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“Bitcoin: una sfida per policymakers e regolatori”, immersione nel mondo della criptovaluta. Con una possibile definizione giuridica

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Il Bitcoin è una realtà di sicuro interesse non solo dal punto di vista meramente tecnologico ma anche economico e giuridico, stante le complesse implicazioni di diritto ancora inesplorate e parzialmente sconosciute sottese a questo fenomeno, ormai sempre più diffuso“. Si apre così l’abstract di “Bitcoin: una sfida per policymakers e regolatori“, contributo a firma dell’Avv. Giulia Arangüena e contenuto nel numero 1 del IV Anno di attività dei Quaderni di Diritto Mercato Tecnologia, raccolta trimestrale della nostra Rivista Scientifica. Copertina-Quaderni-Diritto-Mercato-Tecnologia2L’analisi, “partendo da alcune autorevoli fonti accademiche di diversi enti di ricerca giuridica ed economica, cerca di ricomporre, senza alcuna pretesa di completezza, un quadro unitario del fenomeno del Bitcoin, proponendo una visione di esso quale sfida difficile, e probabilmente inevitabile, per tutti quegli ordinamenti statali che intendano svilupparne l’uso e le diverse potenzialità economiche“. L’Avv. Arangüena propone così una ampia descrizione del panorama entro il quale si è affermato l’utilizzo di questo strumento di pagamento elettronico, mettendo in luce i principali aspetti legati alla sua regolamentazione e al suo utilizzo nei mercati, per approdare ad un “approccio pragmatico e possibile definizione giuridica del Bitcoin” con “esclusione della nozione di property” e la preferenza per quella di “documento informatico“: “Per la debolezza intrinseca della forma di tutela garantita da un’assimilazione de facto del Bitcoin ad una property ai sensi dell’art. art. 810 c.c., personalmente, propendiamo per la seconda ipotesi ricostruttiva che qualifica la criptovaluta in termini di documento informatico”.  “In tale cornice – prosegue – stante le caratteristiche della tecnologia utilizzata dalla block chain, il Bitcoin potrebbe essere quindi agevolmente inquadrato alla stessa stregua di un documento informatico – ormai provvisto di un suo valore d’uso e di scambio per effetto del diffuso consenso sociale all’accettazione quale mezzo di pagamento -, recante dati ed informazioni giuridicamente rilevanti e sottoscritto da una progressione di firme elettroniche attestanti, con una sorta di “catena dei diritti”, l’avvenuta validazione della propria o dell’altrui legittimazione al perfezionamento di una certa transazione (cioè, a seconda dei casi, a possedere, avere, spendere, trasferire, acquistare e vendere un determinato bene o servizio, ovvero una determinata quantità di essi). Conseguentemente, il Bitcoin sarebbe idoneo a garantire, seppur su basi pseudonime, la legittimazione e l’adempimento automatico del possessore, in quanto elementi negoziali direttamente incorporati quali dati e rappresentazioni informatiche giuridicamente vincolanti ex ante, e non lasciati al solo (mutevole) giudizio ex post sulla meritevolezza degli scopi economici conseguibili con il loro utilizzo“. Si legge così nelle conclusioni: “Gli aspetti tecnologici del Bitcoin quale nuovo paradigma e protocollo di comunicazione elettronica, sono davvero complessi e le implicazioni giuridiche, allo stato, sono ancora in buona parte imprevedibili. Ciò nondimeno, anche se il futuro del Bitcoin è ancora molto incerto, a nostro avviso, la migliore definizione giuridica di esso – qualora si dovesse pervenire all’avvio di un percorso normativo e di “normalizzazione” regolatoria del fenomeno anche in Italia – è e dovrebbe essere quella che ne consenta uno sviluppo. Per tale ragione, secondo noi, una volta preso atto del fenomeno ed inquadratolo come forma particolare del paradigma del documento informatico per lo scambio negoziale, si dovrebbe sottoporre a regolamentazione solo ed esclusivamente taluni e limitati aspetti legali delle attività economiche svolte con l’impiego del Bitocoin e delle altre criptovalute, al solo fine di fornire, in modo inedito ed innovativo, un nucleo concreto di certezza del diritto che aiuti gli operatori a far crescere in modo sano un nuovo ecosistema economico anche in Italia“. Scarica il quaderno Anno IV – Numero 1 – Gennaio/Marzo 2014 [pdf] Sul tema l’Avv. Arangüena era intervenuta anche nel public hearing “Bitcoin in the real economy“, che ha avuto luogo a Montecitorio lo scorso 26 giugno; di seguito le slide che accompagnarono il suo intervento.

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