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Netflix: giro di vite contro i proxy che aggirano il geoblocking

Reed Hastings

Reed HastingsNeflix avrà anche conquistato il mondo, ma deve ancora ancora rispettare i confini degli Stati nazionali. Almeno per quanto attiene le licenze di distribuzione. Mentre il Ceo Reed Hastings annunciava al CES di Las Vegas l’espansione che ha portato alla “nascita del primo global Tv network“, infatti, non erano per nulla sopite le polemiche intorno a proxy, Vpn e applicazioni, su tutte Smartflix, che permettono di accedere a contenuti non disponibili nel Paese dal quale ci si connette, aprendo a chi effettua il login sulla piattaforma l’intero catalogo globale del gigante del video on demand. Una realtà che, ora, è destinata a subire un blocco. O, meglio, un geoblocco. Almeno stando a quanto dichiara David Fullagar, vice-presidente della content delivery architecture di Netflix, in un post sul blog ufficiale della compagnia: “Abbiamo ancora molta strada da fare per offrire gli stessi film e le stesse serie a tutti gli utenti del mondo. Ci aspettiamo di raggiungere questo obiettivo in futuro, ma per il momento continueremo a rispettare e far rispettare le licenze dei contenuti in base alla posizione geografica”. “Questo significa – prosegue Fullagar – che nelle prossime settimane gli utenti che usano proxies e unblockers potranno accedere al servizio esclusivamente nel Paese in cui sui trovano, senza che questo abbia un impatto sugli utenti che non fanno uso di proxies“. 15 gennaio 2016

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