Massimo Proto, Ordinario di Diritto privato, è di ruolo presso l’Università degli Studi Link…
“Lo stato dell’innovazione” in Europa: il punto della Commissione e una nuova comunicazione
La Commissione Europea ha diramato una nuova comunicazione su “Ricerca e innovazione come fonti di rinnovata crescita“, iniziativa sostenuta dallo “State of the Innovation Union – Taking stock 2010 – 2014“, documento che dettaglia le misure adottate dal 2010 per l’attuazione dell’iniziativa Europa 2020.
Nella nuova comunicazione la Commissione, avanzando proposte volte ad aiutare gli Stati membri a ottimizzare l’impatto dei loro bilanci in un momento in cui su molti paesi gravano ancora vincoli di spesa, ha riaffermato l’importanza degli investimenti e delle riforme nel campo della ricerca e dell’innovazione (R&I) per favorire la ripresa economica nell’Unione europea. “L’aumento degli investimenti nella ricerca e l’innovazione – si legge in una nota – rappresenta un comprovato fattore di crescita; il miglioramento dell’efficienza e della qualità della spesa pubblica in questo campo è a sua volta fondamentale affinché l’Europa possa mantenere o conquistare la leadership in molti settori della conoscenza e nelle tecnologie chiave. La Commissione si è impegnata a sostenere gli Stati membri nel perseguimento delle riforme in questo settore più consone alle loro esigenze, anche fornendo sostegno politico, dati di qualità ed esempi di buone pratiche”. Si individuano tre settori principali d’intervento per le riforme:
- migliorare la qualità dello sviluppo di strategie e del processo di elaborazione delle politiche, mettendo insieme attività di ricerca e innovazione, sostenute da un bilancio pluriennale stabile che orienti le risorse in modo strategico;
- migliorare la qualità dei programmi di R&I, anche mediante la riduzione degli oneri amministrativi e uno stanziamento più competitivo dei finanziamenti;
- migliorare la qualità degli enti pubblici che svolgono attività di R&I, anche tramite la creazione di nuovi partenariati con le imprese del settore.
La Commissione ha inoltre chiesto agli Stati membri di dare priorità alla R&I, visto che “le autorità pubbliche dispongono nuovamente di un margine per realizzare investimenti favorevoli alla crescita”. Attualmente, con una spesa di R&I nel settore pubblico e in quello privato di poco superiore al 2% del PIL, l’UE è ancora molto indietro rispetto ad altri paesi come gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea del Sud, e anche alla Cina manca poco per superare l’Unione. Incrementare la spesa di R&I portandola al 3% del PIL resta pertanto un obiettivo fondamentale per l’UE, ma la comunicazione di oggi indica che è essenziale anche migliorare la qualità della spesa pubblica in questo settore per accrescere l’impatto economico dell’investimento. La comunicazione sottolinea inoltre la necessità per l’UE di creare condizioni generali adeguate che incoraggino le imprese europee a innovare ulteriormente. “La ripresa economica in Europa – ha dichiarato Olli Rehn, Vicepresidente della Commissione europea e responsabile degli Affari economici e monetari e dell’euro – sta prendendo slancio mentre il risanamento fiscale è in fase di rallentamento, in linea con il quadro di bilancio rafforzato dell’UE. Ciononostante, i vincoli di bilancio non saranno rimossi, ed è pertanto più importante che mai per gli Stati membri indirizzare le loro risorse in modo intelligente. Il bilancio dell’UE contribuisce a promuovere investimenti nella ricerca e l’innovazione favorevoli alla crescita e le proposte di oggi intendono ottimizzare l’impatto di ogni singolo euro speso”. Per la Commissaria europea per la Ricerca, l’innovazione e la scienza, Máire Geoghegan-Quinn, “la promozione dell’innovazione è ampiamente riconosciuta come fattore chiave per la competitività e il miglioramento della qualità della vita, soprattutto in Europa, dove non possiamo competere sul piano dei costi. Questo è un campanello d’allarme” 10 giugno 2014