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Diritti in Internet, dichiarazione congiunta Italia-Francia: “La rete è un bene comune”

Boldrini-Bartolone

La Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, e il Presidente dell’Assemblea nazionale francese, Claude Bartolone, hanno firmato in un incontro avvenuto lunedì a Parigi una dichiarazione congiunta sui diritti in Internet. Dopo la presentazione nel luglio scorso del testo definitivo di una Carta elaborata da una apposita Commissione di studio istituita nel parlamento italiano, arriva dunque un’iniziativa fuori dai confini nazionali. “I Parlamenti – ha affermato Boldrini – rappresentano le case della democrazia, i luoghi dove le diverse culture, idee, posizioni politiche si confrontano e dialogano, anche in modo serrato e aspro, per giungere ove possibile ad una sintesi alta. Ed è per questo che è nei Parlamenti che devono essere affrontati i grandi cambiamenti che stanno attraversando le nostre democrazie. Tra i grandi cambiamenti che attraversano le nostre democrazie vi è sicuramente Internet, la rete. Straordinario spazio di comunicazione, confronto, di partecipazione dal basso, di sviluppo economico e sociale, divenuto ormai presenza indispensabile nella nostra vita quotidiana, professionale, politica e sociale. Uno spazio di cui dobbiamo preservare la capacità di libero sviluppo, di accesso e di neutralità. Un luogo dove i diritti della persona devono comunque trovare altrettanta tutela e vedere garantita la loro piena efficacia oggi minacciata da un’aggressione ai dati personali, da fenomeni violenti come il cyberbullismo, dalla creazione di oligopoli, dalla censura e dalla sorveglianza di massa”. Boldrini-Bartolone“La rete quindi come bene comune – ha proseguito – principio affermato nella nostra dichiarazione congiunta, che non può essere lasciato nelle sole mani dei privati, né tanto meno in quelle dei governi autoritari, come succede purtroppo in molti Paesi. Non mi trovo d’accordo infatti con chi sostiene che per tutelare Internet è necessaria l’assenza di regole. Le regole infatti già ci sono ma sono dettate o dai grandi soggetti economici, che hanno di mira naturalmente il loro esclusivo tornaconto economico, ovvero da Stati che ne vogliono imbrigliare e limitare l’accesso come luogo di emancipazione e partecipazione democratica. Dinanzi a questi fenomeni i nostri Parlamenti si devono quindi attrezzare con strumenti anche innovativi”. Tornando all’Internet Bill of rights Italiano, Boldrini ha concluso: “In questi giorni stiamo lavorando alla presentazione e poi all’approvazione da parte dell’Assemblea della Camera di una mozione che impegni il Governo a sostenere in tutte le sedi i principi enunciati nella Carta”. 29 settembre 2015

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