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Tagliavia (Rai): “Il digitale non è un orpello, è la televisione stessa. Collaborare con YouTube e Facebook”. Il direttore della neonata direzione in Commissione Parlamentare di Vigilanza

“Se vediamo chi oggi ha fra 15 e 44 anni e confrontiamo il mese di gennaio 2016 con lo stesso mese del 2013, la platea televisiva delle tv generaliste è diminuita del 15%. Di contro, solo nell’ultimo anno, quindi nel 2015, confrontato con il 2014, la platea digitale è cresciuta dell’11%. Non solo. Ad oggi più del 50% di chi ha uno smartphone, lo utilizza anche in casa, e cioè dove dispone anche del computer, per vedere video. E’, quindi, in atto una profonda trasformazione”. A dichiararlo è Gian Paolo Tagliavia, alla guida delle neonata Direzione Digital della Rai, nel corso della sua audizione di fronte alla Commissione di Vigilanza Rai, secondo quanto riportato da AdnKronos.

“Il primo elemento cui ho messo mano è l’organizzazione –  ha affermato – prima l’organigramma ci diceva che esisteva un gruppo di lavoro all’interno della direzione  tecnologia. Si intendeva, cioè, il digitale come servizio tecnico e non come soggetto deputato allo sviluppo del prodotto. Sappiamo, però, che non basta la competenza tecnologica e che i contenuti e il marketing devono essere perfettamente integrati se si vuole essere concorrenziali”.

“Dopo la parte organizzativa – spiega Tagliavia – abbiamo cercato di mettere a fuoco quelle che sono le tre linee evolutive che deve avere la Rai: lo sviluppo dei prodotti (quelli su cui alla fine saremo giudicati); la valorizzazione dei nostri contenuti (il pensiero non può non andare alle Teche), il nostro contributo specifico alla riduzione del digital divide”. “Dobbiamo prendere coscienza del fatto che il digitale non è un orpello ma è ormai la televisione stessa, ha rimarcato ancora il direttore.

“In merito al nostro rapporto con le piattaforme globali non ho particolari preclusioni. Questi soggetti dominano il mercato, non mi riferisco solo a Youtube, ma anche ad esempio a Facebook, e bisogna trovare il mondo di collaborare. La Rai ha, però, un ruolo e una storia che richiede un rapporto più personalizzato”.

“Se guardo a queste piattaforme – scrive l’Ansa in merito all’audizione di Tagliavia – penso alla possibilità di raggiungere quel pubblico giovanile con cui abbiamo un rapporto un po’ più lasco. Nel tendere la mano a questo pubblico, non c’è solo la necessità di fare prodotti nostri, ma anche di andare dove sono quelle persone. Loro hanno accesso a pubblici che per noi sono complicati e dobbiamo andarci dentro”.

Il divorzio tra You Tube e la Rai aveva suscitato nei mesi scorsi una richiesta di chiarimenti da parte del parlamentare Michele Anzaldi, in considerazione del consistente calo di introiti del servizio pubblico  derivante dalla perdita delle inserzioni pubblicitarie su YouTube stimata in circa 700mila euro di perdite.

12 marzo 2016

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