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“La nuova galassia McLuhan. Vivere l’implosione di un pianeta”. Edizione aggiornata del lavoro di Gianpiero Gamaleri

Pubblicato: 2013 Collana: Comunicazione E Mass-media Pagine: 224 ISBN: 978-88-6677-315-3 Prezzo: 18,00

Il pensiero del sociologo e massmediologo canadese resta attuale nonostante il quasi mezzo secolo passato dal suo “Understanding Media”. Il Prof. Gamaleri nel 1976 raccolse le posizioni emerse nel dibattito italiano in un’opera che oggi aggiorna luce degli sviluppi tecnologici che hanno rivoluzionato l’ambiente mediatico nel quale siamo immersi di Marco Ciaffone

Pubblicato: 2013 Collana: Comunicazione e mass-media  Pagine: 224 ISBN: 978-88-6677-315-3 Prezzo: 18,00
Pubblicato: 2013
Collana: Comunicazione e mass-media
Pagine: 224
ISBN: 978-88-6677-315-3
Prezzo: 18,00
Era il 1964 quando Marshall McLuhan coniava nel suo “Understanding Media: the Extensions of Man” un’espressione destinata a restare una pietra miliare degli studi sui mezzi di comunicazione di massa: “il medium è il messaggio”. Sono gli anni in cui, per dirla con Umberto Eco, l’entusiasmo degli integrati si scontrava con lo scetticismo degli apocalittici in una diatriba che in Italia vide l’aforisma del sociologo e massmediologo accolto da un coro di critiche per un pensiero che puntava a spostare il focus degli studi sui media più che sui contenuti che vengono veicolati attraverso gli stessi. Un’impostazione che nella vulgata comune è frutto di un determinismo tecnologico che le due maggiori subculture del nostro Paese, la cattolica e la marxista, sferzarono duramente. È questo il primo tassello della ricostruzione proposta nell’introduzione de “La Nuova Galassia McLuhan. Vivere l’implosione del pianeta” del Professor Gianpiero Gamaleri. Ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e vicepreside coordinatore della Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno di Roma, l’Autore propone la nuova edizione del suo lavoro che dimostra l’attualità del pensiero dello studioso canadese a quasi mezzo secolo dalla sua opera e a quasi quarant’anni dal suo precedente lavoro, “La Galassia McLuhan“, pubblicato nel 1976 con l’intento di operare la prima ricognizione delle principali posizioni emerse nel dibattito che era divampato nel nostro Paese, oltre ad alcuni passaggi sull’estero. IMPLOSIONE – Edita da Armando Editore, questa nuova edizione rimarca quanto l’espressione “villaggio globale” sia adatta agli ambienti mediati dalle nuove tecnologie digitali ancor più di quanto non lo fosse in un contesto segnato dall’irruzione delle “tecnologie dell’elettricità, per cui ‘azione e reazione diventano contestuali’ determinando quella contrazione delle delle dimensioni spaziali e psico-sociali del pianeta che dà luogo al processo di globalizzazione che tutti stiamo vivendo”. Una dinamica già a suo tempo indicata come “implosione” in contrapposizione alla “estensione del nostro corpo in senso spaziale” che aveva caratterizzato i lunghi secoli dominati da mezzi tecnologici puramente meccanici. Scrive Gamaleri:

“Nel momento in cui le tecnologie ci spalancano la finestra sul mondo in tutti i suoi dettagli, l’ “altrove” lo possiamo trovare solo all’interno di noi e del nostro habitat, ponendo a noi stessi le giuste domande. E quelle stesse tecnologie che avevano esaurito le nostre curiosità esterne possono ora offrirci i percorsi per alimentare le nostre istanze anteriori più profonde, con una ricchezza di informazioni e di stimoli prima immaginabili”

Realtà che ha di sicuro interessato il mondo che scopriva gli “old media” ma che oggi subisce un’ulteriore accelerazione grazie ai “new media”; il cambio di paradigma imposto da questo passaggio è così spiegato dal Prof. Gamaleri partendo dalla variazione del sottotitolo rispetto all’edizione del 1976:

