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Diritto all’oblio, “che fare se Google dice no”. Autorità europee al lavoro su criteri comuni

Dopo la ormai celebre sentenza con la quale la Corte di Giustizia dell’UE, nel maggio scorso, ha riconosciuto il diritto ad essere de-indicizzati dai risultati dei motori di ricerca e ha imposto a Google di provvedere alle richieste degli utenti in tal senso, le Autorità Garanti della privacy europee hanno deciso di elaborare criteri comuni per gestire i ricorsi e i reclami presentati da utenti che si sono visti opporre un rifiuto da Mountain View. La decisione è stata presa dai Garanti Ue nell’ultima riunione svoltasi il 16 e 17 settembre a Bruxelles. È il Garante privacy italiano a riassumere le principali direttrici di lavoro emerse dall’incontro, nel quale “è stato compiuto un primo passo in vista di un’armonizzazione dei criteri, procedurali e sostanziali, per gestire questo tipo di casi”. “Le Autorità  – spiega una nota dell’Authority presieduta da Antonello Soro – hanno concordato di costituire una rete di punti di contatto per scambiare rapidamente informazioni, e creare una tool box, una scatola degli attrezzi di criteri comuni per garantire un approccio coordinato nella gestione dei ricorsi e reclami presentati da utenti non soddisfatti della risposta fornita dai motori di ricerca. A questo scopo, le Autorità hanno creato un database condiviso delle decisioni assunte man mano, ed hanno messo a punto uno schema di analisi di tali decisioni, in cui sono evidenziate le analogie o le differenze nelle valutazioni volta per volta effettuate, soprattutto rispetto a casi particolarmente complessi o caratterizzati da elementi di novità. Hanno inoltre avviato  – conclude il Garante italiano – incontri sia con rappresentanti dei motori di ricerca sia con rappresentanti degli editori e dei media online al fine di seguire da vicino la delicata fase di attuazione della sentenza”. LEGGI Diritto all’oblio, Google ascolta gli esperti. E i nodi restano da sciogliere Pizzetti: “Sentenza CGUE non è su diritto all’oblio. Ma pone questioni fondamentali su evoluzione normativa” Data protection e diritto all’oblio, il Commissario Reicherts: “Dibattito distorto da detrattori. Adottare subito nuove è più forti tutele sulla protezione dei dati” Diritto all’oblio, Google “interrogato” dai Garanti privacy europei. Accolta la metà delle richieste. In attesa di linee guida condivisePrivacy e diritto all’oblio, il gestore di un motore di ricerca online è responsabile del trattamento da esso effettuato dei dati personali che appaiono su pagine web di terzi. Montuori (Garante Privacy): “Consonanza con direzione intrapresa dall’Autorità”. Google: “Decisione deludente, sopresi differisca da Advocate General”Google e diritto all’oblio, Giuseppe Busia (Garante Privacy): ‘Stabilito un principio sulla competenza territoriale’. Il Prof. Gambino: ‘Richiesta ai motori di ricerca è tutela estrema e subordinata, ma aspetti positivi per tutela delle fragilità’ ” “Uno, nessuno e centomila: tra reputazione online e diritto all’oblio. Montuori (Garante Privacy): ‘Importante capire il diritto alla contestualizzazione dell’informazione’ 30 settembre 2014

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