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Ad blocking: negli Stati Uniti è ancora affare per “pochi”
Sembrano essere diventati mainstream solo di recente in seguito al boom di download registrato con l’introduzione del nuovo sistema operativo Apple iOS9, ma i software che permettono di bloccare la comparsa di inserzioni durante la navigazione, sia desktop che mobile, hanno già una storia alle spalle che ha contribuito a determinare dei trend geografici particolarmente marcati. E così, mentre anche giovani italiani si affacciano ruggendo al mercato e sono sempre più forti le preoccupazioni degli operatori che vedono minati i loro modelli di business, scopriamo che l’ad blocking è molto più popolare nei Paesi più ricchi dell’Europa di quanto non lo sia negli Stati Uniti, ma che al contempo gli utenti di India e Cina sembrano essere i più affezionati a questi strumenti. Nel dettaglio, gli Usa registrano il tasso di utilizzo più basso di questa speciale classifica su livello globale. Se si prendono in considerazione i dati ricavati tra il giugno e il luglio scorsi da comScore e Sourcepoint e che confrontano l’utenza americana con quella di Francia, Germania, Spagna, Olanda e Regno Unito su desktop, infatti, in tutte le fasce d’età gli internet users statunitensi fanno registrare la percentuale di utilizzo più bassa, differenziandosi nettamente anche dai vicini del Canada, soprattutto tra i più giovani (18-24 anni, che in tutti i Paesi presi in esame sono i più attivi in questo senso). A livellare i valori tra le due sponde dell’Atlantico è comunque il confronto con India e Cina sul versante mobile. Qui i giganti asiatici fanno registrare rispettivamente il 9% e il 7,9% di blocchi sul totale delle pagine viste, un valore in merito al quale europei e americani non vanno oltre percentuali da zero virgola. 29 settembre 2015