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Unioni civili e stepchild adoption, Giuristi italiani a confronto alla Sapienza: “Le previsioni della prima parte del ddl Cirinnà istituzionalizzano le unioni civili come per il matrimonio. Forti perplessità”

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Sono state le unioni civili al centro del dibattito che ha avuto luogo tra alcuni autorevoli studiosi italiani del diritto di famiglia lo scorso sabato all’Università “Sapienza” di Roma in occasione di un Convegno organizzato dall’Associazione Civilisti. Il Prof. Enrico Del Prato (Università “Sapienza” di Roma) ha aperto i lavori chiedendosi se non sia opportuno un regolamento delle unioni tra persone dello stesso sesso fondato su esigenze puramente solidaristiche, evitando di dare rilevanza al dato dell’esercizio della sessualità. 3Il Prof. Guido Alpa (Università “Sapienza” di Roma) ha osservato come, nel formante giurisprudenziale, il diritto delle persone abbia ormai assunto un ruolo trainante rispetto al diritto di famiglia e come quest’ultima sia conseguentemente divenuta sempre di più il luogo dell’affermazione dei diritti individuali. Sempre il Prof. Alpa si è detto peraltro contrario a qualsiasi forma di equiparazione tra matrimonio e unioni tra persone dello stesso sesso. Anche la Prof. Mirzia Bianca (Università “Sapienza” di Roma) ha espresso perplessità nei confronti della prospettiva di un riconoscimento di certi rapporti di coppia in forma istituzionale: il riconoscimento di una libertà – ha detto – non è sufficiente a fondare la rivendicazione di uno status. Il Prof. Luigi Balestra (Università di Bologna) e il Prof. Alberto Gambino (Università Europea di Roma) hanno mostrato come l’evoluzione giurisprudenziale sia già pervenuta al risultato di fornire la tutela necessaria anche agli affidamenti che sorgono nell’ambito dei rapporti di coppia non coniugali, anche tra persone dello stesso sesso (il giorno precedente il Prof. Gambino ha rilasciato questa intervista sulla sentenza con la quale la Corte d’Appello di Milano, ribaltando il precedente pronunciamento del Tribunale dei Minorenni, ha stabilito che in Italia sarebbe efficace e legittimo anche in Italia il provvedimento con cui una donna ha adottato in Spagna la figlia della sua compagna, c.d. stepchild adoption). Player mp3 Il Prof. Fabio Padovini (Università di Trieste), soffermandosi sui profili successori, ha osservato come sia poco ragionevole l’idea di una divaricazione tra disciplina delle unioni civili e disciplina delle convivenze e ha suggerito al legislatore un’opportuna valorizzazione dello strumento della vocazione anomala ai fini di regolare nel modo più opportuno i diritti successori reciproci all’interno delle coppie non coniugate. L’idea di un’equiparazione tra unioni civili e matrimonio è stata invece condivisa dalla Prof. Gilda Ferrando (Università di Genova), la quale però ha osservato come, secondo la Corte di Strasburgo, l’obbligazione positiva del legislatore italiano di riconoscere i rapporti di coppia tra persone dello stesso sesso riguardi solo il “se” e non anche il “come” del riconoscimento. Il Prof. Salvatore Patti (Università “Sapienza” di Roma) ha mostrato come in Germania la logica ferrea della non discriminazione abbia portato, nel giro di pochi anni, a una sostanziale assimilazione tra i contenuti del rapporto coniugale e i contenuti del rapporto nascente dall’unione registrata. Nel concludere il Prof. Enrico Quadri (Università “Federico II” di Napoli) ha osservato, tra l’altro, come anche un piccolo passo verso lo status sia comunque un passo verso il matrimonio. Il legislatore italiano, che in questi mesi si sta occupando di questi temi, ha un bel po’ di materiale su cui riflettere.

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14 dicembre 2015

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