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Per una riforma del diritto di autore

di Ferdinando Tozzi

E’ da tempo che, in relazione allo sviluppo delle nuove tecnologie – da un lato creatrici di nuove opere dell’ingegno e dall’altro capaci di assicurare una rinnovata veicolazione e riproducibilità delle altre, tradizionali, opere dell’ingegno – si è posta la problematica dell’applicabilità della legge sul diritto di autore come attualmente vigente in Italia. E’ da ritenere che si possa e si debba scongiurare ogni previsione di impossibilità ad applicare qualsiasi istituto della proprietà intellettuale nel contesto delle nuove tecnologie, che non impongono affatto la morte del diritto di autore. In un mondo globale di comunicazione interattiva è però fin troppo semplice cadere nell’inganno di ritenere i beni intellettuali liberamente disponibili, alla mercè di chiunque solo perché il più delle volte non hanno una loro consistenza materiale. La società deve aver ben chiaro che utilizzare abusivamente un opera dell’ingegno equivale ad utilizzare abusivamente un qualsivoglia bene di proprietà altrui. Bisogna, quindi, che ci sia piena coscienza che ogni opera è frutto di lavoro e professionalità. Solo l’etica può avvicinare le coscienze sociali con una rinnovata diffusa consapevolezza di una esigenza di tutela dei legittimi titolari dei diritti sulle opere dell’ingegno. È perciò doveroso salvaguardare il bene intellettuale che genera proventi economici che rappresentano la retribuzione dell’ingegno degli autori e, soprattutto, l’incentivo alla creatività ed alla produzione culturale del nostro Paese; pena il fallimento del mercato. E’ altresì necessario che nell’on line venga fatta chiarezza su ciò che è vietato e che il mercato ne sia correttamente informato in modo che tutti gli operatori abbiano piena consapevolezza del discrimen tra uso lecito ed illecito di contenuti creativi. In particolare è necessario tentare di risolvere il problema legato all’offerta lecita ed alla pirateria. Nell’on line, ad avviso di chi scrive, la corretta accessibilità ai contenuti creativi (dunque i “servizi leciti”) è giuridicamente limitata; ciò per diversi fattori tra i quali spicca l’indeterminatezza dei confini tra utilizzi leciti ed illeciti delle opere d’autore. Si delinea dunque chiaramente la necessità di una normativa sul diritto di autore adeguata al nuovo contesto tecnologico. Anche per i motivi fin qui esposti – oltre che ai sensi della disciplina di cui alla Legge 28 novembre 2005, n. 246 (c.d. “taglia-leggi”) – è stato necessario procedere ad uno studio volto ad individuare una proposta di riforma della L. 633/’41. Sebbene la vigente legge sul diritto di autore sia atta ad offrire, in virtù dei suoi principi, le soluzioni più opportune alle problematiche poste dalle nuove tecnologie è necessario addivenire ad una rinnovata simmetria del sistema normativo, tra il diritto di autore nell’ambiente analogico e digitale. Il diritto di autore nel nuovo contesto tecnologico deve infatti, sempre di più, essere una norma regolatrice per un corretto accesso ai contenuti creativi nel web. L’efficacia e l’utilità del suo impatto sarà inversamente proporzionale agli spazi normativi indeterminati e dunque all’arbitrio del singolo e direttamente proporzionale alla continuità sistematica in armonia con le evoluzioni tecnologiche. Solo in tal modo si potrà migliorare l’accessibilità alle opere dell’ingegno nel web ed avere un diritto di autore che – pur mantenendo intatta la sua funzione di tutela dei diritti – non sia di ostacolo ma di incentivo ad un equilibrato sviluppo della cultura e dell’innovazione nel web. (il testo integrale è in corso di pubblicazione sulla rivista DIGITALIA) Il contenuto del presente lavoro esprime opinioni e considerazioni personali dell’autore

 

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