“Prima era: ‘Il mondo plasmato dai media?’, con un punto interrogativo che lasciava qualche margine d’incertezza al realizzarsi di questa tendenza. Oggi il punto interrogativo è caduto con un’evidenza che non ammette dubbi: viviamo ormai immersi in una galassia mediale che penetra in ogni nostro atto e in ogni nostro pensiero. I media classici – dal giornale alla radio, dal cinema alla televisione – in questi anni hanno visto una vertiginosa progressione di Internet e delle sue applicazioni. Dal web 1.0 (consultazione di Internet) al web 2.0 (interazione con Internet) fino a quello che si intravede come web 3.0 (immersione in Internet) che significa progressiva piena partecipazione psico-sensoriale a tutta la gamma di mezzi-messaggio che riceviamo e rilanciamo attraverso le l’interno arco delle nostre facoltà percettive. Quindi è ormai chiaro che non solo il mondo è plasmato dai media, ma che ciascuno di noi è plasmato dai media, con una più o meno spiccata capacità di consapevolezza, di reazione, di partecipazione”

Risulta così chiara quella che viene indicata come la “vera profezia di McLuhan”, proprio l’implosione che caratterizza il nuovo sottotitolo e fa da cardine ad un’opera che si sviluppa a partire dalla disamina di un McLuhan “economista” il cui pensiero inquieta da un lato gli industriali nord-americani e dall’altro impone uno schema a “cerchi concentrici” diametralmente opposto al modello marxista. L’Autore chiarisce che per cogliere il pensiero dello studioso è necessario un cambio di approccio che possa generare un “ragionamento globale” speculare al “globalismo metodologico” del massmediologo canadese. Il “lavoro di ricomposizione della galassia McLuhan” è arduo oggi come ieri per un motivo radicale:

“McLuhan imposta una ridefinizione dei livelli in cui si attua la presa di coscienza che l’uomo ha di sé, collocato in un dato momento e in una certa prospettiva. Di qui l’analogia con l’esploratore che, di momento in momento, vive il contatto con una realtà, con un contesto nuovo, che lo costringe a ristrutturare in permanenza il suo modo d’essere, di pensare e di agire. E che di conseguenza è portato a rivedere continuamente i modi e i mezzi che gli consentono di proseguire il cammino”

Si ripropone così un’analisi interdisciplinare, dal respiro ampio e comunque sempre focalizzata su quella “galassia” che può essere sondata tramite tre “dominanti” individuate dall’economista pacifista e poeta Kennet E. Boulding: il rapporto tra media e sistemi socio-culturali; la temperatura dei media, nella distinzione di media “caldi” nei quali non si esige una grande partecipazione degli utilizzatori e quelli “freddi”; la considerazione dei media nello spaccato diacronico, che richiama proprio il passaggio verso l’implosione. INTERPRETAZIONE – La seconda parte del volume è dedicata all’introduzione di “alcuni nuclei tematici, individuati dai principali interpreti di McLuhan”. Ad aprirla è la triangolazione tra il pensiero del massmediologo, la psicologia sociale e gli studi sul rapporto tra percezione e cultura di Jhon Culkin. Si passano poi in rassegna le analisi che danno ulteriore conto di tutti gli ambiti che compongono la “galassia” e delle posizioni assunte in merito da autorevoli pensatori come Paolo Filiasi Carcano, Pietro Prini, Nicola Abbagnano, Howard Luck Gossage, Jhon Jhoansen, lo stesso Umberto Eco. I media evolvono e aprono a nuove percezioni, costringendo al contempo gli osservatori ad uno sforzo di analisi in continuo aggiornamento. Torna poi nei lavori di Renato Barilli il McLuhan multidisciplinare e “nemico” delle “differenza specialistiche tra una dottrina e l’altra”. Dall’ “incontro dei media” alle diatribe sul superamento della “cultura alfabetica” che precede i media elettrici, la forma, il contenuto, il pensiero e lo stile del sociologo sono tutti passati ai raggi X tramite le opere più significative, comprese quelle più critiche con il sociologo canadese. Il risultato è un susseguirsi di spunti di riflessione in tutte le direzioni, il ritratto dello spessore di un pensatore che anche nelle imperfezioni costringe l’interlocutore e il critico al massimo sforzo analitico per la confutazione delle sue tesi. Torna poi il discorso sulle aspre critiche riservate dai pensatori di area marxista e cristiana, ma si mettono in luce anche i punti di contatto con le due subculture. Per la prima, “il materialismo storico di McLuhan corrisponde tuttavia abbastanza da vicino a quello marxiano”, come scritto da Renato Barilli in “Estetica e società mitologica”; per la seconda, si sottolineano le aperture con le quali vengono rivolte le critiche stesse e la consonanza di alcune riflessioni. Ad esempio, il focus sul controllo delle masse esercitato tramite i mass media, o l’interesse verso le possibilità offerte dai mezzi di comunicazione alle organizzazioni religiose fino alle caratteristiche della nuova dimensione di “implosione”, che secondo Rosario Esposito permette di passare dal “centrifughismo generale al centripetismo; dalla ricerca scientifica, alla ricerca antropologica e umanistica”. CONCLUSIONI – Il Prof. Gamaleri chiude con quello che considera un “bilancio aperto in un duplice senso”:

