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IGF, Samaritani: “Spid è un esempio di comunità multistakeholder”. Giacomelli conferma: “A breve Costituente italiana”

Samaritani

Samaritani“Possiamo pensare al rilancio del Paese sotto tanti punti di vista, ma quello dell’Internet Governance è centrale e influenza tutti gli altri”. Così Antonio Samaritani, Direttore Generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, intervenendo all’Internet Governance Forum Italia che ha avuto luogo lunedì a Montecitorio: “Per noi il Sistema pubblico di Identità digitale, lo Spid, è centrale, e anch’esso ha diversi aspetti; ma quello che più mi preme sottolineare è il suo valore come esempio di governance. Il Sistema – ha spiegato Samaritani – separa i ruoli tra identity provider, privati ma sottoposti a controllo dell’Agid e auspicabilmente impegnati a fornire agli utenti strumenti per l’IT security; service provider, che hanno un ruolo fondamentale nell’innalzare il tasso di fiducia in rete sostenendo mercati basati sulla sharing economy; infine, il nuovo ruolo a cui stiamo lavorando, gli attribute provider“. “Se pensiamo che Spid sia strategico ora, pensiamolo tra cinque anni, quando l’Internet of Things connetterà non solo persone ma anche soggetti giuridici e oggetti; il Sistema in quel caso sarà il prerequisito per calare un modello di governance. Per noi è infatti fondamentale l’approccio multistakeholder e nel nostro piccolo penso che Spid ne sia un esempio in scala. Quello di cui abbiamo bisogno non è un sistema di regole ferreo, che rischierebbe di imbrigliare l’innovazione, bensì dobbiamo avere casi concreti che ci permettano di generalizzare in principi per governare ciò che accadrà in futuro. Spero – ha concluso Samaritani – che Spid sia un modello e una eredità anche in questo senso”. L’Agenzia ha annunciato prima dell’estate, pubblicando i regolamenti tecnici per l’avvio del Sistema, che le prime identità digitali saranno rilasciate entro dicembre.

Bill of Rights – “I diritti nel dibattito su Internet sono sempre più al centro, e il contesto è stato di molto variato con le sentenze della Corte di Giustizia su data retention, diritto all’oblio e safe harbour“, ha esordito il Prof. Stefano Rodotà ripercorrendo il percorso che ha portato all’approvazione della Dichiarazione dei diritti in Internet, documento che sarà presentato in un contesto internazionale al prossimo IGF globale in programma in Brasile a novembre: “Concepire Internet come luogo di conoscenza ha diversi effetti: l’accesso non può essere discriminatorio, e questo può accadere in tanti modi, si pensi alla tassa che si voleva introdurre in Ungheria, tentativo di discriminare su base economica e al contempo schedare chi accede e paga, diventa un potente sostegno alla neutralità della rete e un altrettanto potente sostegno a tutti coloro i quai sottolineano l’impossibilità di imporre forme di censura all’accesso e alla conoscenza”. Rodotà ha citato infine Laurence Lessig: “L’accesso ad Internet non può essere una chiave per aprire una stanza vuota o piena di pacchetti che possiamo aprire solo pagando”. “Ma oggi – ha domandato il Prof. Oreste Pollicino, docente in Bocconi e socio fondatore dell’Accademia Italiana del Codice di Internet – si può parlare delle dichiarazioni dei diritti fondamentali in Internet come qualcosa di peculiare ed eccezionale o come parte del costituzionalismo europeo? La mia risposta è dipende, da chi le ha fatte e in quale contesto. Su quella fatta in Italia la risposta è dunque si, perché in primis non c’è cesura netta tra offline e online, a differenza ad esempio del Marco Civil ad esempio”.

Costituente italiana – In aprile il Sottosegretario con delega alle telecomunicazioni Antonello Giacomelli aveva espresso la volontà di far nascere entro un anno una Costituente italiana per un modello di governance multistakeholder, intenzione e tempistiche confermate in una lettera con la quale ha contribuito ai lavori. “Come sapete – scrive Giacomelli – il tema della governance di Internet e del futuro della Rete è al centro dell’attenzione del governo fin dal Semestre italiano di presidenza del Consiglio Europeo. Da tempo ripeto che l’idea di una relazione unica tra Icann e l’amministrazione degli Stati Uniti vada superata e che l’Europa debba proporsi come soggetto politico-istituzionale unitario e in quanto tale come principale interlocutore di Washington sul governo della rete. Anche in termini di cultura giuridica il contributo dell’Europa può essere fondamentale a patto che si presenti come soggetto unico, non in ordine sparso come sommatoria di 28 idee diverse.  In aprile, al convegno da noi organizzato qui a Roma insieme con Icann, alla presenza del presidente Fadi Chehadè, ho annunciato l’impegno del Ministero dello Sviluppo Economico per promuovere entro un anno una Costituente italiana per Internet: i miei collaboratori stanno lavorando a un’ipotesi di modello multi-stakeholder che spero di poter presentare quanto prima”. “Sono convinto che il governo debba avere un ruolo di spinta, ma che solo la presenza da protagonisti del mondo delle associazioni, delle imprese, dell’università e della ricerca possa garantire quella rappresentanza ampia e plurale che una comunità di Internet davvero multi-stakeholder dovrebbe avere. Penso – si chiude la lettera – che anche da IGF Italia 2015 possa arrivare un contributo importante e sarei felice di potervi incontrare presto al Ministero per raccogliere le conclusioni del vostro lavoro”. 12 ottobre 2015

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