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L’Italia delle startup: oltre 1700 i soggetti attivi a febbraio. Il Mise: “Una policy che si evolve ed arricchisce continuamente”

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“Nelle economie moderne la presenza di un ambiente innovativo che promuova la ricerca scientifica ed un tessuto imprenditoriale in grado di valorizzarne i risultati e le competenze è una condizione necessaria per la competitività dell’intero sistema Paese”. Si apre così la relazione al Parlamento “sullo stato di attuazione della normativa a sostegno dell’ecosistema delle startup innovative“, documento predisposto dalla Segreteria tecnica del Ministro dello Sviluppo Economico in collaborazione con la Direzione Generale per la Politica Industriale, la Competitività e le Piccole e Medie Imprese. Il documento, in apertura, parla dei nodi centrali da affrontare per creare il giusto “ambiente di coltura per le startup”: “Sono la chiarezza degli adempimenti fiscali, l’agilità delle procedure burocratiche, la flessibilità e densità del mercato del lavoro, gli effetti diffusivi del sapere, una giustizia funzionante che non stigmatizza chi fallisce e la possibilità di reperire capitali di rischio a determinare la reputazione di un sistema-Paese sulla scena globale dell’imprenditoria innovativa, e conseguentemente la direzione dei flussi di capitale umano e finanziario. Un ecosistema frammentato e poco competitivo è destinato, in questa sempre più marcata competizione internazionale, a rimanere indietro, a non attirare talenti e risorse”. Obiettivi che il sistema normativo italiano, stando a quanto si legge nel documento, starebbe perseguendo tramite una policy per le startup che “si evolve ed arricchisce continuamente. Dal monitoraggio amministrativo emerge chiaramente la celerità con cui il complesso normativo si avvia alla piena operatività. In meno di 12 mesi, tutti i decreti attuativi e le misure esecutive previste dalla Legge 221/2012 sono stati finalizzati”. LEGGISe Startup diventa una buzzword” Si passa così ai dati. La crescita dei nuovi soggetti economici registrati è schiacciante; a febbraio 2014 erano 1719 le startup innovative censite, a fronte di un numero quasi insignificante poco più di un anno fa.

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  Relativamente alla natura giuridica, prevalgono nettamente le società a responsabilità limitata (82,3%); seguono le società a responsabilità limitata semplificate (7,2%) e le società a responsabilità limitata con un unico socio (6%). Si segnala la presenza anche di 32 società per azioni (1,9%), 26 società cooperative (1,5%), 17 società a responsabilità limitata a capitale ridotto (1%) e 2 società consortili a responsabilità limitata. Quanto alla distribuzione sul territorio, il 58% delle startup italiane è concentrato geograficamente al Nord, il 23% al Centro, il 19% nel Mezzogiorno. A livello regionale in testa c’è la Lombardia con 341 imprese, seguono a notevole distanza l’Emilia-Romagna (192) e il Lazio (177); la Campania è la prima regione del Mezzogiorno con 83 imprese (7° posto) (cfr Tavola 2). Milano (228), Roma (158) e Torino (113) sono le province dove il fenomeno è più rilevante in termini assoluti; Napoli con 50 startup innovative è la prima provincia del Sud nonché la sesta a livello nazionale. figura2startup Prevalgono nettamente le micro imprese: le startup innovative italiane mediamente impiegano 2,6 addetti; soltanto nel 3,5% dei casi le startup italiane impiegano almeno 10 addetti.8 Analizzando il valore della produzione dell’ultimo anno (2012), quasi il 60% delle startup fattura fino a 100 mila euro, un terzo da 100 fino a 500 mila euro e soltanto il 6,4% da 500 mila a 5 milioni di euro. Le startup italiane hanno prodotto nel 2012 in media per quasi 178 mila euro cadauna; anche se la metà delle imprese ha prodotto per un valore inferiore ai 72 mila euro. figura3startup   A livello di macro-settore, quasi l’78% delle startup opera nei servizi, il 18% nell’industria/artigianato, il 4% nel commercio. Ma si rilevano anche startup innovative che operano nei settori dell’agricoltura e del turismo (rispettivamente 3 e 7 unità) (cfr Figura 6). Prevalgono nettamente le attività connesse con il mondo del digitale sia fra i servizi che nella trasformazione industriale. In particolare, esaminando le 4 cifre della classificazione ATECO 2007, tra le attività dei servizi sono in evidenza le attività di produzione di software non connesso all’edizione (354 imprese), le altre attività di ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell’ingegneria (215), la produzione di portali web (95), consulenza nel settore delle tecnologie dell’informatica (88), altre attività dei servizi connessi alle tecnologie dell’informatica (85). figura4startup   Gli incubatori “Disponibilità di adeguate strutture immobiliari, di attrezzature e di una struttura tecnico-manageriale di riconosciuta esperienza, nonché dall’esistenza di regolari rapporti di collaborazione con Università, Centri di ricerca, istituzioni pubbliche e partner finanziari, nonché un’adeguata esperienza maturata nell’attività di sostegno a startup innovative”. Sono i requisiti che deve avere un soggetto economico per essere certifico come “incubatore di startup”, indicando come tali “quelle imprese che ospitano, sostengono e accompagnano lo sviluppo delle startup dal concepimento dell’idea imprenditoriale al suo primo sviluppo, offrendo attività di formazione, sostegno operativo e manageriale, fornendo strumenti e luoghi di lavoro e favorendo il contatto tra investitori e le idee imprenditoriali stimate ad alto potenziale di ritorno economico, ma non ancora appetibili per il mercato dei capitali”. Sono 19 in Italia gli incubatori certificati, 2/3 dei quali localizzati al Nord, due soltanto nell’area del Mezzogiorno, impiegano complessivamente 257 addetti, che corrispondono in media a circa 14 addetti per impresa, con un massimo che tocca le 74 unità. Analizzando il valore della produzione dell’ultimo anno (2012), gli incubatori certificati italiani hanno fatturato 2,3 milioni di euro in media, con un picco massimo che sfiora i 9 milioni di euro. LEGGIStartup, Pmi e progetti sociali: in arrivo 240 milioni di euro. I requisiti per l’accesso ai fondi 17 aprile 2014

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