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Riforma del copyright negli Stati Uniti: la ricetta dei giganti tech

“La riforma del copyright è nell’aria”. È così che si apre il documento “Copyright reform for a digital economy” pubblicato dalla Computer & Communications Industry Association (Ccia), soggetto che riunisce giganti tecnologici del calibro di Amazon, Facebook, Google e Netflix. Un research paper nel quale l’associazione afferma che sono sostanzialmente due i principi che la riforma deve includere: abbracciare le nuove tecnologie in modo da non confondere i consumatori con chi fa un uso illegittimo delle opere creative e fornire un quadro preciso a tutti i soggetti che pur non essendo “industria dei contenuti” tout court sono interessati dal Copyright Act. Tra i punti toccati dal documento, la revisione della disciplina in materia di risarcimenti e l’appello a preservare un ruolo centrale per il safe harborIn questo senso, un passaggio viene riservato anche ai titolari di diritti che abusano delle possibilità di notice and takedown previste dal Digital Millennium Copyright Act: “Ci sono casi in cui è stata forzata la rimozione di materiale che non violava il copyright”, citando casi in cui la Section 512 è stata utilizzata per determinare l’oscuramento di opinioni politiche e recensioni critiche di servizi e prodotti, con i provider che hanno assecondato le richieste per evitare il rischio di perdere le tutele determinate dal safe harbor e incorrere così in grane giudiziarie. La Ccia propone dunque di istituire la possibilità che ai detentori di diritti che abusano del Dmca venga richiesto il pagamento di danni così come accade per chi infrange il copyright. “Le leggi sul diritto d’autore – conclude il documento – sono state scritte oltre 100 anni fa per incoraggiare la creatività con beneficio per tutti. È bene che tali norme vengano aggiornate alla luce delle evoluzioni tecnologiche per far sì che continuino a perseguire questo obiettivo”. 28 agosto 2015

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