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“Fanelli: impegno politica su fine vita”. La dichiarazione del Prof. Alberto Gambino

(via molisedoc.com) Vista la riluttanza da parte dello stato ad approvare una legge che prevedesse il fine vita, Fanelli in segno di protesta da diversi mesi aveva rinunciato a qualsiasi tipo di cura, di fatto lasciandosi morire giorno dopo giorno. La malattia lo ha stroncato il 20 luglio nell’ospedale di Senigallia, dove era stato ricoverato per l’aggravamento delle sue condizioni di salute.

Max Fanelli è morto questa notte. Nel video, che ritrae Fanelli collegato al respiratore, una voce ‘sintetica’ ripercorre le tappe della malattia dell’uomo, sofferente di Sla dal 2013: “Sopravvivo grazie al respiratore automatico e mi alimento via Peg, un buco nello stomaco”.

Max Fanelli non ce l’ha fatta: l’uomo da tempo lottava contro la sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e ha lottato fino all’ultimo per far valere il suo diritto all’eutanasia. Senigallia è uno dei primi Comuni d’Italia ad avere istituito il registro per le Dat, la Dichiarazione anticipata di trattamento.

Legge che ancora non c’è. “Terremo con noi il ricordo della sua persona, del suo senso civico e del suo coraggio”. “Per questo riteniamo irriguardoso usare la sua memoria per portare avanti pretese meramente ideologiche sull’eutanasia anziché discutere seriamente su una buona legge sul fine vita”, dichiara al Sir Alberto Gambino, presidente nazionale dell’associazione Scienza & Vita e prorettore dell’Università Europea di Roma.

“Il destino ha avuto per Max la pietà che i suoi simili e le istituzioni democratiche in cui credeva gli hanno negato”, aggiunge il sottosegretario. “Esprimo a Monica, sua moglie e suo sostegno prezioso ed insostituibile, la mia vicinanza e il mio cordoglio”, conclude Scalfarotto.(ANSA).

(fonte www.molise.doc.com)

21 luglio 2016

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