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Sentenza fecondazione eterologa, il Prof. Gambino: “Necessità di aggiornamento normativo su anonimato del donatore ed eterologa con gamete femminile”

“L’espunzione del divieto di fecondazione eterologa dal nostro sistema normativo apre alla necessità di un adeguamento del sistema legislativo al mutamento dello scenario”. Così Il Prof. Alberto Gambino, Ordinario di Diritto Privato all’Università Europea di Roma e Direttore Scientifico di Dimt, intervenendo nell’edizione di giovedì 17 aprile di “Tg2Insieme”. “Occorrerà ovviamente approfondire la sentenza – ha spiegato Gambino – ma è probabile un vuoto normativo su alcuni aspetti delle regole che ruotano intorno alla fecondazione assistita di tipo eterologo. Penso alla possibilità di un donatore donna, perché la legge 40 era stata pensata in un’epoca dove l’infertilità era soprattutto di tipo maschile, ma penso anche al potenziale scenario della c.d. doppia eterologa, con entrambi i gameti provenienti da donatori. Ecco, su questo bisognerà capire quale sia ora il quadro di riferimento”. “Un secondo aspetto giuridico particolarmente critico è quello sull’anonimato del donatore o della donatrice. La legge prevede che il donatore o la donatrice non possano avere relazioni con il nascituro, ma occorre affrontare anche la questione dell’anonimato, perché per esigenze sanitarie potrebbe essere necessario risalire al genitore biologico, una fattispecie già prevista in alcuni ordinamenti europei. Ma non solo. La legge sull’adozione è stata di recente modificata e ora richiede che venga disvelata l’origine adottiva del figlio. Il diritto del nascituro a conoscere le proprie origini biologiche è in progressivo avanzamento ed è previsto da normative internazionali come la Convenzione europea sui diritti del fanciullo, e anche nella vicenda dell’eterologa ci dovremmo ritrovare in questo solco”. “C’è poi il tema della selezione dei gameti; la scelta di alcuni piuttosto che altri per venire incontro ad esigenze di somiglianza somatica con la coppia è ormai prassi in non pochi centri stranieri: anche qui va dato un riferimento normativo certo onde scongiurare scenari di derive selettive del genere umano. In ballo – ha concluso Gambino – c’è infine il tema dei rimborsi per gli oneri sostenuti dal donatore, che, specie se donna, appare improbabile si sottoponga gratuitamente a cicli di stimolazioni ovariche per creare ovociti che poi verranno fecondati e messi a disposizione di altre donne”. Il dibattito sulla fecondazione eterologa è al minuto 8.30. 17 aprile 2015

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