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Economia digitale, Pitruzzella: “Cercare di minimizzare gli effetti negativi e sfruttare i vantaggi dell’ultima rivoluzione industriale”

Pitruzzella Relazione Annuale

“La politica della concorrenza è uno degli strumenti fondamentali per uscire dalla crisi e riprendere un sentiero di crescita”. Così il presidente dell’Agcm Giovanni Pitruzzella presentando al Parlamento la Relazione annuale dell’Antitrust. Pitruzzella Relazione AnnualeAlla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del presidente del Senato Pietro Grasso e della presidente della Camera Laura Boldrini, Pitruzzella ha illustrato i risultati dell’attività svolta dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato nell’ultimo anno. Dall’inizio del 2014 a oggi, l’Agcm ha irrogato sanzioni per 266 milioni di euro (186 nel 2014 e 80 nei primi cinque mesi e mezzo di quest’anno), concentrando l’attenzione sui cartelli anti-concorrenziali e sulle intese. Sono stati chiusi 23 procedimenti riguardanti intese e tre per abusi di posizione dominante. Sul fronte della tutela dei consumatori, contro le pratiche commerciali scorrette, sono stati chiusi complessivamente 210 procedimenti (di cui 163 nel 2014 e 47 nel 2015). In questo campo, l’ammontare delle sanzioni irrogate è stato pari a 30 milioni di euro (di cui 19,5 nel 2014). “Il più recente periodo – ha sottolineato Pitruzzella – conferma il trend avviato nel 2012 di un riequilibrio tra decisioni con impegni e decisioni con sanzioni a favore di queste ultime. Il messaggio chiaro lanciato ai mercati è che gli illeciti antitrust e le pratiche commerciali scorrette sono perseguiti con severità e che, se è stato commesso un illecito, le probabilità di evitare una sanzione sono davvero esigue”. Un passaggio importante è dedicato al tema delle telecomunicazioni. “Il processo di cambiamento epocale, a livello delle strutture economiche come di quelle istituzionali, indotto dall’esigenza di affrontare la crisi e stimolare la crescita, deve confrontarsi con la quarta rivoluzione industriale promossa dall’affermazione dell’economia digitale. La digitalizzazione in tutte le sue molteplici forme costituisce l’espressione maggiore della spinta all’innovazione ed è un driver fondamentale di crescita. Pertanto, il nostro Paese oggi deve affrontare la sfida di colmare rapidamente il divario digitale che lo separa dai principali Paesi europei: in base al Digital Scoreboard 2015 l’Italia è al 25esimo posto tra gli Stati UE per maturità digitale”. “Parimenti – afferma Pitruzzella – va riconosciuto che questa quarta rivoluzione industriale porta con sé inediti conflitti che sembrano caratterizzare l’economia del XXI secolo: la distruzione massiccia di posti di lavoro in settori economici tradizionali; l’emergere di nuove diseguaglianze; l’affermazione di soggetti dotati di un potere economico di ampiezza ancora maggiore di quello delle tradizionali multinazionali e perciò in grado di condizionare sia le dinamiche del mercato, con eventuali effetti di chiusura ai nuovi entranti, sia la funzionalità della democrazia; i nuovi conflitti tra i giganti della rete e le imprese di settori più tradizionali”. “Di fronte a tali conflitti possono alimentarsi movimenti neo-luddistici diretti a bloccare il cambiamento, oppure si può cercare di minimizzare gli effetti negativi e sfruttare i vantaggi dell’ultima rivoluzione industriale: libertà invece di limitazione, abbondanza invece di scarsità. Abbondanza che consiste nell’aumento di volume, varietà e qualità, e nell’abbassamento del costo dei tanti beni e servizi resi disponibili dall’economia digitale. Come realizzare tutto ciò è compito della politica, a livello nazionale e a livello europeo”. Il presidente dell’Agcm cita a tal proposito la riforma del diritto d’autore in corso a livello continentale e lo sviluppo di una rete ultrabroadband, “senza la quale i nuovi servizi digitali non avranno l’infrastruttura necessaria. Le telecomunicazioni costituiscono, infatti, la spina dorsale dell’economia digitale. Va però segnalato che il controllo da parte di un operatore verticalmente integrato dell’infrastruttura di rete fissa, utilizzata per l’accesso a internet, in assenza di competizione infrastrutturale, può diventare una rendita se non sussistono garanzie idonee ad assicurare che il titolare dell’infrastruttura consenta l’accesso alla rete, a condizioni non discriminatorie, agli altri operatori. A tal riguardo ricordo che il Consiglio di Stato, con una sentenza del 2015, ha definitivamente confermato la decisione dell’Antitrust che sanzionava con 103,8 milioni di euro Telecom Italia, tra l’altro, per aver reso difficoltoso per gli altri operatori l’accesso alla propria rete”. Ancora, ricordando l’indagine conoscitiva sul settore della banda larga conclusa lo scorso anno, Pitruzzella ha affermato: “Oggi più che mai la capacità degli operatori privati di poter cogliere appieno le opportunità di investimento offerte dal mercato dipende dalla definizione di una politica pubblica certa, trasparente e coerente nelle sue diverse articolazioni istituzionali: politica industriale, concorrenza, regolazione. Grazie al lavoro di tutte le istituzioni che contribuiscono alla governance economica del settore, tale obiettivo è a portata di mano, soprattutto dopo la predisposizione della Strategia italiana per la banda ultralarga da parte del Governo, cui ovviamente spettano le scelte di politica industriale per assicurare un assetto infrastrutturale efficiente, ferma restando la necessità di realizzare lo stesso in un contesto effettivamente concorrenziale. Ora tocca alle imprese fare la loro parte di protagonisti del mercato cogliendo senza riserve la sfida dell’innovazione”. Il presidente Antitrust ha poi passato in rassegna alcune azioni specifiche dell’Authority, dagli acquisti in-app alla contraffazione.

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18 giugno 2015

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