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Dichiarazione dei diritti in Internet: il testo definitivo. Boldrini: “Prossimo obiettivo è la mozione unitaria”

L’Italia ha il suo Internet Bill of Rights. È stata presentata nella mattina di martedì a Montecitorio, alla presenza della Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, e del professor Stefano Rodotà, la versione definitiva della “Dichiarazione dei diritti in Internet“, documento che in 14 articoli punta a fornire un quadro “costituzionale” che faccia da riferimento alle iniziative legislative rivolte all’ambiente mediato dalle tecnologie digitali, individuando una serie di principi generali che abbracciano le diverse tematiche connesse all’uso della rete senza costituire una forma di regolamentazione secondo il classico modello normativo. “Internet non è solo un mezzo, ma una dimensione della nostra vita”, ha affermato Boldrini: “Può sollecitare e sta sollecitando la partecipazione democratica, ed è giusto che una Commissione parlamentare si occupasse di queste materie. Abbiamo affermato i diritti della persona. L’articolo 2 sul Diritto di accesso e l’articolo 3 sul Diritto alla conoscenza e all’educazione in rete esprimono secondo me al meglio lo spirito di questa iniziativa. Il prossimo obiettivo è fare in modo che questi principi diventino una mozione unitaria che impegni il governo a promuoverli sia in sede nazionale che internazionale. Lavoreremo con altri ministeri, soprattutto con il Miur perché è una Carta rivolta in particolar modo ai giovani. La Commissione non chiude, ma riprenderà i lavori dopo la pausa estiva, per poi presentare la Carta all’Internet Governance forum previsto in Brasile a novembre”. “Ci sono un’ambizione e un rischio in questa iniziativa – ha chiosato Rodotà – la prima è nel nome del documento, fornire una dichiarazione di diritti; il secondo risponde ad una domanda: una materia sottoposta a cambiamento continuo sopporta la regola giuridica? A nostro avviso ha bisogno di principi in prospettiva. La forte innovazione di questa Carta è che individua dei problemi propri di Internet ai quali si cerca di dare una risposta, anche a livello di linguaggio, caratterizzandosi per un’adesione alla realtà. Questo è uno strumento per contribuire a costruire la cittadinanza nell’era di Internet, perché senza diritti non c’è cittadinanza e quindi non c’è democrazia. Dal punto di vista internazionale, esiste in Francia una commissione che è entrata in rapporto con noi proponendo una dichiarazione congiunta che io spero si possa presentare a settembre”. Il percorso della Carta è iniziato esattamente un anno fa, quando la presidenza della Camera ha promosso la costituzione di una Commissione di studio per l’elaborazione di principi in tema di diritti e doveri relativi ad Internet. A far parte della Commissione, presieduta dallo stesso Rodotà, sono stati chiamati deputati attivi sui temi dell’innovazione tecnologica e dei diritti fondamentali, studiosi ed esperti, operatori del settore e rappresentanti di associazioni, prima volta in Italia per un’esperienza istituzionale di questo tipo, che nasceva anche in coincidenza con episodi e altre iniziative analoghe assunte in questo ambito negli ultimi anni a livello internazionale. Tra queste, l’approvazione in Brasile della legge cosiddetta “Marco civil” nell’aprile 2014, diverse sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea in materia di tutela dei dati personali (tra cui quella sul “diritto all’oblio”), la raccomandazione del Consiglio d’Europa del 16 aprile 2014 sulla protezione dei diritti umani su Internet e la sentenza della Corte Suprema Usa del 25 giugno 2014 sulla privacy relativa ai telefoni cellulari. Pietre miliari che si aggiungono alle molte iniziative provenienti dalla società civile che in questi ultimi anni si sono mosse nella direzione della elaborazione di specifici principi per il governo della rete. L’8 ottobre 2014 la Commissione ha così varato una prima bozza di dichiarazione dei diritti in Internet, i cui contenuti sono stati sottoposti all’attenzione dei partecipanti alla riunione dei Parlamenti dei Paesi membri dell’Unione europea e del Parlamento europeo sui diritti fondamentali che si è tenuta presso la Camera il 13 e il 14 ottobre 2014 nel corso del Semestre di presidenza dell’Unione europea. Il testo è stato poi sottoposto a una consultazione pubblica (dal 27 ottobre 2014 al 31 marzo 2015) per assicurare la partecipazione più larga possibile all’individuazione dei principi in esso contenuti. All’esito della consultazione pubblica e di un ciclo di audizioni di associazioni, esperti e soggetti istituzionali, i principi sono stati rielaborati e trasfusi nel testo definitivo. 28 luglio 2015

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