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Diritto all’oblio, 50 i ricorsi definiti dal Garante privacy su 25mila richieste arrivate a Google

Deindicizzazione Italia

Sono circa cinquanta i ricorsi definiti dal Garante privacy relativi a persone comuni, figure pubbliche locali e professionisti che si sono rivolti all’Autorità dopo il mancato accoglimento delle richieste di deindicizzazione da parte di Google, mentre un’altra decina di ricorsi sono in via di definizione. È il bilancio dell’attività dell’Autorità a quasi un anno e mezzo dalla cosiddetta sentenzaGoogle Spain” della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sul diritto all’oblio, che ha imposto ai motori di ricerca di dare un riscontro alle richieste di rimozione, dai risultati, dei link alle pagine web che contengono il nominativo del richiedente. Di fronte a un diniego, gli utenti italiani possono infatti rivolgersi in appello al Garante o all’autorità giudiziaria. Considerando che sono oltre 25mila le richieste pervenute a Mountain View e che il 70,6% delle Url segnalate non sono state rimosse si percepisce come l’opportunità del ricorso sia stata sfruttata finora solo da un esiguo numero di persone. Deindicizzazione Italia Inoltre, solo in un terzo circa dei casi definiti il Garante ha accolto le richieste degli interessati ordinando a Google la rimozione dei link a pagine presenti sul web che riportavano dati personali ritenuti non più di interesse pubblico, informazioni spesso eccedenti, riferite anche a persone estranee alla vicenda giudiziaria narrata, o lesive della sfera privata. In tutti gli altri casi, invece, l’Autorità ha respinto le richieste ritenendo che la posizione di Google fosse corretta, risultando prevalente l’interesse pubblico ad accedere alle informazioni tramite motori di ricerca. Si trattava, infatti, in prevalenza, di vicende processuali di sicuro interesse pubblico, anche a livello locale, spesso recenti o per le quali non erano ancora stati esperiti tutti i gradi di giudizio. I dati personali riportati, tra l’altro, risultavano trattati nel rispetto del principio di essenzialità dell’informazione. Risulta confermato dunque il sostanzialmente allineamento dei criteri utilizzati da Google con quelli dell’Autorità, così come sottolineato già nel maggio scorso da Antonello Soro.

Dati complessivi in Europa al 26 ottobre 2015
Dati complessivi in Europa al 26 ottobre 2015

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26 ottobre 2015

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