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Verso un nuovo codice delle comunicazioni elettroniche. Il ruolo di Agcom. Le riflessioni del Commissario Antonio Martusciello

di Eduardo Meligrana

Commissario Martusciello, il 22 gennaio prossimo si svolgerà all’Università Federico II di Napoli il convegno “Verso un nuovo codice delle comunicazioni elettroniche. Il ruolo di Agcom”. Quale in contesto in cui si colloca la giornata di studi?

È noto come l’avvento delle tecnologie digitali stia ponendo giuristi ed esperti del settore delle comunicazioni dinanzi a sfide sempre più complesse. Per prepararsi compiutamente a questi cambiamenti, l’Unione europea è scesa in campo al fine di rendere maggiormente aderenti al nuovo contesto tecnologico il quadro normativo, reso ormai inattuale dinanzi alle continue trasformazioni.

L’ultima revisione nell’ambito delle comunicazioni elettroniche risale a ben dieci anni fa, ma, dal 2009 a oggi, il settore si è evoluto in misura significativa, spostandosi verso una sempre più accentuata convergenza tra telecomunicazioni, media e tecnologie dell’informazione che inevitabilmente incide su ritmi e modalità di funzionamento della vita e dell’organizzazione sociale.

Un processo evolutivo che, fondato sulla crescente richiesta di connettività, ha messo in concorrenza operatori di mercato tradizionali con i quei fornitori di servizi che offrono un’ampia gamma di applicazioni e servizi, inclusi servizi di comunicazione su Internet. In questo contesto, allora sembra essenziale incoraggiare gli investimenti in nuove reti, nonché puntare sulla competitività: solo così si potranno incentivare crescita economica, innovazione e tutela del consumatore.

Del resto, le comunicazioni elettroniche costituiscono un settore sempre più attenzionato per via delle infinite potenzialità sottese. Non dimentichiamo che, in un’era in cui l’IoT non è più solo una chimera, ma inizia a divenire concreta realtà, la trasmissione dei segnali radio diventa fondamentale per raggiungere concretamente l’obiettivo di una quotidianità in cui gli oggetti sono connessi.

Se, da un lato, la connettività diventa materia prima di cui si servono le moderne economie digitali, dall’altro, essa assume anche una funzione “sociale” per la coesione territoriale, attenuando, altresì, quella frammentazione che ostacola il raggiungimento di un mercato unico. 

Tenuto conto proprio della rinnovata centralità del settore delle comunicazioni elettroniche, l’incontro che si terrà all’Università degli Studi di Napoli Federico II, il prossimo 22 gennaio, intende analizzare il quadro normativo che l‘Unione ha recentemente delineato. 

In questo percorso, sarà fondamentale l’expertise di due illustri giuristi, l’Avvocato di Stato, Prof. Paolo del Vecchio, e il Presidente, Consigliere di Stato, Prof. Claudio Contessa, coautori del volume “Il codice delle comunicazioni elettroniche, commentato e annotato” (Piacenza 2018), presentato nel corso dell’incontro di studio.

Del resto, per trarre un giudizio finale sull’impianto oggi venutosi a delineare, occorre necessariamente rilevare i punti di contatto e di divergenza tra vecchio e nuovo quadro regolamentare. In questo senso, la pregevole opera degli Autori ci fornisce un proficuo supporto per esaminare quello che ormai è un “diritto in progress”, legato a stretto filo con la rapidità e lo sviluppo tecnologico.

In breve, quali sono i risultati attesi a seguito dell’introduzione del nuovo Codice? 

Sullo sfondo di questa azione si pone il macro obiettivo volto alla realizzazione di un mercato unico digitale.

Tra le sedici iniziative individuate dalla Commissione europea per la realizzazione di questo scopo, è previsto, come noto, anche un pacchetto sulla connettività che prevede di raggiungere entro il 2025 una varietà di obiettivi tra cui la “connettività gigabit per i principali motori economici, come le scuole, le medie e grandi imprese e i principali prestatori di servizi pubblici”; la “connettività potenziabile di almeno 100 Mb al secondo per tutte le famiglie europee”; la “copertura 5G per tutte le aree urbane e tutti i principali assi di trasporto terrestre”.

Per rendere quindi la regolazione più favorevole agli investimenti, l’intervento legislativo europeo ha introdotto, a fronte di una parziale derogolamentazione del settore, un seppur limitato, allargamento dell’ambito di applicazione agli OTT, oltreché una regolamentazione che possa sostenere lo sviluppo e la diffusione delle reti di quinta generazione.

Per tornare allora alla Sua domanda, sicuramente uno dei primi risultati attesi è quello di incentivare la concorrenza, resa possibile da una maggiore prevedibilità degli investimenti. Dal nuovo plesso normativo poi ci si attende una maggior tutela dei consumatori, ad esempio, evitando insidiosi fenomeni di lock-in mediante la previsione di modalità più semplici per cambiare fornitore; ovvero ponendo una maggior attenzione nei confronti delle categorie più vulnerabili a veder tutelato il loro diritto a sottoscrivere contratti internet a prezzi accessibili.

A tal riguardo preme sottolineare come l’occasione di studio prevista il 22 gennaio prossimo, previa una analisi delle principali novità introdotte dal quadro normativo europeo, si prefigge di compiere anche una preliminare valutazione di sistema, volta a dibattere sulla corrispondenza tra misure adottate e obiettivi generali dichiarati.

 

 

 

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