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Internet Bill of Rights: la Camera approva mozione sulla Dichiarazione dei Diritti che impegna il Governo
La Camera dei Deputati ha approvato martedì due mozioni (Quintarelli ed altri n. 1-01031 e Caparini e altri n. 1-01052) concernenti “iniziative per la promozione di una Carta dei diritti in Internet e per la governance della rete”, il cui testo di riferimento è la Dichiarazione presentata nella sua forma definitiva nel luglio scorso a valle del lavoro svolto nell’apposita Commissione istituita a Montecitorio. Dopo aver definito Internet come “uno strumento imprescindibile per promuovere la partecipazione individuale e collettiva ai processi democratici e l’eguaglianza sostanziale”, la mozione 1-01031 impegna il Governo “ad attivare ogni utile iniziativa per la promozione e l’adozione a livello nazionale, europeo e internazionale dei princìpi contenuti nella Dichiarazione” e a “promuovere un percorso che porti alla costituzione della comunità italiana per la governance della rete definendo compiti e obiettivi in una logica multistakeholder”. “Un bambino che va in seconda elementare oggi è nato nel 2008”, ha esordito Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica, aprendo la discussione: “Allora il Capo dello Stato era il Presidente Napolitano, in quell’anno è nato nato l’iPhone 3G, che consentiva il collegamento permanente a Internet, ed è nato android di Google, un sistema operativo che oggi vede 1,5 miliardi di utenti attivi al giorno. Questo accadeva sette anni fa. Un altro dato sul quale vi chiamo a riflettere è che gli alberghi italiani hanno ricavi annuali per circa 19 miliardi. Una società come booking.com, che online svolge l’intermediazione e la prenotazione degli alberghi, ha ricavi per 33 miliardi annui. In Italia abbiamo 29 milioni di persone, che sono circa la metà della popolazione, che sono utenti abituali di Internet. Di questi 29 milioni, 13 milioni di persone fanno abitualmente shopping e acquisti online. In una recente indagine fatta da ContactLab, il 60 per cento degli internauti italiani, circa 17,5 milioni di persone, dichiarano di essere permanentemente collegati ad Internet e di essere costantemente online. In sette anni, dal 2008, Internet è diventata l’interfaccia utente del mondo che siamo abituati a conoscere. Con questa interfaccia utente, generiamo tantissime informazioni, informazioni su di noi, sui nostri comportamenti e sulle nostre relazioni, che possono essere acquisite per fini leciti o illeciti, in modi corretti o anche in modi discutibili. Di fatto quello a cui abbiamo assistito in un tempo così breve, dal 2008 ad oggi, è che la tecnologia, che è cresciuta e si è evoluta in modo esponenziale, ha abilitato una nuova dimensione dell’esistenza di ciascuno di noi, una dimensione immateriale, che non è alternativa alla dimensione materiale in cui siamo abituati a vivere: è una dimensione nella quale abbiamo relazioni sociali ed economiche. La Carta dei diritti in Internet è un passo per cercare di contribuire alla consapevolezza digitale delle istituzioni, una riflessione che parte dall’Italia e che dall’Italia stiamo cercando di allargare ad altri Paesi. Il mio auspicio è che si possa istituire una commissione parlamentare permanente, che sia esperta, dedicata all’argomento, che abbia dei funzionari specializzati, in modo tale da avere una memoria storica competente, e anche delle opportune relazioni con organismi analoghi di altri Paesi”.
“Il parere del Governo alla mozione è convintamente favorevole”, ha affermato in Aula Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni: “Nelle sue premesse che negli impegni, il documento disegna una linea sulla quale Governo e Parlamento possono trovare una traccia di lavoro comune, in un terreno sul quale non esiste un precedente e occorre dunque farsi carico della fatica e della responsabilità di trovare una risposta difficile a questioni nuove”.
I diritti di cui parla la Dichiarazione sono quelli alla neutralità della rete, al libero accesso, alla riservatezza dei dati, all’abolizione di ogni divario digitale e all’educazione ad un uso consapevole di Internet. “Con questa Dichiarazione e con la mozione oggi approvata – si legge in una nota di Montecitorio – il Parlamento italiano vuole fornire un contributo concreto in sede nazionale e internazionale per la diffusione di una vera e propria Carta dei diritti delle persone nell’età digitale”.
Questo passaggio avviene alla vigilia dell’Internet Governance Forum, il vertice annuale mondiale sui temi di Internet che quest’anno si terrà in Brasile, a Joao Pessoa, dal 9 al 13 novembre, e dove la stessa Dichiarazione verrà presentata alla comunità internazionale.
Il percorso – La Carta ha iniziato il suo iter nel luglio 2014, quando la presidenza della Camera ha promosso la costituzione di una Commissione di studio per l’elaborazione di principi in tema di diritti e doveri relativi ad Internet presieduta dal Prof. Stefano Rodotà. A farne parte sono stati chiamati deputati attivi sui temi dell’innovazione tecnologica e dei diritti fondamentali, studiosi ed esperti, operatori del settore e rappresentanti di associazioni, prima volta in Italia per un’esperienza istituzionale di questo tipo, che nasceva anche in coincidenza con episodi e altre iniziative analoghe assunte in questo ambito negli ultimi anni a livello internazionale. Tra queste, l’approvazione in Brasile della legge cosiddetta “Marco civil” nell’aprile 2014, diverse sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea in materia di tutela dei dati personali (tra cui quelle su data retention e diritto all’oblio, alle quali si è recentemente aggiunta quella sul safe harbour), la raccomandazione del Consiglio d’Europa del 16 aprile 2014 sulla protezione dei diritti umani su Internet e la sentenza della Corte Suprema Usa del 25 giugno 2014 sulla privacy relativa ai telefoni cellulari. Pietre miliari che si aggiungono alle molte iniziative provenienti dalla società civile che in questi ultimi anni si sono mosse nella direzione della elaborazione di specifici principi per il governo della rete. L’8 ottobre 2014 la Commissione ha così varato una prima bozza di Dichiarazione dei diritti in Internet, i cui contenuti sono stati sottoposti all’attenzione dei partecipanti alla riunione dei Parlamenti dei Paesi membri dell’Unione europea e del Parlamento europeo sui diritti fondamentali che si è tenuta presso la Camera il 13 e il 14 ottobre 2014 nel corso del Semestre di presidenza dell’Unione europea. Il testo è stato poi sottoposto a una consultazione pubblica (dal 27 ottobre 2014 al 31 marzo 2015) per assicurare la partecipazione più larga possibile all’individuazione dei principi in esso contenuti. All’esito della consultazione pubblica e di un ciclo di audizioni di associazioni, esperti e soggetti istituzionali, i principi sono stati rielaborati e trasfusi nel testo definitivo.
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3 novembre 2015