skip to Main Content

Viviane Reding: “Sulla Data Protection è stallo nei Paesi membri. Tecnologia, economia e decisioni politiche hanno velocità diverse”

Viviane Reding

Il vice presidente della Commissione Europea e Commissario per la Giustizia: “Le nuove norme non sono state ancora adottate, e dopo il Datagate abbiamo sentito solo annunci. Dobbiamo completare il mercato unico digitale per far detonare il valore dei dati”

Viviane Reding
Viviane Reding
“Sono passati due anni dall’approvazione da parte della Commissione Europea dei nuovi piani in materia di data protection, ma le disposizioni non sono state ancora adottate; tra i partiti presenti nell’Europarlamento si è trovato un compromesso per sostenere queste misure, mentre gli Stati membri sono in una fase di stallo”. Un messaggio chiaro quello lanciato da Viviane Reding, vice presidente della Commissione Europea e Commissario continentale per la Giustizia, i Diritti fondamentali e la Cittadinanza, in un intervento durante la consegna dell’Aenne Burda Award avvenuta ieri a Monaco di Baviera. “Abbiamo un chiaro obiettivo – ha spiegato la Reding – far sì che le imprese e le amministrazioni nazionali non acquisiscano una quantità di dati personali superiore a quella di cui hanno effettivamente bisogno per portare avanti le loro attività. Siamo di fronte ad un doppio regime di velocità: sulla corsia di sorpasso le iniziative in materia di tecnologia ed economia, sulla corsia più lenta l’implementazione delle decisioni politiche”. “Nonostante le rivelazioni sui vasti programmi di sorveglianza e spionaggio –  ha proseguito il Commissario riferendosi al Datagate – dai capi di Stato e di Governo dei Paesi membri sono arrivati solo annunci e poche iniziative concrete. L’Europa ha bisogno di questa riforma, perché rafforza i diritti dei cittadini e contribuisce a completare il percorso verso il mercato digitale unico europeo nel quale le imprese potranno prosperare”. La Reding ha parlato di un volume d’affari sui dati dei cittadini che in Europa, nel 2011, si è aggirato intorno ai 315 miliardi di euro, con la prospettiva di crescita fino ai mille miliardi entro il 2020. “Per sbloccare davvero il valore dei dati ci serve completare il passaggio al mercato unico digitale, vero detonatore del sistema, perché fornisce una serie di indicazioni chiare su tutto il Continente sostituendo l’attuale quadro frammentato che vede 28 ordinamenti diversi. Abbiamo bisogno  – ha chiosato Reding – di un solo set di norme e di una sola Autorità che vigila e decide”. “L’altra faccia della medaglia – ha concluso il Commissario – è la fiducia dei cittadini; se il 92% degli europei è preoccupato dell’utilizzo che viene fatto dei propri dati sta a noi dimostrare che ci sono regole certe e sanzioni incisive per chi non le rispetta”. Intanto la Commissione ha pubblicato uno studio redatto dal Conference Board dal titolo “Liberare il potenziale di crescita dell’ICT europeo: abilitare persone e imprese“. Foto: Eunews.it 20 gennaio 2014

Back To Top