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Clonazione animale negli allevamenti, Europarlamento: “Estendere divieto a prole e importazioni”

Animal Cloning Process, Illustration

Animal cloning process, illustration“La tecnica di clonazione non è completamente matura e in effetti non sono stati compiuti ulteriori progressi”. È così che l’eurodeputata tedesca Renate Sommer (EPP) illustra una delle premesse della relazione legislativa che il Parlamento europeo ha adottato martedì con 529 voti a favore, 120 contrari e 57 astensioni, rafforzando la proposta iniziale della Commissione sull’estensione dei divieti in materia di clonazione a tutte le specie di animali da allevamento, ai loro discendenti e ai prodotti da essi derivati, tra cui le importazioni nell’Unione europea. “Il tasso di mortalità rimane elevato. Molti degli animali che nascono vivi, muoiono nelle prime settimane, e muoiono dolorosamente”, ha aggiunto Sommer a margine di un’assemblea che ha così ribadito come il divieto “si dovrebbe applicare anche alle importazioni di materiale germinale e di alimenti e mangimi di origine animale di animali clonati”. Il Parlamento ha indicato che “gli accertamenti da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) del 2008 evidenziano che la salute e il benessere dei cloni sono compromessi, spesso in maniera grave e con esito letale. I conseguenti tassi insufficienti di clonazione (6-15% per i bovini e 6% per i suini) rendono necessario l’impianto di embrioni clonati in diverse madri surrogate per poter ottenere un clone. Inoltre, le anomalie nei cloni e le dimensioni insolitamente grandi dei feti provocano parti difficili e decessi alla nascita”. I deputati hanno inoltre fatto riferimento a sondaggi che indicherebbero la forte contrarietà della maggioranza dei cittadini dell’Ue al consumo di alimenti derivati da animali clonati o dalla loro progenie, disapprovando inoltre l’uso della clonazione a fini agricoli, a causa di considerazioni sul benessere degli animali ed etiche generali. “Il testo modificato – spiega una nota dell’Europarlamento – converte l’atto giuridico in regolamento, che dovrà essere applicato direttamente in tutti gli Stati membri, piuttosto che in una direttiva, che richiederebbe un’ulteriore normativa a livello nazionale”. I co-relatori Sommer e l’italiana Giulia Moi (EFDD) dovranno ora avviare i negoziati con il Consiglio dell’Ue per trovare un accordo sulla versione definitiva della normativa. 9 settembre 2015

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