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“Caratterizzazioni smart delle città”, il rapporto dell’Istat: “Grande distanza tra Comuni del Mezzogiorno e quelli del Centro-nord come motori dell’innovazione”
“Le città sono sempre più orientate verso scelte smart e una gestione maggiormente eco-sostenibile dell’ambiente urbano. La generalità dei grandi comuni del Nord utilizza gli strumenti di pianificazione e programmazione ambientale. Tra i capoluoghi del Centro-sud, Roma, Napoli e Bari conseguono performance superiori alla media delle grandi città”. Sono alcune delle indicazioni che si ricavano dal 23esimo Rapporto annuale dell’Istat, nel quale è presente una analisi dell’ambiente urbano delle principali città capoluogo italiane. “La qualità della vita nelle città – si legge nel documento – è fortemente influenzata dalle caratteristiche dell’eco-sistema urbano. Le più recenti indicazioni nazionali e comunitarie spingono le amministrazioni verso scelte orientate a rendere più smart le città e le comunità territoriali, il che implica l’uso di strumenti di pianificazione e di forme di gestione integrati, in un approccio organico delle policy, trasversale rispetto al tradizionale approccio tematico all’obiettivo della qualità ambientale (inquinamento acustico e dell’aria o dotazione di aree verdi) e trasversale anche a quello settoriale all’erogazione di servizi ambientali (energetici, idrici, rifiuti e mobilità urbana)”. Sotto la lente dell’Istituto finiscono così le iniziative indirizzate a incrementare la trasparenza dei processi e la partecipazione attiva dei cittadini e quelle che vengono definite traiettorie smart alle quali contribuisce l’innovazione tecnologica. Sul primo fronte, “si sta diffondendo l’utilizzo di strumenti di reporting ambientale e sociale quali il Bilancio sociale (redatto da 23 città nel 2013) e il Bilancio ambientale (da 15) e di coinvolgimento diretto dei cittadini in forme di progettazione partecipata (76 città le hanno già applicate, 45 solo nell’ultimo anno). L’incremento della trasparenza amministrativa si rileva anche nella crescente diffusione di servizi on line, una pratica che si traduce anche in specifici benefici ambientali (per esempio, riduzione della congestione urbana). Le grandi città sono particolarmente dinamiche in questo campo e hanno quasi tutte attivato almeno quattro tra i servizi considerati: anagrafici (accesso e download di modulistica per l’autocertificazione; attivazione di pratiche per cambio di indirizzo o residenza con compilazione on line della modulistica; possibilità di verificare on line lo stato delle pratiche presentate all’amministrazione, produzione e download diretto di certificati anagrafici); prenotazione di appuntamenti con referenti degli uffici comunali; pagamento on line di tributi o altri versamenti per i servizi erogati (contravvenzioni, servizi di mensa scolastica, rette delle scuole comunali, altri servizi di pagamento quali oneri edilizi, tasse cimiteriali, accesso alle Ztl). Per quanto attiene la qualificazione smart delle città, essa è presa in considerazione sia in termini di impiego di applicazioni tecnologiche innovative per la gestione delle reti infrastrutturali e dei sistemi informativi, sia nella proposizione di progetti di innovazione eco-sociale finalizzati alla promozione di comportamenti individuali e contesti di fruizione collettiva eco-sostenibili. La mobilità urbana e il settore energetico, evidenzia il rapporto, sono due componenti dell’ecosistema urbano in cui l’innovazione tecnologica produce i maggiori benefici nell’ampliare l’offerta e migliorare l’efficienza dei servizi. In particolare nell’area della smart mobility è diffusa (e in crescita rispetto al 2012) la disponibilità di sistemi di infomobilità che permettono di raggiungere gli utenti della mobilità urbana in tempo reale quali: i pannelli stradali a messaggio variabile (presenti in 56 capoluoghi), i sistemi di pagamento elettronico della sosta (disponibili in 41 città), le applicazioni per dispositivi mobili (disponibili in 20 città), gli avvisi sul traffico via SMS (servizio attivo in otto capoluoghi inclusi Genova, Verona e Bologna)”. L’Istituto sottolinea che a supporto della migliore fruizione del trasporto pubblico le amministrazioni attivano servizi web interattivi, quali applicazioni di travel planner per il calcolo degli itinerari (disponibili nel 2013 