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FOIA, Bernardo Mattarella: “Tempi stretti per decreto sono imposti dal Parlamento. Su sanzioni collaborazione con Anac”

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foto (1)“La garanzia che i tempi per l’approvazione del decreto sul Freedom of Information Act saranno stretti deriva dal fatto che la delega assegnata dal Parlamento scade a febbraio”. Così Bernardo Mattarella, capo dell’ufficio legislativo del Dipartimento per la funzione pubblica, intervenendo a “Un Foia per l’Italia”, confronto sulla legge per la libertà di accesso all’informazione di prossima presentazione che si è tenuto nel pomeriggio di martedì presso la sede dell’Associazione Stampa Romana e organizzato dall’associazione Foia4Italy e Istituto Bruno Leoni.

Mattarella ha confermato le tempistiche indicate dal Ministro Marianna Madia in occasione dell’Italian Digital Day di Venaria: “Il principio della trasparenza amministrativa – ha spiegato ripercorrendo in breve le tappe che hanno portato alla vigilia del FOIA italiano – non esiste nella nostra costituzione così come nella stragrande maggioranza dei Paesi occidentali. Fanno eccezione la Spagna e la Svezia, ma se nel Paese iberico il principio è enunciato sul modello dell’accesso già previsto in Italia dalla legge 241/1990, nella Carta svedese si enuncia un principio molto più simile a quello di cui parliamo oggi. Altri Paesi, come gli Stati Uniti e la Francia, hanno introdotto prima il diritto degli individui ad accedere a documenti che lo riguardano e poi quello di tutti i cittadini a tutti i documenti. In Italia abbiamo una serie di norme che si sono sovrapposte e che hanno creato una serie di obblighi di pubblicazione che se rispettati tutti ci avrebbero permesso di essere il Paese più trasparente al mondo. Ma chi ha scritto quegli obblighi e il decreto 33/2013 credeva nei miracoli, basti pensare che misure simili introdotte nel Regno Unito sono entrate in vigore cinque anni dopo la stesura per dare tempo di adeguarsi”.

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Dall’accesso solo per chi ha un interesse legittimo ai dati si è passati all’accesso civico per arrivare ora al “diritto di tutti ad accedere a tutte le informazioni custodite dalla Pa”. “La trasparenza – ha affermato Mattarella – si raggiunge o obbligando a pubblicare una grande mole di dati o dando ai cittadini il diritto di richiedere i documenti. Da noi, tutti i documenti non elencati nella lista del decreto 33/2013 non sono oggetto di trasparenza, ed è questo che cambieremo con il decreto che stiamo scrivendo. Non elimineremo gli obblighi di pubblicazione, certamente, ma si semplificherà la vita alle amministrazioni, si coprirà l’area delle informazioni ancora non disponibili e, infine, si farà in modo che la disciplina sarà effettiva tramite un meccanismo sanzionatorio sul quale stiamo lavorando con l’Anac”.

E proprio in rappresentanza dell’Autorità Nazionale Anti-Corruzione è intervenuta Ida Nicotra: “Il FOIA è un deterrente per fatti corruttivi, non solo legati alle fattispecie di rilevanza penale, ma in senso ampio, inerenti alla cattiva amministrazione. L’Anac avrà un ruolo di stimolo nei confronti delle Pa affinché le stesse adempiano alle norme. Agiremo tramite un sistema che fa leva su provvedimenti d’ordine. Dove persisterà la mancanza, arriverà una sanzione, di tipo reputazionale ma anche di carattere pecuniario”.

All’incontro, coordinato da Serena Sileoni, vicedirettore generale dell’Istituto Bruno Leoni, hanno partecipato anche Anna Ascani, Deputato Pd, Ernesto Belisario, componente del Tavolo permanente per l’innovazione e l’agenda digitale italiana presso la presidenza del Consiglio dei ministri, e Guido Romeo, data&business editor di Wired Italia e presidente dei Diritto Di Sapere.

24 novembre 2015

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