Massimo Proto, Ordinario di Diritto privato, è di ruolo presso l’Università degli Studi Link…
App mediche, il Garante privacy: “Servono migliori informative e più trasparenza nell’uso dei dati degli utenti”
Un’app medica su due non fornisce agli utenti un’informativa sull’utilizzo dei dati prima del download, oppure dà informazioni generiche, o chiede dati eccessivi rispetto alle funzionalità offerte; in molti casi l’informativa privacy non viene adattata alle ridotte dimensioni del monitor, risultando così poco leggibile, o viene collocata in sezioni riguardanti, ad esempio, le caratteristiche tecniche dello smarphone o del tablet. Queste le conclusioni del Garante privacy a valle dell’indagine avviata in materia nel maggio scorso; i rilievi sul rispetto della normativa italiana sulla protezione dei dati, spiega il Garante, hanno dimostrato che “anche nel nostro Paese gli utenti non sono adeguatamente tutelati e troppe volte non sono messi in grado di esprimere un consenso libero e informato”. Su un totale di oltre 1200 applicazioni esaminate, appena il 15% è risultato essere dotato di un’informativa privacy realmente chiara. Nel 59% dei casi è stato difficile per le Autorità di protezione dati reperire un’informativa privacy prima dell’installazione. A seguito dell’esito dell’indagine, il Garante sta valutando le azioni da intraprendere, anche al fine di possibili interventi prescrittivi o sanzionatori. Quello delle app mediche è un settore in crescente sviluppo che presenta profili molto delicati per la privacy delle persone. L’azione del Garante si inserisce nell’ambito del “Privacy Sweep 2014” promosso dal Global Privacy Enforcement Network (GPEN), la rete internazionale nata per rafforzare la cooperazione tra le Autorità della privacy di tutto il mondo e di cui il Garante italiano fa parte. La scelta italiana di analizzare app del settore medico o di wellness è in linea con le preoccupazioni manifestate dall’Europa su questo tema. La Commissione Europea ha di recente avviato una consultazione sulla Mobile Health e ha pubblicato il Libro Verde sulle applicazioni sanitarie mobili (Green Paper on Mobile Health). A livello internazionale, l’iniziativa ha fatto crescere le preoccupazioni sulle app, che offrono funzionalità che vanno dai giochi al meteo, dalle news ai servizi bancari. I risultati dell’indagine hanno mostrato come vi sia una scarsa attenzione alla tutela degli utenti e la necessità che questi software, che raccolgono un’ingente mole di informazioni personali, rendano più trasparente e chiaro l’uso delle stesse. LEGGI Il Garante Privacy lancia lo “Sweep Day”: al via il controllo delle applicazioni mediche scaricabili su smartphone e tablet mHealth, al via la consultazione pubblica europea. La Commissione: “Nel 2017 risparmi per 99 miliardi di euro” “E-Health: diritto sanitario e nuove tecnologie”, la rubrica a cura di Vittorio Occorsio 10 settembre 2014