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Tribunale Ue: ridotta ammenda a Toshiba e Panasonic per intesa su mercato tubi catodici

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Il Tribunale dell’Unione Europea ha ridotto le ammende inflitte dalla Commissione a Panasonic e a Toshiba per la loro partecipazione ad un’intesa sul mercato europeo dei tubi catodici per televisori, confermando tuttavia le ammende inflitte agli altri membri dell’intesa.

Ne dicembre 2012 la Commissione aveva inflitto sanzioni per un importo totale di circa 1,47 miliardi di euro a sette imprese che avevano partecipato ad una o due intese distinte sul mercato dei cathode ray tubes (Crt) tra il1996/1997 e il 2006. I Crt sono tubi in vetro sotto vuoto che contengono un cannone elettronico e uno schermo fluorescente; all’epoca dei fatti, ne esistevano due diversi tipi: i tubi colore per schermi di computer (colour display tubes, Cdt) e i tubi colore per televisori (colour picture tubes, Cpt). Si trattava di componenti essenziali per produrre uno schermo di computer o un televisore a colori e che declinavano in differenti dimensioni.

Questi tipi di Crt sono stati oggetto di due infrazioni, vale a dire un’intesa riguardante i Cdt e un’intesa riguardante i Cpt, ognuna delle quali aveva dato luogo a riunioni multilaterali e bilaterali nonché ad altri scambi di informazioni. “I contatti relativi ai Cdt – spiega una nota da Lussemburgo – hanno avuto inizio nel 1996, mentre quelli relativi ai Cpt si sono svolti a partire dal 1997, inizialmente nell’ambito dell’intesa sui Cdt, poi attraverso incontri appositi. Le riunioni si sono tenute regolarmente a diversi livelli delle imprese e in diversi luoghi in Europa ed in Asia, e ciò in modo interconnesso. Le intese consistevano sostanzialmente in fissazioni di prezzi, ripartizioni di mercati e di clienti nonché in limitazioni della produzione. L’attuazione degli accordi su tali misure era poi regolarmente controllata. Inoltre, le imprese partecipanti si sono scambiate con regolarità informazioni commercialmente sensibili”.

Tenuto conto della loro partecipazione alle due infrazioni separate, che costituivano ognuna una infrazione unica e continuata, la Commissione aveva constatato che i principali produttori a livello mondiale di Crt avevano infranto le regole di diritto dell’Unione che vietano le intese.

Cinque imprese e le loro controllate coinvolte in tali intese hanno domandato, in sostanza, al Tribunale dell’Unione europea di annullare la decisione o, in subordine, di ridurre le ammende inflitte rispettive.

Con le sue sentenze, il Tribunale ha respinto nel loro complesso i ricorsi proposti da Samsung Sdi, LG Electronics e PhilipsHa accolto tuttavia alcuni motivi e argomenti sollevati da Panasonic e da Toshiba nonché da Mtpd, loro controllata comune all’epoca dei fatti.

Nell’ambito del ricorso introdotto da Panasonic e Mtpd, il Tribunale ha ritenuto che, dal momento che la Commissione disponeva di dati che riflettevano in modo più preciso il valore delle vendite legate ai Cpt integrati in uno stesso gruppo relativo ad un prodotto finale e venduti in seguito nello Spazio economico europeo (vendite dirette See attraverso prodotti trasformati), dati che erano stati forniti dalle due imprese in risposta ad una richiesta di informazioni e che non erano stati da essa contestati, la Commissione si sarebbe discostata dai suoi orientamenti senza fornire giustificazione.

Infatti, le due imprese interessate avevano proposto alla Commissione, anziché di utilizzare la media del valore delle vendite dirette nel See durante lo stesso periodo, moltiplicata per il numero di Cpt interessati, di prendere in considerazione la media ponderata dei Cpt associati a tali vendite, in funzione della loro reale dimensione e del periodo interessato. Il Tribunale ha ridotto così l’ammenda inflitta a Panasonic per la sua partecipazione diretta da 157,5 milioni a 128,9 milioni di euro, quella imposta congiuntamente e solidalmente a Panasonic e a Mtpd da 7,9 milioni a 7,5 milioni di euro e infine quella inflitta congiuntamente e solidalmente a Panasonic, Toshiba e Mtpd da 86,7 milioni a 82,8 milioni di euro.

Inoltre, il Tribunale ha annullato la decisione della Commissione nei limiti in cui essa infligge un’ammenda di 28.048.000 euro a Toshiba per la sua partecipazione diretta all’infrazione. Ha ritenuto poi che non sia stato sufficientemente dimostrato che l’impresa fosse a conoscenza o fosse stata effettivamente tenuta informata dell’esistenza dell’intesa Cpt globale e che essa intendesse contribuire, con la propria condotta, all’insieme degli obiettivi comuni perseguiti dai partecipanti all’intesa o che essa potesse ragionevolmente prevedere tali obiettivi e fosse pronta ad accettarne il rischio. In tali circostanze, non si può ritenere che Toshiba abbia partecipato all’infrazione unica e continuata per quanto riguarda il periodo che va dal 16 maggio 2000 fino alla creazione di Mtpd il 31 marzo 2003.

In definitiva, gli importi delle ammende inflitte sono i seguenti:

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Contro la decisione del Tribunale, entro due mesi a decorrere dalla data della sua notifica, può essere proposta un’impugnazione, limitata alle questioni di diritto, dinanzi alla Corte.

[*] Chunghwa Picture Tubes Co. Ltd (Chunghwa) ha beneficiato di un’immunità ai sensi della Comunicazione della Commissione relativa all’immunità dalle ammende o alla riduzione del loro importo nei casi di cartelli tra imprese (GU 2006, C 298, pag. 17).

10 settembre 2015  

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