skip to Main Content

Blockchain, criptovalute, smart contract, industria 4.0. Registri digitali, accordi giuridici e nuove tecnologie

Alfonso Contaldo, Flavio Campara
Blockchain, criptovalute, smart contract, industria 4.0. Registri digitali, accordi giuridici e nuove tecnologie
Prefazione di Donato A. Limone
Pacini editore

Un volume per avere una panoramica giuridica su alcuni passaggi tecnologici in atto. Blockchain, Smart contract, Criptovalute, Industria 4.0 sembrano argomenti apparentemente non omogenei, ma policies fiscali di incentivazione servono a sviluppare nuove start up  che potrebbero anche operare in tali ambiti. Per l’innovazione tecnologica e sulla scorta di tali principi e strumenti la blockchain assume la veste di un paradigma, di una diversa forma mentis, che ha declinato in digitale un nuovo concetto di fiducia (trust). Per queste ragioni alcuni ritengono che la blockchain possa assumere anche un valore per certi aspetti di tipo “politico”, come piattaforma che consente lo sviluppo. Tra i principali effetti dello sviluppo della blockchain, gli Autori registrano il passaggio dall’Internet of information (la fase 1.0 di Internet) all’Internet of Value (la fase 2.0 di Internet), grazie anche all’interazione tra blockchain e l’Internet of Things (IoT). Si vuole vedere la blockchain come una specie di Internet delle transazioni che, parimenti a quanto Internet ha compiuto con le informazioni, lo sta realizzando rispetto alle transazioni grazie ad un processo che lega sistemi distribuiti, crittografia avanzata e teoria dei giochi.

La blockchain affianca così l’Internet of People che utilizziamo ogni giorno per rappresentare l’Internet of Value sulla base di cinque concetti fondamentali quali la decentralizzazione, la trasparenza, la sicurezza, l’immutabilità ed il consenso. Il nuovo paradigma che questa tecnologia abilita è perciò l’IoV.

Gli smart contract costituiscono dei protocolli per computer che vengono impiegati per formalizzare gli aspetti di un rapporto – normalmente di scambio – e che sono capaci di dare autonoma esecuzione ai termini programmati qualora vengano soddisfatte certe condizione definite ex ante. Riporto alcune riflessioni degli Autori in merito agli smart contract, che non vivono unicamente in uno schema di catena di blocchi, seppur il nesso con questa sia solido poiché il fenomeno blockchain ha progressivamente fornito quelle garanzie di trust, affidabilità e sicurezza senza ricorrere ad un entità terza o intermediaria, come necessariamente avveniva nel recente passato. Apparentemente lo smart contract sembra mettere in discussione, se non negare nella loro essenza, figure professionali quali, tra tutte, quelle dell’avvocato e del notaio, giuridicamente ed anche socialmente riconosciuti.

Le sfide lanciate dallo smart contract – e, estendendo il discorso, dalla tecnologia in generale – impongono un ripensamento del ruolo e dell’operato di tali figure e sarà compito del mondo del diritto riuscire coniugare le novità apportate con il complesso di principi ed istituti giuridici fondamentali dell’ordinamento giuridico, ma anche e soprattutto l’ordinamento posto a tutela della sovranità statale, perché le criptovalute sembrano andare oltre la sovranità nazionale che oggi conosciamo portandoci verso lidi dove multinazionali operanti con criptovalute possono determinare un diversa modalità di bilancia di pagamento e quindi di rapporto fra soggetti internazionali.

Back To Top