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L’Accademia Italiana del Codice di Internet alla Consultazione sul servizio pubblico radiotelevisivo promossa dal Mise

Il Ministero dello Sviluppo Economico avvia la Consultazione sul servizio pubblico radio-tv in vista della nuova concessione. Il primo evento si svolgerà il 12 aprile, a Roma, all’Auditorium-Parco della Musica (Spazio Expo), dalle 10.30 alle 18.30, con la convocazione di 16 tavoli tecnici suddivisi in 4 aree tematiche che sono: “Sistema Italia”, “Industria creativa”, “Digitale” e “Società italiana”. Ad essere chiamata alla Consultazione promossa dal Mise anche l’Accademia italiana del Codice di Internet (Iaic) che prenderà parte ai lavori con il presidente, Prof. Alberto Gambino, Prorettore dell’Università Europea di Roma e con il Prof. Francesco Graziadei, professore di Diritto Industriale e delle Comunicazioni presso la Luiss “Guido Carli”, componente il Comitato Direttivo di Iaic. Il Prof. Gambino parteciperà alla 4a Macro area dedicata alla “Società Italiana”, in cui verrà articolato, tra l’altro, il tema del servizio pubblico come racconto, memoria e rappresentazione della società italiana nel sua complessità, come sviluppo di un’informazione pluralista, completa e indipendente, mentre il Prof. Graziadei contribuirà alla 3a Macro area, focalizzata sul “Digitale”, con particolare riguardo al tema dei “Servizi alla Pubblica amministrazione“.

Perché la consultazione

Il servizio pubblico radio-televisivo – scrive il Mise nella lettera di convocazione della Consultazione – è presente in tutti i paesi europei. Ma oggi il processo di convergenza tra media, Internet e telecomunicazioni sta trasformando i meccanismi di distribuzione e di consumo dei contenuti audiovisivi, ormai disponibili su molte piattaforme diverse, e mette in discussione la centralità del broadcasting. Occorre pertanto interrogarsi sulle ragioni, sul fondamento, sull’organizzazione e sul perimetro di un servizio pubblico radio-tv negli scenari attuali e futuri di un mercato dell’audiovisivo nell’era della convergenza. In prossimità della scadenza della Convenzione tra lo Stato e la Rai il Ministero dello Sviluppo Economico ha organizzato dunque la Consultazione pubblica, aperta a tutti i cittadini. Per troppo tempo – sottolinea ancora il Mise – il tema della riforma del servizio pubblico radio-televisivo è stato monopolio degli “addetti ai lavori”. L’obiettivo di questa consultazione è di dare la parola al cittadino che paga il canone, vero azionista del servizio pubblico radio-televisivo e suo principale stakeholder.

Modalità e contenuti

La consultazione pubblica si svolgerà in tre fasi: 1) 16 tavoli tecnici distribuiti su 4 macro-aree (“Sistema Italia”, “Industria creativa”, “Digitale”, “Società italiana”) attraverso il coinvolgimento di stakeholder, associazioni e mondo accademico; 2) una consultazione online aperta a tutti i cittadini (in collaborazione con l’Istat) per 45 giorni; 3) consegna del documento di sintesi al Parlamento; Ognuno dei 16 tavoli tematici avrà un coordinatore incaricato di promuovere la discussione, di focalizzarla su alcune proposte concrete e, infine, di coordinare i risultati con gli altri tavoli tecnici. Al termine della giornata di lavoro, ciascun coordinatore farà il punto con gli altri coordinatori della stessa Macro-area e consegnerà una sintesi dei risultati al Ministero dello Sviluppo Economico che, in collaborazione con l’Istat, produrrà un documento da mettere in consultazione sul sito del Governo.

Le linee guida del governo

Nel marzo del 2015 il Consiglio dei ministri ha approvato le linee guida per “la nuova Rai”. Si tratta di indicazioni strategiche sulla missione del servizio pubblico radio-tv per i prossimi 10 anni che il Mise ripropone in sintesi: La RAI deve trasformarsi da azienda di broadcasting a media company, capace di essere presente e di produrre per tutte le piattaforme, lineari e non lineari, con una particolare attenzione all’innovazione tecnologica; La RAI deve ridefinire la propria offerta editoriale, la mission e il numero dei propri canali televisivi, anche in relazione alle possibilità offerte dalla convergenza tra media, Internet e telecomunicazioni; La RAI deve acquisire un profilo internazionale, anche attraverso la produzione di programmi in lingua inglese e la creazione di un canale culturale all’altezza dei migliori esempi europei; La RAI è chiamata a trainare l’industria audiovisiva nazionale, rafforzando la sua presenza sui mercati internazionali, favorendo la crescita della produzione indipendente e promuovendo la cultura italiana e il made in Italy; La RAI deve completare il piano di riforma dell’informazione, rafforzando la produzione di reportage e documentari; La RAI deve contribuire all’azzeramento del digital divide attraverso la completa digit piattaforme, valorizzando il passato audiovisivo come memoria collettiva e piattaforme, valorizzando il passato audiovisivo come memoria collettiva e costituendo libraries di prodotti specifici per scuole e università. Nel corso di un’audizione in Commissione lavori pubblici del Senato dello scorso 15 marzo, era stato il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico Antonello Giacomelli a illustrare l’iniziativa sottolineando che: “si tratta della prima volta in cui si realizza un confronto sui contenuti del servizio pubblico radiotelevisivo aperto ai contributi di tutte le componenti della società. I risultati della consultazione, che dovrebbero essere disponibili nel mese di maggio, saranno poi utilizzati dal Ministero per lo sviluppo economico per predisporre lo schema della nuova concessione, che sarà approvato, in via preliminare, dal Consiglio dei ministri e sottoposto quindi all’esame della Commissione parlamentare di vigilanza sul servizio radiotelevisivo”. Documentazione di approfondimento: Comunicazione della Commissione Ue relativa all’applicazione delle norme sugli aiuti di Stato al servizio pubblico di emittenza radiotelevisiva  Protocollo allegato al Trattato di Amsterdam Raccomandazione Ue sull’interoperabilità dei servizi di televisione digitale interattiva 11 aprile 2016  

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