“innanzitutto nel rifiutare la logica di un’interpretazione esaustiva di pensiero esuberante quanto quello di McLuhan: ogni etichettatura significherebbe in questo caso un giudizio sommario non solo ingeneroso, ma soprattutto improduttivo; in secondo luogo, in quanto ampissima è la tematica in cui l’ “esploratore McLuhan” – e noi con lui – si è avventurato, riducibile men che meno a classificazioni rigide e statiche, in una parola: chiuse”

L’Autore porta, così, in primo piano la questione del livello sul quale si muovono le “idee” dello studioso canadese: è un livello scientifico o no? Poi torna sulle “dimensioni” indicate in precedenza da Boulding, incardinando il ragionamento sulle parole chiave di partecipazione, feedback e ruolo critico del ricettore. Infine, traccia un “bilancio conclusivo” che riparte da “the medium is the message” (e “the massage” nella versione “più provocatoria”) e propone una riflessione sul passo in cui McLuhan si occupa del celeberrimo scontro televisivo tra Nixon e Kennedy per le presidenziali del 1960. A detta di tutti i commentatori politici l’esito delle elezioni a favore del secondo fu influenzato dalla migliore performance a mezzo tubo catodico; argomenta il Prof.Gamaleri:

“Ma allora – potremmo sostenere – il “contenuto” non è bandito dall’analisi mcluhaniana: Kennedy ha fatto di se stesso il “contenuto” più efficace che il medium Tv potesse accogliere in quella circostanza. Ecco, crediamo che questo sia il taglio esatto attraverso cui riconsiderare il ruolo del “messaggio”: vederlo intimamente connesso col medium, come un’unica entità che entra in risonanza con la nostra esperienza in un determinato contesto socio-culturale. Insomma, il “contenuto” è il modo d’essere del medium alla luce dei tre parametri sopra enunciati: la natura-struttura del medium stesso; l’esperienza umana, letta in chiave psico-percettiva innanzi tutto ma poi anche in chiave di capacità cognitiva; il contesto culturale in cui al comunicazione si attua […] Ciò che McLuhan rifiuta è l’idea di ipostatizzare una entità (il “contenuto”, appunto) al fine di poterla meccanicamente travasare in contenitori, in forme tra loro profondamente diverse.

La conoscenza di una lunga serie di diversi stili di scrittura imposta oggi a chi si avvicina alla diffusione di un contenuto su diversi mezzi di comunicazione sembra essere la più semplice e immediata traduzione pratica di questa impostazione. Ulteriore riprova di quell’attualità del pensiero da cui prende vita questa nuova, preziosa edizione dell’opera. 19 novembre 2013

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