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Music Inc, un’app contro la pirateria. L’iniziativa dell’industria musicale britannica

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Se la lotta alla pirateria a mezzo di mera repressione ha dimostrato i suoi limiti, appare necessaria da una lato una sempre maggiore apertura verso i nuovi dispositivi e tecnologie e, dall’altro, uno sforzo importante verso la sensibilizzazione dei consumatori all’uso legale. È la valutazione che sembra essere alla base dell’ultima iniziativa nata dalla collaborazione tra la Music e l’Intellectual Property Office britannico, che hanno da poche ore lanciato Music Inc., un’app per iOS e Android che punta ad insegnare agli utenti le dinamiche del funzionamento del business musicale tramite un semplice espediente di gamification che fa vestire all’utente stesso i panni di un manager che deve costruire la sua carriera partendo dai giovani artisti senza grosso seguito. IMG_9182E così l’app, che durante l’apertura al posto del classico “loading” mostra un ironico “composing”, concede al giocatore un primo ristretto budget e la scelta delle band o dei solisti da “scritturare” mettendo in diretta corrispondenza il loro costo con il numero di fan che li supporta. Dopo il passaggio nella sala di incisione, il disco è pronto per essere lanciato sul mercato. Ma con quali modalità? È qui che il giocatore/manager si trova a fare i conti con le dinamiche del mercato musicale diviso tra i supporti fisici e i loro mercati conosciuti ma in continua discesa e le piattaforme di downloading e streaming che garantiscono un più ampio pubblico potenziale ma ritorni economici, almeno nell’immediato, molto più bassi. Tuttavia, può capitare che il singolo del proprio artista venga scelto come jinlge di una pubblicità o che i primi concerti vadano bene, e allora le entrate iniziato a mostrare incoraggianti frecce verdi; il problema è quando le tracce finiscono su qualche frequentato portale di file sharing. IMG_9186È in quel caso che i grafici delle vendite iniziano a mostrare in poco tempo percentuali a due cifre alla voce “download pirata”. L’app a questo punto lascia che il manager precipiti in una spirale di azioni antipirateria che non danno risultati dal punto di vista delle rendite, soprattutto per quello che riguarda le azioni legali. La fine del percorso lascia con l’amaro in bocca per non essere riusciti a trovare una soluzione al problema della pirateria dopo il lancio del nostro prodotto sui canali digitali, ed è questo forse il più grande difetto di un’iniziativa che ha comunque il pregio di cercare di portare un consumatore medio alla scoperta (per quanto superficiale) di ciò che c’è dietro un prodotto dell’industria musicale. LEGGIAT&T brevetta un nuovo strumento per individuare i ‘pirati’LEGGIFacebook, gli “indicatori sociali” contro i contenuti pirata” 6 febbraio 2014

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