ha avuto il patrocinio della Rivista di Diritto Sportivo del CONI, del Consiglio Nazionale Forense e della Scuola Superiore dell’Avvocatura, è stato dedicato al tema della prevenzione dei sinistri in area valanghiva in ottica interdisciplinare, coinvolgendo periti, magistrati e docenti universitari.
L’introduzione è stata affidata al Prof. Avv. Salvatore Sica (Consigliere CNF), che ha sapientemente coordinato il programma degli interventi. Il primo relatore (Mauro Valt, operatore del Centro Valanghe di Arabba) ha evidenziato dati statistici e aspetti tecnici legati al monitoraggio delle valanghe lungo l’arco alpino e appenninico, offrendo una panoramica dei fattori che possono determinare un distacco nevoso per un corretto inquadramento del fenomeno.
L’intervento del Prof. Umberto Izzo (Associato di Diritto Privato presso l’Università degli Studi di Trento) ha centrato l’attenzione sui confini dell’area sciabile, per poi evidenziare la sempre maggiore fruizione turistica del “fuori pista” e di ciò che essa comporta sul versante della responsabilità civile e dei profili assicurativi.
Di seguito, l’Avv. Stefania Rossi (Assegnista di ricerca di Diritto Penale presso l’Università degli Studi di Trento) ha contestualizzato la responsabilità penale connessa all’esercizio di attività sportive in “fuori pista”, segnalando le maggiori criticità emerse nell’accertamento giudiziale del reato di valanga colposa[1].
Il Dott. Carlo Busato (Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Bolzano) ha affrontato una puntuale analisi casistica, rilevando l’incidenza degli aspetti legati all’antropizzazione del territorio e al principio di autoresponsabilità del singolo.
La relazione della Prof.ssa Lucia Savadori (Associato di Psicologia Generale presso l’Università degli Studi di Trento) ha riguardato alcune costanti cognitive che connotano la percezione del rischio e i processi decisionali, anche in relazione al fenomeno valanghivo;
mentre il Prof. Annibale Salsa (Antropologo, componente del Comitato Scientifico di Trentino School of Management), nel suo intervento conclusivo, ha sollevato il problema della distinzione fra “rischio” e “pericolo” nelle pratiche sportive di montagna e, in senso lato, nella società contemporanea definita, in chiave sociologica, come “società securitaria”.
Il Convegno, di cui verranno raccolti gli atti per una prossima pubblicazione sulla Rivista di Diritto Sportivo, ha rappresentato un primo, utile, momento di confronto multidisciplinare per studiosi, professionisti, forze dell’ordine e operatori del settore, al fine di acquisire una maggiore consapevolezza del pericolo valanghe nello svolgimento degli sport invernali e delle conseguenze giuridiche che accompagnano, sul piano pratico, il verificarsi di simili eventi disastrosi.
Note
[1] L’analisi è oggetto di un più ampio studio all’interno di un progetto biennale di ricerca, attualmente finanziato dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Trento.
* di Stefania Rossi (Assegnista di ricerca di Diritto Penale presso l’Università degli Studi di Trento, Avvocato nel Foro di Trento) e di Mauro Bondi (Avvocato Presidente dell’Ordine Forense di Rovereto)