in 27 città) o la possibilità di acquisto di titoli di viaggio on line (in 25), e hanno installato paline elettroniche alle fermate dei mezzi pubblici (fra i grandi comuni questa infrastruttura non è presente solo a Taranto, Palermo e Messina). Nell’area della smart energy nel 2013 circa il 30 per cento dei capoluoghi (soprattutto del Nord) ha installato punti di ricarica su strada per i veicoli elettrici e tutte le amministrazioni promuovono iniziative per il miglioramento dell’efficienza energetica dell’illuminazione pubblica: la dotazione di lampioni fotovoltaici è ancora marginale (0,7 per mille dei punti luce dei comuni), ma alcune realtà locali stanno investendo su questa tecnologia (Venezia in particolare è passata in un anno da 0 a 505 punti luce fotovoltaici); i lampioni con lampade a LED (in media pari al 4,8 per cento dei punti luce delle città) crescono del 40 per cento in un anno, con le migliori performance a Cagliari dove coprono la totalità dell’illuminazione pubblica. Considerando le produzioni da fonti rinnovabili, 105 città (incluse tutte le maggiori) sono proprietarie a vario titolo di impianti fotovoltaici, e un numero più contenuto produce in proprio energia da impianti idroelettrici, geotermici ed eolici. Sempre tramite installazioni proprietarie le amministrazioni applicano un uso efficiente dell’energia utilizzando pannelli solari termici (78 città), pompe di calore ad alta efficienza (24 città) o impianti alimentati a biomasse o biogas (20 città). Cresce anche la volumetria degli edifici serviti da teleriscaldamento, una tipologia di impianto ad alta efficienza presente in 31 città, ma assente nei capoluoghi del Mezzogiorno. “In termini di utilizzo di applicazioni tecnologicamente innovative a vantaggio della qualità dell’ambiente e dei servizi ambientali – sottolinea l’Istat – tutte le città del Centro-nord mostrano buone performance, mentre nel Mezzogiorno si qualificano positivamente Catania e Bari. Infine, le amministrazioni sono impegnate nella proposizione di numerosi progetti di innovazione eco-sociale. Nel campo dei servizi eco-sistemici che possono essere garantiti dalle aree del verde urbano, 57 città promuovono la diffusione degli orti urbani, una pratica che, oltre al valore ambientale, sociale e didattico, contribuisce a preservare dall’abbandono e dal degrado le aree verdi interstiziali tra le superfici edificate”. Per limitare l’inquinamento luminoso, i lampioni con sistemi di luce orientata verso il basso e schermata sono il 56,1 per cento dei punti luce (+4,2 per cento in un anno): in 13 capoluoghi questa tipologia è estesa alla totalità dei punti luce (a Bari e Cagliari tra le grandi città). Ulteriori progetti eco-sociali, orientati a promuovere anche la sicurezza alimentare, riguardano le scelte di acquisto di alimenti biologici certificati per le mense delle scuole comunali (li effettuano 76 comuni). Infine, anche in questo campo sono numerose le iniziative nell’area della mobilità sostenibile: 63 città hanno istituito Zone 30; 105 capoluoghi dispongono di una buona dotazione di piste ciclabili (superiore alla media, pari a 19 km ogni 100 km2 ); in 58 città (prevalentemente del Centro-nord) è attivo un servizio di bike sharing; in 22 capoluoghi (anche in questo caso con forte concentrazione tra le città del Nord) i cittadini possono utilizzare il car sharing. “Dall’orientamento delle amministrazioni a una gestione sostenibile del territorio dipende la qualità dello sviluppo urbano – chiosa l’Istat – tuttavia, se da un lato le politiche improntate all’innovazione e alla sostenibilità godono del più ampio consenso sociale e possono contare sulla disponibilità di una ricca strumentazione di piano, dall’altro la congiuntura economica ha inasprito la competizione fra le diverse destinazioni della spesa pubblica, imponendo soprattutto agli enti locali, e tanto più nelle aree urbane economicamente e socialmente più fragili, un limite severo agli investimenti”. “La lettura aggregata dei dati mette a fuoco, in particolare, uno dei termini del problema: la debolezza delle grandi città meridionali come motori dell’innovazione, ben illustrata dalla distanza fra la performance complessiva dei grandi comuni del Mezzogiorno e quella dei loro omologhi del Centro e del Nord nelle aree dell’innovazione tecnologica, dell’innovazione sociale e della trasparenza-partecipazione”. 21 maggio 2015